Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Ana Brnardić è nata nel 1980 a Zagabria. E’ laureata in Letterature Comparate e Croatistica presso la Facoltà di Filosofia di Zagabria. Ha studiato violino a Lovran, in Istria. Ha pubblicato: Il lapis di un savio (Pisaljka jednog mudraca, poesia, 1998); Il valzer dei serpenti (Valzer zmija, Sisak 2005). Suoi testi sono apparsi in varie riviste, tra cui “Quorum”, “Vijenac”, “Republika”, “Riječi”, “Europski glasnik”. Ha avuto diversi riconoscimenti: “Goran” ( dedicato ai giovani poeti, 1998); “Slavić” (il premio della Società dei Letterati Croati per il miglior primo libro, 1999); “Gli incontri di Kvirin” (per il libro di poesie degli autori sotto i 35 anni di età, 2005).
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post precedenti:
I - János Pilinszky (Ungheria)
II - Viktor Kubati (Albania)
III - Slavko Mihalić (Croazia)
IV - Mircea Dinescu (Romania)
V - Rade Šerbedžija (Croazia)
VI - Alfred Lichtenstein (Germania)
VII - Marcello Potocco (Slovenia)
VIII - Stanka Hrastelj (Slovenia)
IX - Pablo García Casado (Spagna)
X - Gonzalo Escarpa (Spagna)
XI - Juan Carlos Abril (Spagna)
Hotel dei musicisti
Vivo in un hotel con cinquanta pianoforti
i poveri studenti cercano di istillare in essi la vita,
ma i corpi vuoti dei pianoforti temono la Morte fluviale,
s’imbattono uno nell’altro nell’aria del corridoio
invocando disperatamente un qualche salvatore
che li libererebbe dalla mezzamorte degli accordi vuoti,
che infilerebbe il palo d’ebano
nella loro schiena larga,
studenti come le ragazze dai piedi gelidi
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Il mio castello nella corteccia
L’egoismo dell’accasamento: quando ci si trova dentro le stanze della propria casa si porta la corona reale e l’istinto sboccia a mo’ di bolle. La casa custodisce. Ti siedi davanti ad un libro, e da esso (sei TU che dovresti depositarti dentro le lettere) balzano fuori le formiche e avanzano lungo il tuo torso.
Se solo fossi la biblioteca!
Dentro la casa non puoi evitare l’egoismo. Tutto è coperto dalla tua epidermide. L’inverno lascia passare da fuori attraverso il vetro dentro la stanza calda e pelosa un po’ di smalto, il biancore e una musica negativa. Il tè fuma. La spina dorsale è inscatolata. Il libro fa le fusa, e il pigro angelo custode gusta un kokos-kocke.
Che cosa vuole quella gente furiosa delle città, delle strade e degli altri? Con le facce invasate come le furie supplicano un po’ d’amore, il bacio sbriciolato dentro il pugno, un segno segreto. E alcuni di loro hanno il viso aggrottato come un fico secco, sono quelli che prima di tutto devono superare lo svezzamento.
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Altri due testi: QUI.
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(le traduzioni dal croato sono di Marijana Sutic Pavlicevich)
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