Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

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CITTA’ SU MISURA - MESTO PO MERI, di MARKO KRAVOS

La raccolta del poeta triestino e sloveno nelle traduzioni di Darja Betocchi e Patrizia Raveggi (e in wordfile l’originale). L’immagine di copertina è un ritratto dell’autore realizzato da Paolo Cervi Kervischer - http://www.pck.it/

Articolo postato martedì 20 febbraio 2007
da Christian Sinicco

IL MIO CORPO

Quant’è il mio corpo in superficie? Fuori?
Non lo so misurare.
La sua area è più giusta
quando sono d’ufficio? flaccido? stanco?
quando dormo senza sogni? o facendo l’amore
quando sono esile come un pesce e duro?

La mia lingua, che si sofferma
sul tuo collo,
è ancora superficie del corpo?

Quando il corpo ha più densità?
vicino a una donna?
quando è contratto per il fuoco?
per il freddo? per paura e morte?
quando ce n’è di più?
quando è più mio?

Traduzione di Patrizia Raveggi



NEL PAESE DI MARCO

Di nuovo a scorrazzare per lande senza piste,
di peluria coperto, lordo di sudore, e strizzo le poppe
della capra che mi sta leccando la salsa pelle,
ebbro di latte, di orgoglio, forte e spavaldo, solo.

Di nuovo a respirare la meravigliosa puzza d’uomo,
uomo di razza non ancora domata, cacciatore,
dio padre che suo figlio crea a propria immagine
e disbosca il mondo a sua misura e bisogno.

Di nuovo a pascolare i fieri tori che scoreggiano frementi
(nessun imbarazzo, nessun pudore, finché comando io)
cerco erba grassa, giro e spadroneggio a braccio armato,
scongiuro i gorghi del torrente, della notte, accendo il fuoco.

Di nuovo le mie mani e i piedi coperti di calli, e non solo lì
son duro se, dopo mangiato, mi acchiappo una donna, che ci sta,
poi mi rimbocco la barba sotto la testa e m’addormento.

E subito ripiombo nello spietato, insensato sogno d’ogni giorno.

Traduzione di Darja Betocchi



LA PELLE

La pelle mi sta diventando grande,
abbondante e floscia, che malinconia…
Davvero son cresciuto così poco?
O il mio corpo pian piano si accorcia?

La casa s’allarga, di notte nel vacuo spazio
una ragnatela si propaga,
e lungo e freddo è il percorso
che dalla tavola conduce al bianco letto.

Sulla torre un passero batte le ore,
ma il suono sfiora a malapena il cuore.
Sono flaccidi i confini del mio mondo,
da ogni parte ormai
s’insinua un paese straniero.

Traduzione di Darja Betocchi



I PORTICI

Catene di monti son scivolate nel mare
che le ha dissolte,
e ancora la marea incalza, riversa
i suoi puledri sulla riva.
L’acqua spumeggia, poi si fa tersa.
L’unico residuo, un alone di sale.

Il cielo aspira a pieni polmoni
fiamme guizzanti dall’ara;
eserciti e monumenti, tutto il fumo del mondo
trasmuta nel blu celestiale.
In piazza, colombi grigi:
chissà – anime perse dei morti?

Sotto i portici nascosta una ragazza,
attende il proprio amore e si vergogna.
Il suo cuore ansima per poi
prostrarsi alla carezza.
E ovunque l’ombra virginea si posi,
rispunta l’erba.

Traduzione di Darja Betocchi



UN SASSO DAL BUON CIELO

Sfuggendo alle nubi di piombo,
non badi alla buccia
e a messa ci arrivi col culo a terra.

A volte, si sa,
piove un sasso giù dal cielo
e ti fa fuori. Eh, già.

Capita. Capita
che la puntura di una vespa
ti mandi a farti benedire.

Niente da fare, tocca a tutti
la botta, la caduta libera.
Oppure sfiancati ci si lascia andare.

Meno male che per l’ultima dimora
non ti sposti più di tanto,
sotto la tua bella pietra ti godi poi
per sempre la bianca ombra,
solo soletto e ben nascosto,
con una gran pace intorno.
E se stendi le radici
senti la pietra che
si adagia accanto a te e canta.

Traduzione di Darja Betocchi



IMPACCHI DI ZOLFO

E cominci a credere
che la sconfitta ti darà profitto
e la paura di morire
recherà sollievo

Ma finisca almeno con un botto
che mi svuoti
delle gocce di sudore freddo
di lacrime e di muco

Il volto poi si disporrà a risata,
di indumenti e apparenze liberato
prenderò in sposa nudo
la nuda verità

Traduzione di Darja Betocchi



SALDAMENTE A TERRA

Pensare. Usare ovviamente la testa.
Soprassedere sulla realtà tonda tonda.
Ingegno stitico, ma seduta assai proficua.
Il sedere supera la testa,
sopporta tanto più peso.

L’ingegno s’inarca nel cielo,
nelle volte del cervello il cosmo intero.
La terra sopporta sopporta,
si spacca piuttosto in due chiappe,
ma non si adegua alle quotazioni in piazza.

Star seduto col pensiero sereno.
Spirito e volontà son forti.
Il morale alto, per non dir elevato.
Saldamente in una barca inaffondabile,
nel mio intimo profondo. Nel buco di un pozzo.

Traduzione di Darja Betocchi



CITTA’ SU MISURA
Trieste, il giorno di s. Stefano ‘98

Strade spazzate dalla bora,
una vetrina con Gesù bambino smanioso
di raggiungere le pecorelle del presepe.

Piazze e strade ripulite d’automobili.
Città nuda. Neoclassico
di pietra. Moglie d’Erode.

Una vecchia signora fa un rutto,
in alto, sull’impalcatura a un omone
scappa una scoreggia. Maltempo in arrivo.

Ogni cosa al suo posto.
Una città su misura.
La misura, sono ancora io?

Traduzione di Darja Betocchi



LE SCARPE

Alle mie scarpe son legato,
che vanno a zonzo un po’ così,
senza pensarci più di tanto.
E ci sto dentro un po’ stupito
e anche un poco imbarazzato.
Non posso farci proprio nulla:
inciampano loro,
e inciampo anch’io,
vorrei fermarmi,
ma corrono via,
vorrei ballare,
ed eccole accoppiate
a loro misura.

A piedi nudi son venuto al mondo
e con le scarpe finirò a remengo.

Traduzione di Darja Betocchi



. . .
Un arcobaleno stinto da sessanta primavere –
e cala il sole all’orizzonte. Ma il mondo risplende...
il mare a-mare: sentire ancora fedeli cose, genti care. Avrò
un aspetto decente? Maggio mi esalta. Sono un’incosciente?

Epigramma per i propri 60 anni - tradotto dall’autore



MARKO KRAVOS - NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA
Triestino, sloveno: poeta, scrittore, autore di prosa per l’infanzia, radiodrammi e saggistica, traduttore. Nato nel 1943. Maturità al liceo classico “Prešeren” di Trieste, laureato in lingue e letterature slave all’Università di Lubiana nel 1970.
Membro dell’Associazione degli scrittori sloveni di Lubiana (segretario negli anni 1970-74), del PEN Club sloveno (dal 1996 al 2000 presidente), del Gruppo 85 di Trieste. E’ stato inoltre il presidente dell’Associazione dei circoli culturali sloveni in Italia (1982-86).
Negli anni 1970-93 diresse la casa editrice slovena ZTT-EST a Trieste. Per due, poi, docente di slovenistica all’Università di Trieste. Fece parte dei direttivi di diverse riviste e collane editoriali.
Nel 1981 ebbe il premio nazionale sloveno della Fondazione Prešeren per la poesia, nell’2000 l’Astrolabio d’oro a Pisa (libro di poesia dell’anno per Il richiamo del cuculo).
Alla sua opera hanno dedicato saggi critici: Martin Jevnikar, Denis Poniž, Taras Kermauner, Tone Pavček, Marija Pirjevec, Boris Paternu, Pavel Fonda, Carmela Fratantonio, Elvio Guagnini, Luciano Morandini, Ernestina Pellegrini, Juan Octavio Prenz, Tonko Maroević, Igor Saksida, Livio Sossi, Primus-Heinz Kucher. - Le sue opere sono apparse in antologie della poesia slovena, yugoslava ed europea. Sono state tradotte in venti lingue.
Libri di poesia: Trinajst (Tredici, l966), Pesem (Il canto, 1969), Trikotno jadro (Vela triangolare, 1972), Obute in bose (Con le scarpe e senza, 1976), Paralele (Paralleli, con grafiche di M. Kravos, 1977), Tretje oko (Il terzo occhio, 1979), Napisi in nadpisi (Epigrammi ed epitaffi, 1984), V znamenju škržata (Nel segno della cicala, 1985), Sredozemlje - Mediterraneo (in cinque lingue, anche in it. con 12 grafiche di F. Vecchiet, TS l986, 1988), Ko so naglejni dišali (Quando i garofani profumavano, 1988), Obzorje in sled (L’orizzonte e la traccia, l992), Sredi zemlje Sredozemlje (Nel mezzo della terra il Mediterraneo, poesie scelte, 1993), Il richiamo del cuculo (raccolta antologica delle poesie in italiano, Udine 1994), Krompir na srcu (Una patata sul cuore, 1996), Vreme za pesna/Vreme za pesem (Tempo di poesia, ed. macedone-slovena, Skopje 1998), Le tracce di Giasone, Jazonova sled, Jazonov trag; poema (ed. trilingue: ital.-slov.-croata, MI 2000), Sui due piedi – Na dveh nogah (ital.-slov., MI 2001), Potrkaj na žaro (Bussa all’urna, raccolta antologica di poesia narrativa, 2001), Ljube/zenske (A-morose 2003).
Edizioni per l’infanzia: Tri pravljice… , Tre favole: una dolce, una soffice ed una quasi azzurra (1991, ed. slovena e ital.); Začarani grad (1993, 2001); Male zgodbe…Bineta Brrvinca (1994); Ko je zemlja še rasla (1996); ed. ital.: Quando la terra cresceva ancora (2001), ed. tedesca: Als die Erde noch klein war (2000); Hudič iz kravjega jajca (1996); Zlati rog (2002); Il castello incantato (2003) Zgodbe z drevesa / Galebov dnevnik 2004/5 (2004); Škrap Škrip Škrap nagaja rad (2004), Podkovani zajec in modra oslica (2005).
Libri di prosa: Kratki časi, Trst iz žabje perspektive (Tempi brevi, Trieste dalla prospettiva di un ranocchio), Lubiana 1999; U kratkim hlačicama, traduzione in croato, Buie in Istria 2002;Trst v žepu (Trieste in tasca, racconti infantili, Lubiana 2006).
Traduzioni dell’Autore dall’ital. in sloveno in edizioni librarie degli autori Luciano Morandini, Scipio Slataper, Michele Obit, Elio Vittorini, Loredana Bogliun, Roberto Dedenaro; l’antologia di sette poeti della nuova generazione a Trieste: Kenka Lekovich, Gaetano Longo, Mary Barbara Tolusso, Lisa Deiuri, Umberto Mangani, Christian Sinicco, Luigi Nacci. Traduce anche dal croato e dallo spagnolo: S. Mihalić, J.O. Prenz.

L’immagine di copertina è un ritratto realizzato dall’artista triestino Paolo Cervi Kervischer.

Marko Kravos, Via Rio Corgnoleto 7/4, 34149 Trieste, Tel. 040941527; e-mail: komarko@xnet.it .

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