Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Artur Blord, in vita Tonino Manzoni, si è spento a Salerno il 13 febbraio di quest’anno. Il 14 ne è stata data sepoltura. Alla cerimonia funebre è stata letta la poesia qui pubblicata, "Ultimo Assalto", datata 9 gennaio 2007. Con tristezza ne comunico la notizia agli amici di Absolute, e a quanti di voi lo conoscessero. Era collaboratore di Erodiade. Curava il blog "L’Isola di Arturo". Navigando su Internet fino alla fine, Artur ha incrociato le rotte di molti di noi, nel veleggiare verso la sua isola. Tra noi compagni dell’avventura cibernetica, si è distinto per acume, senso della collettività e per un’ impagabile ironia di se stesso e del mezzo espressivo (la poesia bloggata). Nella breve riflessione, di sotto riportata, "Coerenze e incoerenze", Artur notava: "Mi sono accorto, con gioia, che dovunque volgo lo sguardo trovo compagni di viaggio che, in definitiva, si muovono nella stessa direzione anche se su sentieri diversi ". Questo suo sguardo tendenzialmente idealistico e tuttavia legato alla dimensione concreta e reale dell’esistere, ci mancherà immensamente.
"Corro al limite del respiro... tu... non capisci il perché di questa scelta... quando arrivi al punto di farti tentare... ... è impossibile tornare indietro. Brucio fino all’ultimo istante... ... ogni giorno... come fosse l’ultimo che resta... l’ultimo gioco da tentare prima di chiudere gli occhi... ... e riaprirli chissà dove... vedi... la vita che resta può essere eterna... può essere bella può essere quella che ancora non sai se vale la pena rischiare o averne abbastanza."
Artur
ULTIMO ASSALTO
Asserragliato in questa trincea
combatto col sorriso sulle labbra
rispondendo colpo su colpo
al nemico dal cuore nero.
Lo sparagioie si è inceppato
ma ho tante granate serene
che rompono le grige nebbie
con i loro lampi di luce accecanti.
Al mio fianco il mio fedele sparamore
colpisce gli incubi possenti
che avanzano nella butterata pianura
dove ancora poco verde si nota.
Scorgo i generali dell’Apocalisse
dare ordini alle armate del terrore
ma, impavido, resisto al loro attacco,
fiducioso nella vicina vittoria.
Ho tolto la sicura al cuore
fra poco io, Arturo, matricola settezeroquattro,
soldato semplice nell’esercito d’Amore,
mi lancerò all’attacco del Nemico.
Artur Blord. Martedi 9 Gennaio 2007 ore 18:01:15
SULLA MORTE
Io sono monotematico e in ogni post continuo a macinare sul tema che mi sono prefisso.
Ieri all’Infedele si discuteva del libro e del personaggio Tiziano Terzani.
C’è molto da dire sull’argomento dell’accettazione della morte.
Il primo pensiero che mi viene in mente è che la vita non è altro che l’unico modo per accettare la morte in quanto quest’ultima non ha alcun potere su di noi.
Ogni accettazione o rifiuto della morte viene dal nostro periodo terreno e da come lo viviamo.
Io sono del parere che la morte è un incidente che il destino ci ha assegnato e che non ha in alcun modo o potere di incidere sulla nostra vita.
Noi viviamo allo scopo e per servire la morte quindi questo nostro finire lo mettiamo in cantiere sin dalla nascita.
Possiamo non pensarci, credere che ne siamo immuni, vivere nel presente senza addentrarci in cio che sarà ed illuderci che siamo al riparo dal destino degli altri.
Basta fare un semplice ragionamento ed accettare le inevitabili conseguenze eliminando le nostre paure col semplice dire che se si crede in qualcosa di metafisico la morte non è altro che transizione.
Se, invece, si crede che con la morte si finisce del tutto e si scompare nel nulla che ci preoccupiamo a fare?
Il nostro annullamento ci deve portare a credere o meglio ad affermare che siamo, come individui, una parte infinitesimale del tutto, semplice grumo di atomi destinati a disperdersi nell’Universo.
Possiamo essere individualisti, avere la più grande considerazione di noi stessi ma paragonandoci alla Natura stessa che valenza abbiamo?
Solo una enorme presunzione può convincerci della necessità del nostro esistere, per cui, in ottemperanza alle leggi naturali, che affermano che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma possiamo ben dire che con il nostro annullamento le conseguenze naturali sono pressoché nulla nel lungo o lunghissimo periodo anche perché qualsiasi scoperta noi possiamo pensare che venga a mancare con la nostra scomparsa sarà, come ci insegna la storia, replicata da altri individui anche in periodi diversi secondo i corsi e ricorsi storici che inevitabilmente si sovrappongono.
E tutto ciò ci deve insegnare a vivere secondo i nostri principi morali senza lasciarci travolgere dal pessimismo che intravedo spesso tracimare nelle parole di coloro che aborrono, rifuggono, rifiutano o nascondono i loro sentimenti verso un passo inderogabile della nostra natura terrena.
E tutto cio ci deve insegnare a vivere secondo i nostri principi morali senza lasciarci travolgere dal pessimismo che intravedo spesso tracimare nelle parole di coloro che aborrono, rifuggono, rifiutano o nascondono i loro sentimenti verso un passo inderogabile della nostra natura terrena.
Arturo. Inviato: 17/03/2006 17.00
COERENZE E INCOERENZE?
La coerenza mi impone una piccola precisazione.
Scrivere sulla rete (parlo della rete ma potrei parlare di qualsiasi altro momento in cui vi è comunicazione) significa farlo in molti modi che sono determinati dall’Intenzione e mai dalla necessità.
Nel mio percorso la prima distinzione è se l’atto dello scrivere serve a comunicare una conoscenza, se serve a chiedere una spiegazione, se è momento di condivisione oppure se è una operazione, simile a un qualsiasi atto manuale (disegno, incisione, scultura), che serve a ricordare a se stessi una sensazione, un sentimento, una esperienza.
Ovviamente questo è il naturale percorso che ha fatto la scrittura nell’ambito della storia umana.
E’ un processo evolutivo che è proseguito fino alla trasmissione, condivisione, di pensieri, cioè di cose astratte e complicate che però presuppongono una certa corrispondenza intellettuale che possiamo definire Cultura, che ci permette di cogliere il significato nascosto che, spesso, si nasconde dietro la costruzione sintattica di un qualsiasi scritto.
La scrittura quindi assume una connotazione certamente complicata perché si permette di trasmettere nello stesso tempo svariati messaggi che diventano ancora più complessi se necessitano, per essere interpretati, una sempre più profonda conoscenza dell’intera summa degli scritti di quel determinato scrittore oppure la conoscenza de visu della personalità, degli accadimenti cui è stato soggetto, delle sue conoscenze culturali, del suo pensiero su gli argomenti oggetti dello scritto in esame e di tutta la sua biografia compresi i traumi e i momenti di serenità e felicità che hanno costellato la sua vita.
Una terza persona che legga una corrispondenza avuta fra due persone legate da una intima conoscenza potrà cogliere molte cose se ha la facoltà di penetrare a fondo nelle parole e nei loro significati ma difficilmente riuscirà a cogliere in pieno il flusso di informazioni e il flusso di sentimenti che percorrono lo scritto inteso come estensione del profondo legame e della profonda conoscenza che intercorre fra i due attori dello stesso scritto.
Tutto questo sproloquio per dire che è complicato dare indicazioni sulla cronologia e sui reconditi significati che mi hanno spinto a scrivere qualcosa in un determinato momento.
Io non sono un poeta né uno scrittore, sono una persona come tutti gli altri molto complicata e da infiniti livelli.
Posso solo dire che un percorso, se c’era, ha subito molteplici manipolazioni dovute al continuo allargarsi dei miei limiti dovuti alla mia infinita ricerca di interpretazioni volte a fugare i miei dubbi, al mio continuo confronto con le opinioni altrui per sfrondare la siepe che cresce costantemente impedendomi di scrutare in lontananza le terre ancora sconosciute che vedo di fronte a me e che mi sono imposto di esplorare.
Mi sono accorto, con gioia, che dovunque volgo lo sguardo trovo compagni di viaggio che, in definitiva, si muovono nella stessa direzione anche se su sentieri diversi che tante volte si intersecano o si incontrano per trasformarsi in piccole radure dove fermarsi a riposare.
Ed approfitto di queste piccole soste per fare o approfondire amicizie, per fare le opportune valutazioni sulle prossime tappe, per fare inventari su ciò che devo integrare o gettare nel bagaglio che dovrò portare con me l’indomani.
Arturo. Inviato: 17/03/2006 16.53
Testimonianze ed ultimo saluto di amici cibernetici intervenuti su Erodiade
15 Febbraio 2007 - 12:23
Sono estremamente colpito e addolorato. Artur era ironico, beffardo, simpaticissimo e colmo di acume come pochi. Mi associo al dolore di voi. tutti.
Vostro Gianfranco (nestore22)
15 Febbraio 2007 - 12:25
Una notizia tragica. Commoventi gli ultimi versi. Credo fortemente che il soldato Artur sia stato già premiato dall’Amore. Che vince. Sempre.
Antonio (diamine)
15 Febbraio 2007 - 12:32
Ringrazio Artur per tutto quello che ha saputo donarci sempre con ironia e dolce volontà di partecipazione. Non lo conoscevo personalmente ma oggi mi sento come se avessi perso l’amico di sempre. Ciao Artur.
pepe
15 Febbraio 2007 - 12:55
sono dispiaciutissimo per la morte di Artur Blord. Davanti alla morte di un essere umano il mio atteggiamento è quello del silenzio. La vita è un mistero ed è molto toccante leggere la poesia di Artur Blord che hai pubblicato: a volte la vita anche nel nostro postmoderno occidentale privilegiato, dove abbiamo la fortuna di vivere, sembra una lotta, o una guerra, dalla scuola materna, all’Università, soprattutto, credo, per noi poeti. Mi vengono in mente i bambini africani che hanno un corpo come noi e muoiono di fame di sete e di AIDS e un mio amico che è campato 102 anni lavorando e camminando fino all’ultimo giorno felice. Artur Blord, evinco dalla sua poesia, usa proprio la tristissima metafora della guerra, che è la cosa più atroce, per raffigurare la sua lotta e trovo la tua scelta d’inserirla molto calzante. saluti e buon lavoro
Raffaele Piazza (reddino)
15 Febbraio 2007 - 13:15
E’ una notizia troppo atroce. Avevo avuto con lui pochi ma profondissimi contatti, al di fuori dei suoi straordinari commenti e delle sue citazioni di una bellezza e pertinenza sempre strabilianti. Andandolo a trovare sulla sua "Isola", avevo capito ancora di più che persona speciale fosse: timido, sensibile, di una genuinità fanciullesca, di una genialità eclettica, di un umorismo a volte burbero, a volte dolente. Avrei voluto conoscerlo meglio...e gli avevo proposto un progetto comune in rete. Mi aveva detto che mi aspettava...ed io ho tardato troppo, come sempre.
Addio, Grandissimo Artur...
francesco de girolamo
15 Febbraio 2007 - 18:56
Leggendo e rileggendo "Ultimo assalto", rimango strabiliata, senza parole, dinanzi alla nobile, superba, disperata, tenera ironia che ancora vive in questi versi scritti da Arturo dalla trincea della corsia d’ospedale.
erminia (supernatural)
15 Febbraio 2007 - 23:10
Sono addolorata a tal punto che non riesco a leggere per intero il post...mi commuove leggere le parole di Artur, uomo dalla personalità così netta e presente eppure, nel suo genere, tremendamente affascinante per la curiosità che riusciva a suscitare l’ecletticità del suo sapere, la sete insaziabile di sapere, l’amore per la poesia, la totale assenza di asservimento al nome "importante". A suo modo un ribelle, un sempre controcorrente, un alone di mistero, un uomo di grande saggezza tradotta in ironia irresistibile verso sé stesso e gli altri.
Mi mancava e mi mancherà. Ali (alivento)
2 commenti a questo articolo
Artur Blord. In Memoria
2007-02-16 15:49:54|di maria
Sì, Erminia hai ragione, Ultimo assalto è una di quelle rarissime poesie che lasciano senza fiato. Grazie.
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Artur Blord. In Memoria
2007-02-17 07:34:21|di ermi
Grazie, Maria. Per ulteriori commiati da parte di amici e testi di Artur Blord, sei benvenuta sul sito di cui era collaboratore, Erodiade. Mi scuso per l’OT, questa è la prima volta che ne faccio uno, ma spero se ne capisca la ragione. Ciao.