Marsupio di parole, suoni e segni.
Pubblicazione quadrimestrale di 36 pagine rilegate a punto metallico con cd audio, dedicata alla poesia e alla musica per poesia, divisa in due parti, una a stampa e una sonora.
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Dehoniana Libri
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SOMMARIO
1 La cangura nasce dal suo balzo
Lello Voce
2 Una canzone e una poesia
Roberto Roversi
4 Poesie di Osvaldo Lamborghini
Traduzione e cura di Massimo Rizzante
6 Letteratura? No, grazie
Gabriele Frasca
10 Per una retroguardia orale visionaria et danzante
Luigi Cinque
14 Ritmi e sensi che le canzoni disseppelliscono
Paolo Giovannetti
18 Comix poetry
Il gioco dei fumetti - Il viaggio
Claudio Calia
20 La voce di Antonio Porta
Marianna Marrucci
22 Per Demetrio (La laringe del mondo)
Maria Pia De Vito
26 Conversazione
Stefano Tassinari intervista Ares Tavolazzi
28 Una nuova vocalità
Mario Gamba
30 Con i Têtes de Bois, “sulla riva delle cose reali”
Stefano La Via
33 Non sono solo canzonette
Treno
Massimo Arcangeli
34 P.S.
In rete
Sergio Garau
35 Bimbalzi
Ventuno marzo
Chiara Carminati
La vita, si sa, è fatta anche di treni che ti passano davanti all’improvviso, lasciandoti solo pochi istanti di tempo per decidere se salirvi sopra o restare a terra. In quei momenti non ha alcun senso fare calcoli o soppesare i pro e i contro, ma bisogna soltanto scegliere, magari seguendo l’istinto. Ed è quello che, in una giornata del lontano 1974, fece un giovane musicista ferrarese, destinato a diventare uno dei più grandi bassisti e contrabbassisti italiani, per non dire il più grande: Ares Tavolazzi.
All’epoca – ci racconta dalla casa nella campagna pisana in cui si è trasferito qualche anno fa – suonavo nelle balere con l’orchestra di Gildo Fattori, assieme, tra gli altri, al b a t t e r i s t a Ellade Bandini. Ricordo che avevamo un contratto di un mese con un locale di Abano Terme, nel padovano, e un giorno, mentre da Ferrara stavamo raggiungendo la nostra destinazione quotidiana, la radio trasmise Luglio, agosto, settembre (nero) degli Area. Rimasi molto colpito da quel pezzo, tant’è che, dentro di me, mi dissi che quella era la musica che avrei voluto suonare. Per una strana coincidenza, pochi giorni dopo mi telefonò proprio Demetrio Stratos, che avevo conosciuto ai tempi in cui anche lui suonava nelle balere, prima del suo ingresso nei Ribelli. Qualche mese prima il bassista degli Area, Patrick Djivas, era passato alla Premiata Forneria Marconi e Demetrio stava facendo dei provini a diversi musicisti per sostituirlo, così invitò anche me a partecipare a quei provini, che si tenevano a Parma, presso la sede della Davoli. Finì che venni scelto subito e io accettai senza alcuna remora, pur sapendo che avrei perso la sicurezza di uno stipendio fisso da orchestrale e che lo straordinario progetto artistico degli Area non era ancora in grado di fornire garanzie economiche a chi vi aveva aderito.
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