Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Verrà sera, mio bradipo canuto.
Tempo che il tumulto del tuo cuore,
che di scatto ha invece mosse, come gatto
rosso – i casi son due: -
o smetta di stridere – e intona.
o smetta di stridere – e si addormenta.
Ma non so quale stella augurarti
di trovare anche domani,
spostata di un centimetro,
o trasognato a quale tronco d’albero
come platea, tu spettatore
se non t’imploro, non ci sia mai più chi irrida,
chi freni il tuo scalare.
(Le so, le so le unghie: per me,
maschera al procione, o giro angolare
in testa al gufo, cosa vuoi? Per me,
se concedi il mio guardare, tutto vale).
E dunque, vedi, pur se il diritto mi manca,
di sperare per te qualcosa – alternatamente -
e al mio indirizzo contemporaneamente,
non riesco a tacerti ciò che, solo, è per me certezza.
- necessiti, forse, una culla a ogni tuo credere?
un fremere di intenti, di fai,
e non so quanta urgenza ancora
e se non credi possibile
(che) verrà sera
Amianto
Sapeva di Marte
quell’andare dolce, a collidere il racconto
con la vita, quella traccia di profumo ai polsi
per nascondervi marzo.
Ma è la miccia che al cuore si innesta,
è la gemma a farti da innesco,
a chiederti scusa.
JEUNE FILLE
1. Dura madre
Chi volle assistere al suicidio della mammola
dovette uscire all’alba,
e attendere boato e rifrazione.
La prima luce, al solito, si diede
alle tortore e agli attrezzi da giardino:
non si accorse di nulla.
La seconda fu la parte di pubblico
rimasta in piedi accanto all’estintore.
La nuca addormentata,
chi scommise sulla portata del suo
incavo e della sua convessità?
Ma non fu né per il cardo né per la tamerice.
L’indomani l’aurora non tardò
che il tempo necessario a denutrire
le sue spoglie:
chi volle assistere al suicidio della nottola
si accompagnò al tramonto.
2. Aracnoide
La paura fa trecentosessanta
- giorni all’anno. La reazione è dei puri
di cuore: anche il telecronista lo sa.
L’urto di abbacinate cecità.
3. Pia madre
Dapprima è un nodo.
Poi la faglia esposta al sole spaventa,
e surriscalda, il sole, e non lo sa
che è il ritorno che insegue le scorie
degli esilii iniziati tempo fa, di energie
ricomposte su vita salvata e terra
cruda (cocci esibiti commossi
senza fierezza)
Che è la faglia che estende ancora
metastasi
di vita placata.
Elisa
E il senso, allora, quale sarebbe?,
...di questo torrido Libera me
battuto alla parete come
ad arrestare l’ascesa degli insetti,
o a chiamare dall’altra parte
- ritmato, e liquido, di battiti
in paura
per un momento vuotata,
felice della prova per un momento,
senza dirlo necessario –
se ho capito chi sei tu,
che fai la conta.
Ma non è facile attendere
- al salvarmi -
per salvarti, quando ci sia tempo.
O
non amare
la nostra
miseria.
Cristina Aita nasce nel 1977 a Udine, nelle cui vicinanze tuttora risiede. Nel 2005 esce la raccolta "Moto contrario" nell’ambito del progetto Savoltans. Lavora in una libreria.
3 commenti a questo articolo
Cristina Aita, l’amianto sapeva di marte dolce
2008-06-28 00:56:47|di Avanti Cristo
C’è qualcosa di grande, in questi versi.
Cristina Aita, l’amianto sapeva di marte dolce
2007-03-01 02:19:17|di molesini
Bé, stracomplimenti. E sentiti. Oltre a comandare a bacchetta la sintassi italiana sa concedersi immagini, metafore, salti di senso che impressionano.
Brava,,,
"
necessiti, forse, una culla a ogni tuo credere?
un fremere di intenti, di fai,
e non so quanta urgenza ancora
e se non credi possibile
(che) verrà sera
"
"Chi volle assistere al suicidio della mammola
dovette uscire all’alba,
e attendere boato e rifrazione.
"
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Cristina Aita, l’amianto sapeva di marte dolce
2008-11-19 22:49:51|di la notte
il vento mi squote
orecchie nn ho
di qua poi la e lontano
..poi vicino,
occhi chiusi
cuore spento.
la cosa più importante
non voltarsi.