Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Alcune dichiarazioni sulla lingua e sull’identità friulana, ai margini della discussione sulla legge che tutela le minoranze, stanno assumendo sulle pagine dei quotidiani del Friuli - Venezia Giulia i contorni di un film di guerra, a tratti banale se non banalissimo come trama: fucilare le diversità.
Se pur il presidente Illy si dice favorevole all’ingresso dell’insegnamento del friulano nelle scuole, ci si dovrebbe innanzitutto domandare quale friulano... Un mese fa, ai margini della "Festa di Poesia" a Pordenone, affrontai la questione con il poeta Giacomo Vit, impegnato nella difesa delle varianti territoriali della scrittura del friulano, che derivano ovviamente dalle molteplici diversità nella pronuncia.
In relazione a questa complessità delle varianti della lingua friulana, fortemente radicate sul territorio - aspetti che originano da una cultura
orale, fatta di affetti e tradizioni da difendere a spada tratta -, non posso che essere profondamente sdegnato dalla pretesa di alcuni movimenti di far tabula rasa di ciò che essi chiamano "eccezioni" per una scrittura standard del friulano da insegnare, una lingua standard, o peggio ancora osservare che c’è chi cavalca una battaglia politica - e non culturale - su posizioni così rigide in fatto di identità quando, nella storia letteraria del Novecento, gli intellettuali friulani hanno fornito una chiave di lettura della società italiana, in special modo in seno alla percezione dei suoi cambiamenti; e non solo, sono stati gli artefici della salvaguardia sì della propria "lingua minoritaria", delle proprie specificità, ma pure di tutte le altre espressioni "dialettali".
Infatti la funzione che la cultura svolge non è a uso esclusivo del territorio di appartenenza, ma è in relazione ad una più ampia comunità di uomini che si confrontano con tutte le loro differenze - serve al testo dell’umanema, è qualcosa che si fa nella bocca dell’uomo per altri uomini, che si traduce in altri, seguendo il neologismo di una poesia di Matteo Danieli.
Domandatevi che senso poi avrebbero un Pasolini o un Giacomini - per non parlare di chi verrà, che probabilmente si studierà, persone a cui tengo come i più "giovani" Mattiuzza o Villalta - nella storia della nostra letteratura, sapendo che essi fan parte, da ora, di un’altra nazione che si è data una lingua standard, oppure perché autori di una minoranza all’interno del nostro paese, come se l’Italia e l’italiano non originassero e non originino ancora dalla miscela di queste "differenze".
Dobbiamo scrivere un’altra letteratura per le rivendicazioni di un’astuta
lobby di potere che vuole fondare una nazione friulana, nella percezione di essere "minoranza" linguistica e culturale? Oppure fornire strumenti di tutela delle differenze, tramandare la conoscenza, far in modo che non si perda la ricchezza che le "lingue minori" apportano alla lingua, letteratura e società italiana?
Non credo si possa riscrivere l’attività letteraria, la nostra storia culturale, in funzione di ideologie posticce.
Il bisogno è quello di costruire il futuro delle popolazioni e delle
comunità sapendo che abbiamo a che fare con un mondo globalizzato, dove tutto è centro e periferia e comunicazione, dove i nodi della cultura devono poter permettere lo scambio delle informazioni, e non tessere gabbie formali dove ammaestrare scimmiette in funzione di pseudonazionalismi, idioti ideologismi et similia.
A mio modo di vedere, il friulano, come lingua, è stato ed è il veicolo della
grande possibilità di espressione di molti uomini e di una serie di
collettività all’interno della storia e cultura del nostro paese, ed è questa
possibilità - non solo specificità, non uniformità - che abbiamo il compito di tramandare, far conoscere nel mondo e tradurre.
3 commenti a questo articolo
Del friulano e di un altro popolo
2007-09-03 21:53:23|
insomma, giacomo vit aveva ragione, udine come la grande serbia...
Del friulano e di un altro popolo
2007-09-03 18:55:45|di furlan
Il poete Giacomo Vit, inteletuâl furlan di là de la aghe, si impegne di agns par pupilâ il furlan te sô variant e duncje dutis lis variantis locâls.
A lui no i plâs cui che al vûl un furlan cuntune scriture uniche par podêle insegnâ a scuele.
La sô motivazion: la storie leterarie dal Nûfcent. I inteletuâls a àn cjalât a la societât dant une leture dai cambiaments. Al nomene Pasolini, Giacomini, e i gnûfs di cumò come par esempli Mattiuzza. Jo o mi domandi: àno vût valôr parcè che si esprimevin tal lôr furlan o parcè a àn vût alc di speciâl, di unic di dî.
Secont me un Pasolini al è ce che al è, nomenât tal mont pe so scletece e pal so contribût, ancje in furlan, pal valôr dal so contignût. Che al è stât ancje il furlan di Cjasarse, ma se al fos stât chel di Glemone o di Cervignan al sarès stât compagn.
Pupilâ lis diferencis al vûl dî bandonâ cheste discussion su acents a cjapielut, pipis, variantis e concentrâsi sul ce dî, dai fuarce e imprescj par fâsi cognossi.
Se la lenghe e à di jentrâ a scuele e à di fâlu de puarte grande e no di nascuindon, e à bisugne di vê insegnants che savedin il lôr fat.
Il pont su la grafie al è sierât, si scrîf nome intune maniere e si lei, o si fevele, daûr a la proprie cjacarade.
Cumò a si son dismots i triestins a àn capît che daûr a puedin jessi ancje interès economics. Par dîle francje: daûr a la stesse esistence de triestinitât inte Regjon FVG nol è un biel e grant interès economic a lôr vantaç? Saressial un mâl? Par me no.
Lôr a volaressin che nô o restassin il lôr contado, e come che al dîs il professôr Sandri Carrozzo:
se si da ai furlans il dirit di vê une lenghe a deventaran un popul che magari al pues pretindi ancje di decidi dulà e se a passin autostradis, liniis di alte velocitât, eletrodots e vie indevant. Un popul cussient e libar nol è comut... Se cualchi furlan al fevele cuintri de lenghe furlane … al vûl dî che a son interès politics e economics avonde grues.
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Del friulano e di un altro popolo
2007-09-04 18:15:46|di Christian Sinicco
Caro furlan,
la faccenda è diversa. Vai a leggerti la costituzione, e dimmi se la difesa della lingua friulana ha a che fare con il concetto di tutela di una minoranza, essendo la lingua friulana parte integrante della nostra esperienza, pure letteraria, di italiani. Se poi ti interessa, cerca di approfondire le vicende storiche che stanno alla base della tutela di una minoranza, come quella slovena, e le vicende invece che legano l’italiano e il friulano.
Siccome c’è di mezzo la costituzione, c’è poco da fare i difensori di una koinè del piffero, a meno che non si voglia forzare l’interpretazione delle leggi che ci siamo dati.