Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

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DEBORA PETRINA: Transizioni di stagioni, e presagi di rivoluzioni

(la scena dei nuovi cantautori - II)

Articolo postato venerdì 11 aprile 2008
da Luigi Nacci


Debora Petrina è cantante, pianista e compositrice: spazia dalla canzone d’autore alla musica contemporanea, dalla sperimentazione vocale al rock con un forte impianto di tastiere e pianoforte. Vincitrice del Premio Ciampi 2007, oltrechè di uno speciale Premio SIAE (consegnatole in occasione del Ciampi). Tiene concerti in Italia e all’estero (New York, S.Francisco, La Avana, Londra, Strasburgo, Tokio), ed ospite frequente di radio e tv, fra cui Tg2, RaiRadio1, RaiRadio3, Popolare Network. E’ di prossima uscita il suo primo disco in trio (con basso e batteria), Babel Bee, di cui è autrice di musiche e testi. E’ anche danzatrice e coreografa, e come tale viene invitata per il suo ultimo solo, She-Shoe, al Festival Lavori in Pelle (Alfonsine), al Festival Explò di Mestre e al Festival Explò di Urbino. Il videoclip She-Shoe, tratto dalla performance, è selezionato al Festival Internazionale di Video Danza di Yohohama nel 2008 e vince il premio ‘Pink Music Clip‘ e il premio ‘miglior testo’ del concorso Music for Eyes 2007.


www.debora-petrina.com
myspace.com/deborapetrina

*

post precedenti:

I - Luca de Nuzzo


(tutti i testi e le musiche sono di Debora Petrina)


She-Shoe: video



SHE-SHOE

believe me if I fold the legs and drag my bags
believe me if I try a dive and make it alive
believe me when I see-saw and when I take a bow
or if I sweep the strings and hang on a wire
believe me if I change into a giant-squid
and let my fingers go round, go round as a kid
believe me if I cannot now and then stand on my feet
and start to pound by handfuls every key i meet

I have a hand in a shoe
my head-dress is pretty undue
I fall head over my heels
no matter if I don’t have appeal
I live on the edge of a knife
I smile and I hang on to life
I sleep with the dancers in my room
I’m loosing my tune, I roam in the gloom

believe me if I walk through mirrors and melt into the crowd
and if I leak the steam and stifle a shout
believe me when I fall down and get stuck in the mud
and then I rise again and stage my flesh and blood
believe me if I follow my single track-line
or if I run aside and leave the train behind
believe me if I sing a song and lay down on the ground
or if I dig my heels forgetting what I found

I have a hand in a shoe
my head-dress is pretty undue
I fall head over my heels
no matter if I don’t have appeal
I live on the edge of a knife
I smile and I hang on to life
I sleep with the dancers in my room
I’m loosing my tune, I roam in the gloom

I have a hand in a shoe
I have a hand in a shoe
I have a hand in a shoe
I have a hand in a shoe
hahahahahahahahahaha
hahahahahahahahahaha
hahahahahahahahahaha
hahahahahahahahahaha

and this whole story is true!

*

SHE-SHOE

CREDIMI SE INCROCIO LE GAMBE
E TRASCINO LE MIE BORSE
CREDIMI SE PROVO UN TUFFO, E LO FACCIO DAL VIVO
CREDIMI QUANDO VADO IN ALTALENA, E QUANDO FACCIO UN INCHINO
O SE STRISCIO LE CORDE E STO APPESA AD UN CAVO
CREDIMI SE MI TRASFORMO IN UNA PIOVRA
E LASCIO LE MIE DITA CORRERE TUTT’ATTORNO COME UN BAMBINO
CREDIMI SE DI TANTO IN TANTO NON RIESCO A STARE SUI MIEI PIEDI
E INIZIO A MARTELLARE A PIENE MANI OGNI TASTO CHE INCONTRO

HO UNA MANO IN UNA SCARPA
LA MIA PETTINATURA E’ DEL TUTTO INOPPORTUNA
CADO CON LA TESTA SUI TALLONI
NON IMPORTA SE NON HO ATTRATTIVA
VIVO SULLA PUNTA DI UN COLTELLO
SORRIDO E MI AGGRAPPO ALLA VITA
DORMO COI BALLERINI IN CAMERA
PERDO LA TONALITA’, VAGO NELL’OSCURITA’

CREDIMI SE CAMMINO ATTRAVERSO GLI SPECCHI
E MI SCIOLGO TRA LA FOLLA
E SE LASCIO USCIRE UN PO’ DI VAPORE
E SOFFOCO UN GRIDO
CREDIMI SE CADO GIU’ E MI SPORCO DI FANGO
O SE MI RIALZO E METTO IN SCENA LA MIA CARNE E IL MIO SANGUE
CREDIMI SE SEGUO IL MIO BINARIO UNICO
O SE CORRO DI FIANCO E LASCIO IL TRENO INDIETRO
CREDIMI SE CANTO UNA CANZONE E STO DISTESA A TERRA
O SE PUNTO I PIEDI, DIMENTICANDO QUELLO CHE HO TROVATO

HO UNA MANO IN UNA SCARPA
LA MIA PETTINATURA E’ DEL TUTTO INOPPORTUNA
CADO CON LA TESTA SUI TALLONI
NON IMPORTA SE NON HO ATTRATTIVA
VIVO SULLA PUNTA DI UN COLTELLO
SORRIDO E MI AGGRAPPO ALLA VITA
DORMO COI BALLERINI IN CAMERA
PERDO LA TONALITA’, VAGO NELL’OSCURITA’

HO UNA MANO IN UNA SCARPA
HO UNA MANO IN UNA SCARPA
HO UNA MANO IN UNA SCARPA
HO UNA MANO IN UNA SCARPA
HAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHA

E TUTTA QUESTA STORIA E’ VERA!


*


Out 1: video-intro pianistico a Prove di volo:



PROVE DI VOLO

E lei mi rispondeva ‘Non lo puoi capire adesso.
Non puoi dare un senso ancora, ora che tutto è caduto’.
Scivolare nell’attimo senza dolore
Dimenticare un equilibrio sicuro

E allora io ti ho preso, ti ho cullato come un bimbo
Ti ho portato fra la gente, ti ho insegnato i primi passi
Affondare le dita in un mare d’argilla
Afferrare la vita come un pugno di noci

Ho pagato il conto alle mie ossa
Ho perso il conto delle mie ossa
Ho fatto conto sulle mie ossa
Nessuno sconto alle mie ossa
Senza dubbi nè rimpianti
Senza lacrime o lamenti
Senza sangue ma soltanto
Un segno vivo nelle mie ossa

E lei mi rispondeva ‘Vedrai tutto sarà chiaro,
Transizioni di stagioni, e presagi di rivoluzioni’.
Arrampicarsi per guardare più in là
Annusare l’odore di un’estate autunnale

E mi sono vista in blu, una sagoma di carta appesa
Rubata e arrotolata, incastrata in una ruota
Frantumarsi come un vaso di cristallo
Risalire nel buio delle correnti

Ho pagato il conto alle mie ossa
Ho perso il conto delle mie ossa
Ho fatto conto sulle mie ossa
Nessuno sconto alle mie ossa
Senza dubbi nè rimpianti
Senza lacrime o lamenti
Senza sangue ma soltanto
Un segno vivo nelle mie ossa

Esiti di frattura del radio distale sinistro trattato in gesso.
Ancora riconoscibile piccola gradinatura del profilo corticale.
Minuscolo nucleo calcifico libero distalmente all’epifisi ulnare.
Al terzo distale dello scafoide sottile linea trasparente sospetta per lesione traumatica
Suggerirebbe frattura non confermata alla tac

Prove di volo
Prove di volo


*


À CE SOIR À L’APÉRITIF

Da 1 a 10 dimmi com’è
E se c’è un come c’è anche un perchè
Più vado avanti e più torno indietro
Da 1 a 10 misura il tuo metro

Ci sono taglie che non puoi avere
Ci sono calici che non puoi bere
Allora dimmi il numero esatto
Sputalo intero dentro al mio piatto

A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif

Prendimi un dito e non darmi fiori
Vienimi addosso, tirami fuori
Apri una mano e raccoglimi dentro
Oppure spostati senza un lamento

Dammi una spinta dentro la nebbia
Toglimi il fiato con la tua rabbia
Distendi i resti nella tua cesta
Urlami forte ’Adesso basta’

A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif

Sbuccio arance sulla spiaggia
Aspetto un po’
Prendo tempo faccio finta
di andare via via via da qui
via da qui via da qui
via da qui via da qui
via da qui via da qui

Da 1 a 10 dimmi com’è
E se c’è un come c’è anche un perchè
Più vado avanti e più torno indietro
Da 1 a 10 misura il tuo metro

Da 1 a 10 io conto in silenzio
Fino a stasera ho tutto il mio tempo
A fil di voce o in punta di dita
Ho sempre pronta una via d’uscita

A fil di voce o in punta di dita
Ho sempre pronta una via d’uscita
A fil di voce o in punta di dita
Ho sempre pronta una via d’uscita

A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif
A ce soir à l’apéritif

(file mp3 a destra)


*


Don’t Forget: Amnesiac
(progetto di rielaborazione di canzoni altrui - qui sotto tocca a Up Jumped The Devil, di Nick Cave)





***


Dichiarazione di poetica

La scrittura di un testo, poetico o ironico, ermetico o gioco di parole, scaturisce per me sempre da un’urgenza, da un fatto accaduto, da un’emozione. E’ come se una forza mi piombasse dall’alto e mi costringesse a tradurla in parole. D’altra parte però ho una specie di pudore, che fa sì che tutto ciò che scrivo non contenga riferimenti precisi a fatti, persone, nemmeno a me stessa. Tutto assume perciò i tratti più sfumati di una metafora, e il testo così appare a me prima di tutti più aperto, più passibile di interpretazioni diverse. E così mi parla di più. Diventa autonomo e mi dice cose che non avevo previsto. Cambia col tempo. Come un quadro di Pollock. Dice a me quello che non dice ad altri, e viceversa. Lo stesso accade con la performance, che parte da dati autobiografici, assolutamente e totalmente personali, che non si traducono in forme descrittive, ma attingono ad un immaginario più ampio e astratto. Sfuggendo ai cliché, ricercando la precisione, la cura del dettaglio, l’adesione all’urgenza iniziale.

Debora Petrina

A ce soir à l’apéritif
IMG/mp3/11_a_ce_soir_a_l_ape_petrina.mp3

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