Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Andy Violet è docente di Lingue e Letterature Italiana e Latina, e si occupa di poesia, musica, arti visive e giornalismo. Il suo esordio letterario avviene nel 2007 con la pubblicazione della silloge Mutae Divae. Ha pubblicato diversi album di musica elettronica, da solista e in collaborazione con gli Oem Quartet, scaricabili gratuitamente dal web. Collabora stabilmente con il quotidiano on line Paneacqua.eu e la sua versione cartacea "Aprile", dove cura la rubrica settimanale ’Neon Realismo’ su cultura, televisione e semiotica della comunicazione. Attualmente è in giro per l’Italia con la scrittrice Cristiana Danila Formetta e la fotografa Soukizy con "Anarchia Semi[er]otica Tour", performance in parole e immagina sulla marginalità erotica. Paraventi e Magnesio è il suo ultimo libro, dedicato alla memoria del suo compagno prematuramente scomparso. La copertina del libro è stata ricavata da uno dei suoi lavori grafici, l’Anticaravaggio: ramarro morso da un ragazzo, opera ispirata a Così parlò Zarathustra di Frederich Nietzsche".
Andy Violet: tre poesie da Paraventi e magnesio
Debiti
Chiederò conto a Dio
Dei tuoi svenimenti improvvisi
Del sereno alone di morte
Sulla faccia gonfia di vita.
Sarà vago
Come un debitore incallito
Ma al vuoto delle tasche infinite
Chiederò i minuti,
gli anni, i mesi:
Uno per uno
Di tutta la tua vita
Gli spiccioli mai resi.
Amor cortese
Ci ho visto dormirci addosso
fogli di libri sparsi
dicono l’assurdo
Accostandosi.
Eri così diventato una Bibbia
A lieto fine
Ed io un’epica senza eroi
E poi spostando le coperte
Narrativa muta
Gelida cronaca
Della vita finora spesa.
Solo per caso
La lirica d’amore
Cadde su un volume
Di matematica pura,
E mi sembrò d’aver capito
D’un tratto
Tutti i modi raffinati
Che ha l’algebra
Per dirti di no.
Il signore dell’ultimo piano
«Non sono di queste parti»
Me lo dici convinto
Che quasi ci credo
Anche se ti tradisce
un accento
Sporco come le tue intenzioni.
Di dove sei, allora?
Sei un clandestino di Marte
O un insulto a Venere
Nel pagare la tua incadescenza?
Forse sei Goethe
Venuto a pentirsi
Di elogi frettolosi
Per un uomo senza valore.
Solo in quel caso
Ti potrei perdonare
La sfrontatezza
Di una domanda identica:
Non sono di qui,
Se vuoi saperlo.
Nessuno lo è.
L’estraneità
è vizio supremo
Perché del signore
Dell’ultimo piano,
Finché avrò decenza,
Nessuno parlerà male.
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