Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Animato forse da un fiero autolesionismo mi sono letto, in chiusa d’anno, tutto l’ Almanacco dello specchio 2007 appena uscito per Mondadori (curatori Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi, pp. 252, euro 11,20).
Il libro contiene poeti giovani e men giovani, ma soprattutto contiene poesie, che in qualche modo devono rappresentare dodici mesi di vita in versi del nostro paese (mi permetto di non parlare degli stranieri, peraltro inaugurati dall’insopportabile Adonis e poi esemplati dal gonfio Guy Goffette, da uno sgonfio Ryszard Krynicki, dall’inglese italianizzante Jamie McKendrick e dal modarolo Paul Vangelisti).
Beh, se questo è il 2007 poetico dell’Italia, non riesco a sfuggire a una malinconia devastante. Anzi, direi che alla fine della lettura ho la sensazione che la poesia sia, almeno in Italia, un commercio inutile fra poeti che si leggono fra loro odiandosi e critici militanti che fanno da concertino vacuamente professionale al ripieno dei creativi, risultandone un concerto grosso che si esaurisce in se stesso senza alcuna disperata necessità.
Certo, il volume esordisce con una poesia di Zanzotto che, come una sorta di antiporta, si stacca da tutto il resto e campeggia isolata e splendida, quasi a dire: questa è poesia, per il resto lasciate ogni speranza, who enters here abandon hope! Il problema è la assenza di scosse, la noia, il senso di già visto e già letto, tutte infelicità che soffocano il lettore in una mattina domenicale di fine anno. La costruzione di immagini fiacche, sia analogiche che eidetiche («la bocca socchiusa, flauto / di neve nel turbinio della sera», «mentre un barbone si raggomitolava a destra / un cane abbaiava chiuso in una macchina nera…»), le voci che si chiudono in un sottovoce crepuscolare sciocco («"Smettila di giocare / come un bambino - mi dite -, renditi utile: / fissa il bicchiere, il vassoio, stai qui seduto / coi pugni alle tempie, dispèrati"»), oppure si storcono in una ironia forse involontaria («Attimo dopo attimo nulla è uguale, / diceva Eraclito»), o ancora si elevano senza averne la forza («roseti dell’anima», «l’urlo / è stato / scritto / nel fiore», «verso sud, verso il sud del mondo, / verso l’origine del mondo»), spremono sughi di grande stile più o meno dissimulato con esiti di banalità («ardono le cicale in pieno giorno, / ma il loro arpeggio non giunge al mare», «l’estate ligure / che non vuole morire», «foglie giallo-oro»), o magari invece ricadono nella ennesima prosaicizzazione delle cose, che pare talvolta, soprattutto negli elenchi, una miseranda parodia del realismo metafisico di Montale («Cerco le tracce: / le boccettine dei profumi, / le creme, la cerniera / che non funziona / del beauty case, la pila / che usavi la notte…», «Sul tavolo della cucina stavano le tue cose / silenziose, a comporre un mosaico di senso, / piccole monete, scontrini rotti, rossetto, / il mazzo di chiavi, il pacchetto di sigarette»). E del resto qualcuno confessa che «Montale ha incontrato / il male di vivere; io, la sua inutilità». Noi, aggiungeremmo, abbiamo incontrato l’inutilità di questi stessi versi se non della poesia tout court - per non parlare dei momenti di poesia verso la prosa prosaica che ormai è una retorica anche ideologicamente insopportabile («qui triturare e lavare, / un disossare pollo o accanto al gas / il turbinio delle verdure nell’olio che le scalda»), insostenibile pure quando la pennellata poetica vuole sublimare uno squallore oggettuale («Dopo la pioggia le buchette della posta / brillavano sui cancelli argentate»). Talora la riscrittura mitica parte da una buona idea e poi si fa di nuovo parodia (involontaria?) questa volta dei Dialoghi con Leucò pavesiani e sempre con sentenze insipienti («Il Tempo - dice - è tutto. / Ma anche nulla, - dico. Appena / è passato non c’è già più»).
Insomma, per parafrasare ancora Pavese, «Tutto questo fa schifo», con quel che segue. Forse ci salvano le donne, almeno le uniche due presenti nell’Almanacco (quote rosa?), ovvero Gabriella Sica e Laura Sergio, una cinquantenne e una ventenne. Della prima non parlo, perché è un’amica e sembrerei fazioso (ma segnalo almeno Gli storni alla stazione Termini , a p. 85, di un bel carduccianesimo decadente e dantista).
La seconda conferma (come Pugno o una certa Valduga) il dato di centralità del corpo nella poesia femminile, e questa non sarebbe notazione squisita di per sé, se non fosse per l’accentuazione, fra Benn e Cronenberg, della fisicità sparata, penetrata, sezionata e scarnificata, come l’essere fosse sempre incarnato in una sala settoria, come se la «ferita da allargare» fosse la modalità di consistere donna, con un corpo cristico femminile la cui piaga nel costato, come in decine di dipinti secenteschi, dovesse essere scavata ogni momento da dita avide, ma senza nessuna idea di martirio agiografico, bensì in un freddissimo patetismo da bue di Rembrandt. Poesia, e non "poetesse".
14 commenti a questo articolo
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-17 15:53:51|di paperino
ma voi sapete almeno chi è laura sergio??è una donna magnifica e dall’animo fino dolce e amorevole...è l’unica donna che mi abbia fatto battere il cuore..è unica,è la migliore non ha rivali!
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-16 14:05:50|di mercoledì
Ma sì , è lo stesso! E non è certamente questo il blog per dimostrare qualcosa. Caro Lello Voce, ma lei ha letto bene il pezz-zzo su Liberazione: non è critica questa. Se vi hanno preso in giro, ma con discrezione e solo un pochetto, hanno fatto bene, per quel che vale. Che strocature e stroncature: Gigliucci non ne è capace di una VERA!!! Come ci sono state in altri tempi, a torto o a ragione.
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 23:35:13|di erminia
Salve, il problema del rifiuto della critica (costruttiva o meno che sia), in qualsiasi stile questa critica venga posta - se si interpreta solo come attacco personale - anche se fa sorridere, non dovrebbe essere sottovalutato.
Effettivamente, la quota delle poetesse in questo almanacco è bassa, solo due, e anche se ci sono nomi di poeti interessanti e bravi, non mi pare accettabile. Non si dovrebbero fare pubblicazioni antologiche così scompensate.
McKendrick, tradotto, proposto e promosso insistentemente dal buon Luca Guarnieri da anni (sono diventati amici) si capisce ancora meno dove voglia andare ad apparare, nella traduzione italiana. Il problema non è di luca ma della natura stessa delle poesie di questo signore, poesie molto inglesi ma di un tipo forzatamente originale, che comunicano ancor meno il loro contenuto una volta trasferite fuori dal loro ambito.
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 22:35:18|di Lello Voce
Io personalmente del suddetto almacco non penso proprio nulla, avendolo da giorni sulla scrivania, ma non avendo ancora avuto il tempo di aprirlo. Mi sono limitato a offrire un pezzo di Gigliucci alla discussione generale.
Detto questo, sentire che si grida alla Lesa maestà mi fa, come al solito, sorridere... Credo che si abbia la libertà di stroncare chiunque, se la sua opera non ci convince. Non vedo perchè no. Dunque mi parrebbe più saggio e interessante che chi stronca lo stroncatore facesse come lui, che forse non è famoso e POTENTE come Rondoni, ma scrive con tanto di citazioni e motivazioni critiche. Se è buono quest’Almanacco, questo è il posto giusto per dimostrarlo. Ma per favore piantatela con gli urletti isterici ogni volta che qualcuno dice che De Angelis o Rondoni non sono, a suo parere poeti interessanti. A Milo mi è capitato di dirlo di persona (ricambiato) almeno una decina di volte e garantisco che la reazione è stata molto meno esagitata di tanti deangelisiani in miniatura che commentano da queste parti.
Una notte serena
LV:
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 21:55:37|di lorenzo
"Il problema è la assenza di scosse, la noia, il senso di già visto e già letto," [...] "ma segnalo almeno Gli storni alla stazione Termini , a p. 85, di un bel carduccianesimo decadente e dantista)."
^...^
lorenzo
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 21:43:13|di luigi
INTERESSANTE:
job, guy, Stefano, umber, Claudio, magno: SEMPRE LO STESSO I.P.: c’è una festa a casa tua o hai dei clamorosi problemi di identità?
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 21:22:58|di magno
Ahò che bel blog! Se magna? Ahò nun se magna? annàmo, so le vove e 25... se magna o no?
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 21:17:35|di Claudio
Ha ragione chi mi ha preceduto. E tra l’altro, si vada piano con le sentenze, con i riferimenti para -eruditi, disordinartissimi, con le parole piene di protervia. E si potrebbe dire davvero di più e fare male davvero.
Distinti saluti.
Almanacco Mondadori se questa è poesia
2008-01-15 19:36:24|di umber
Avete sbagliato pure copertina!!!!!!!!!!!!
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Almanacco Mondadori se questa è poesia
2009-05-12 18:04:07|di colordelsilenzio
Quis custodiet custodes?e chi recensirà i RE-censori in piena epoca repubblicana?Nessun accenno non dico a strutture profonde,tra(s)duzione d’ineffabile,ma neppure identificazione di correlativi - oggettivi,originali contesti o analisi di codici vi fosse uno che nelle sequenze ossimoriche di Valduga abbia percepito le antitesi "versifico ,ergo sum" e "la vita è prosa,ma che noia!"niente da fare: le iridescenti"mosche di Cambronne",non appena s’imbattono in un fumigante estruso canino (e ahimé alcuno c’è) ghiotte vi si precipitano e ,pascendosene beate,a gran voce declamano "se questa è produzione..." karaòndindih
versicolor