Articolo postato martedì 1 giugno 2010
Straniere genti, l’ossa mia rendete
allora al petto della madre mesta
Ugo Foscolo
Andiamo mie ossa.
Sul fondo del fondo ancora sentiamo
un poco di brace
Mariangela Gualtieri
Restituite il mio cadavere.
Io mi aiuto intanto a non morire.
L’auspicio di vedersi restituiti al calore di chi rimane per continuare a sperare, il tentativo di attingere forza dal calore rimasto per continuare a vivere. Il corpo umano, ante mortem e post mortem, sostituito dalla sua intelaiatura, la sua (...)
Articolo postato lunedì 31 maggio 2010
A volte le parole ‘antiche’ sono così potenti, nella loro sintetica eloquenza, da rivelarsi semplicemente insostituibili; tanto da scavalcare parole solo in apparenza più ‘moderne’ e acquisire risonanza universale. È questo anche il caso di un vocabolo greco classico come Mélos (da non confondersi con Melodía, unione di mélos e odé, a significare qualcosa di più simile al nostro ‘canto’ o ‘melodia vocale’). Almeno nella sua accezione platonica, mi è sembrato questo l’unico termine capace di riassumere non (...)
Articolo postato sabato 22 maggio 2010
D. La plaquette Quevedo, ovvero Perché è più freddo della morte amore è una raccolta di sue versioni di sonetti di Francisco Quevedo, con in conclusione una traduzione da Dylan Thomas. Chi abbia letto la sua produzione precedente riconoscerà in questi testi alcuni temi ricorrenti nella sua poesia, così come identificherà immediatamente la sua voce: in che modo, a suo parere, Quevedo è entrato nella sua poesia ‘originale’, e in che modo lei ha agito sul testo di Quevedo così da renderlo (...)