Articolo postato martedì 30 agosto 2011
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Carlo Pisacane
Macché giovane e bello: basso, grasso
pieno di boria tra il furbo e lo scemo
quando racconta che ha molto vissuto
Giovanni Giudici
L’ardimento dell’azione.
La viltà dell’attesa?
Qualche anno fa è uscito un bel libro di un teologo, Piergiuseppe Bernardi: Il coraggio dell’attesa. Per anni è stato questo il mio motto (aspettare pazienti è (...)
Articolo postato giovedì 6 gennaio 2011
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto,
che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
seguendo l’ire e i giovenil furori
d’Agramante lor re, che si diè vanto
di vendicar la morte di Troiano
sopra re Carlo imperator romano.
Ludovico Ariosto
Canto le fate, i mostri, i cavalieri,
le armi e le cortesie, le spade e i fiori,
le picche e i cuori, i bastoni e gli alfieri,
le coppe, i fanti, i paggi, gli ori e (...)
Articolo postato domenica 31 ottobre 2010
O cameretta che già fosti un porto
a le gravi tempeste mie diürne,
fonte se’or di lagrime nocturne,
che ’l dì celate per vergogna porto.
Francesco Petrarca
In una buia aureola di petrolio
la cameretta è un nido riscaldato
da depositi organici, da roghi, da liquami.
Valerio Magrelli
Alimento di liquido puro imploso.
Liquido impuro di alimenti espulso.
Le lacrime, un tempo versate dentro ma trattenute fuori, sono oggi (...)
Articolo postato lunedì 13 settembre 2010
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta,
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
Dante Alighieri
E se quella notte speravo in una notte
più calma e di risentire il mare
non era per predare, non era
per gettare il capo in un bianco fuoco,
ma era (...)
Articolo postato martedì 20 luglio 2010
Sirene
Così di ben amar porto tormento,
et del peccato altrui chieggo perdono:
anzi del mio, che devea torcer li occhi
dal troppo lume, et di sirene al suono
chiuder li orecchi; et anchor non me ’n pento,
che di dolce veleno il cor trabocchi
Francesco Petrarca
Le bambine rimaste molto da sole
da grandi sono donne irresistibili.
Così sono le sirene.
Si vedono la sera a certe latitudini
nuotare nell’acqua fluorescente
la pelle dolce, d’incanto e sotto di rame (...)