Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

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Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi

Libro uscito per la Casa editrice L’arcolaio, di Gian Franco Fabbri, 2008; ISBN 978-88-95928-10-4; e-mail : info@editricelarcolaio.it; Sito: www.editricelarcolaio.it

Articolo postato sabato 17 gennaio 2009
da Christian Sinicco

"il libro dei precipizi, dei luoghi franti, delle impossibili rappacificazioni, un vertiginoso labirinto senza uscite [...]"
Dalla prefazione di Stefano Guglielmin

…giorni e giorni sull’unto del giornale…

qui, dove si paga lo scotto di una lunga corsa
passeremo queste giornate a fare cerchi
sulle frasi più belle di un libro
.restando nel timido sole di un’avventura
fermoimmagine di un bombo sopra un fiore di trifoglio
che potremmo aprire tre libri differenti
.uno sui colori del suo addome peloso
.l’altro sulla terribile fetta di noia da spalmare e in ultimo
la possibilità sua, la tua, di trovare un quadrifoglio.
mentre la repubblica titola di un inferno
diecimila volte peggiore del nostro
noi volendo descrivere mille cose
ci fermiamo su quei proletari introdotti al mestiere di soldati
che ne muoiono di più una volta tornati a casa che in guerra
dietro un eccesso di ebbrezza formato cocktail
vano e sporco lavoro, sempre all’inferno e ritorno
con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
e dire di una curva l’angolo preso in controsterzo frontale
contro un muro. e venisse su il big one
tutte le volte che un uomo uccide un uomo
basterebbero pochi e giusti pensieri e solo quelli
oppure qui, parla il vuoto eccome.
al di là del fatto
che ogni ombra possa avere una breve storia
che il più delle volte non si conosce mai a fondo
la materia del sogno
rimane l’idea di porgere alla luce il corpo, se si nutre
come le foglie, nel cielo opaco dove si spoglia

* * *

aprire gli occhi
disconoscere un’ora, le sue spine
.noi siamo i soliti, gli scalzi
quelli che all’alba indovinano le stanze
senza guardare.
noi non ci possono essere troppi misteri da svelare
si parte sempre il giorno prima
appuntati sul niente
disposti e pronti a quel passo senza fiato
sul confine più labile dell’aria
che ci solleva.
e se il dovere della mano chiama ad altro
altro poi sfugge
ad un senso di dedizione
.che le risorse innate
poi non scavino quand’è che è stato
il danno subito
.andiamo avanti, così
nessun intento a testimoniare il nostro trauma

* * *

un distacco che lascia aperte
varie possibilità
almeno dove resta una traccia
delle nostre convinzioni
.e non ci prende
non ci prende
dall’ultimo giro del cuore in giù
siamo ancora sani
e vivo un respiro proteso sul dettaglio di una nuvola
ne comprende lo spazio

* * *

avevamo letto qualcosa
sulle proprietà curative delle erbe
e di come evolversi in forme volatili
.per questo esploro i luoghi in cui mi trovo
e quanto possiamo andare in lontananza
in tutti i posti visti senza poterli toccare.
poi, per come le adoriamo
le svariate forme decentralizzate di energia
che la sacca del dolce fare niente
non chiede sassaiole ma un risultato concreto
.così attende
miliardi di respiri l’idea
di accarezzare il mondo

* * *

tra queste case allora, dirsi come fare
a sentire sempre diverse le cose uguali
come se il vento filtrando venisse
da chissà dove, a dire di restare calmi.
certe volte sopra il letto uno sente la sua mano
e si perde, dietro ai disegni del pavimento
dall’alto, tutto un dispiegarsi profondo
dentro a un canyon
.che quando poi qualcuno chiama
uno risponde

* * *

da una vista come scavo
il primo degli allargamenti è un varco di solitudine
.un mondo instabile e sismico
ombra cinese da sovraesposizioni nel cielo.
e i movimenti dei corpi nell’acqua, code di orche
che pure le statue cambiano di posto a cavallo di un secondo
sul rift, tutti i luoghi e la loro energia segreta
che il filtro dei ray-ban ne esalta i contorni
per il bene del marocco dei suoi nomi e soprannomi
.guarda un po’ cos’è successo se alla fine del giorno
si può dire la stabilità di un ritorno

.luglio 2007. castelmadama. piscina comunale

* * *

ci siamo fatti guado
sulla parte meno alta di un torrente
non è stato poi difficile trovare l’angolo dove restare nudi.
c’erano formiche veloci tra i fogli
venivano a leggere una vena
se era una parte il prato
delle lingue di bosco.
[densità di verdi inverosimile]
.attorno era il fiume
e gli insetti senza conoscerne alcuno
passavano sul corpo tenuto al sudore .i resti
delle matite erano forme
poggiate come polvere di grafite, tra gli steli
fiori nuovi .accompagnati alle cose
proprio davanti l’ombra
con dignità allungandosi l’ora
senza troppe domande, i nembi
bianchi, si modellavano sulle montagne
.sembrava non avere forza l’acqua di scorrere sui sassi
respiro che svaniva inesorabile
in fondo alla valle

.ienne. sorgenti dell’aniene. agosto 2007


Tonino Vaan (Antonio Vasselli) nasce a Tivoli, nel 1960. Cresce in ambito poetico, in vari siti di scrittura presenti sulla rete web. Nel Maggio 2004, vince il premio di poesia "San Bernardino" a Stimigliano (Rieti). Un suo lavoro figura nell’antologia poetica "Il segreto delle fragole", LietoColle 2007. In occasione del Maggio Sermonetano 2008 partecipa alla performance "Silenzi in forma di Poesia". Ad oggi è attivo con i reading del gruppo "LaTerzaMano". Il suo blog attuale è www.piccolifoglibianchi.spli...

5 commenti a questo articolo

Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
2009-02-09 02:45:22|di molesini

ciao Antonella, ricordo di aver trovato desolanti le osservazioni di Eco, che tu riprendi

ci vedi lungo anche tu, si si


Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
2009-02-04 17:31:41|di antonellapizzo

rispondo a silvia :-)


Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
2009-02-04 17:30:47|di antonellapizzo

eh no, antonio vaan l’ho scoperto io
:-)ne parlai già nel lontano 2006
http://fabrypoesiaespirito.splinder...
antonella

Nata in seguito ad un articolo di Balestrini apparso su Liberazione è di non molto tempo fa la polemica riguardante i poeti che circolano su internet. Umberto Eco sull’Espresso ci riferisce di un poeta laureato che ha detto "se vai su Internet a cercare la poesia, trovi tanto materiale inerte, esternazioni emozionali da scemi del villaggio; i blog sono fatti per lo più da esibizionisti. Si trova la fuffa peggiore, senza un orientamento". In effetti il poeta laureato non ha tutti i torti, infatti se in un provider proviamo ad inserire nel form di ricerca il tag poesia, avremo l’impressione d’aver trovato “di tutto/di più”, tranne quello che cercavamo, e cioè la poesia. Ma se si è cocciuti e non ci si rassegna e si continua a cercare e a cercare, può capitare di avere delle sorprese. Antonio Vasselli anzi vaan (con la v minuscola come lui stesso preferisce) (http://vaan60.splinder.com) sorprende. Che piacere quando ai mercatini, in mezzo a tante cianfrusaglie, scoviamo un oggetto di valore finito, chissà come, in mezzo a tutto quel ciarpame; andare in libreria e acquistare un volume di poesia di un autore il cui valore è stato già riconosciuto dalla critica, forse non dà l’identico compiacimento. La produzione di Vasselli è vasta, fra tutte le poesie pubblicate nel suo blog vorrei che vi soffermaste sul blocco “.transfughi” che contiene otto poesie. Mi colpisce nel titolo la particolarità del segno di interpunzione, il punto fermo, posto davanti come si usa nella lingua spagnola, (segni a testa in giù ad introdurre le forme interrogative ed esclamative) come se ancora prima di cominciare ci si fermasse a considerare, a prendere respiro, a riempire i polmoni d’aria perché si sa che si dovrà fare un lungo viaggio, una lunga nuotata. Vasselli è istruttore di nuoto e sa quanto sia importante la respirazione e il fiato, sa che ad ogni bracciata bisogna inspirare ed espirare, bisogna eseguire i necessari movimenti anche nel disordine apparente, nel verso libero, occorre domare l’acqua altrimenti si affonda, si annega, non si arriva alla fine della vasca. E quando si tocca il bordo, se si vuole, si può ricominciare. E si vuole ricominciare perché la ricerca è lunga e la voglia di poesia è tanta. Ed è un discorso sempre aperto, poesia dopo poesia, vasca dopo vasca, respiro dopo respiro, verso dopo verso. In questi versi precisi e mai banali dall’acqua lo sguardo va alla terra, dall’acqua emerge la terra. Nella terra c’è una casa e una finestra, e da lì si può osservare meglio ciò che ci circonda, la terra, che è piena di “cose, tante”.

La madre terra, terra amata, la terra sacra “sopra la pietra d’angolo illuminata/ sparge una semplicità crescente”, terra desiderata, osservata con meraviglia, guardata con ammirazione e rispetto, con un nascondimento ed un silenzio come se le parole le “atee parole” potessero, in qualche modo, disturbare il vento, il vuoto, i raggi del sole, le ombre “dove fermai la mano ieri l’altro/ da non servire più appunti/per seguirti nella notte/terra” Transfugo.
antonella pizzo

30 settembre 2006


http://antonellapizzo.wordpress.com

Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
2009-01-18 21:58:09|

Ringrazio di cuore Sinicco e gli altri redattori di Absolute Poetry per avere ospitato questo mio autore dalla scrittura molto, molto interessante.
Gianfranco


Cosmesi di Tonino Vaan. Con la libertà di piangere ma non quella di fermarsi
2009-01-18 18:35:11|di molesini

ciao Vaan, e in bocca ai lupi...

mi piace il punto-minuscola. ed il verso ametrico ostentato. mi piace quello che racconti. nel libro dei precipizi, Guglielmin ci vede lungo.


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