Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

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Elizabeth Alexander

Antebellum Dream Book

Articolo postato martedì 28 luglio 2009
da Maria Valente

Postpartum Dream #8

In a hail of bazooka fire they drop
her toddler from the second –floor porch.
She knows he’ll land in bushes and survive.
They’ll leave him for dead. When the shots subside
she’ll grab him, shush him, shrink him pocket-sized,
kung-fu fight to the basement crawl space
to plan how to rescue the six-week-old baby.
The toddler thinks she’s the mother in all his books,
Mama Tiger, Mama Bear, Mama Elephant: “Mama”.
What else is she to do with all that pride?

Look right, look left. She runs head-down, toddler
in her pocket, straight to Foster Care, where
she weeps away paperwork, storms marble corridors,
high heels clicking past uniformed matrons
and rows of bassinets ‘til she sees
the silver arc of her sweet baby’s pee.
Baby! My baby! His mouth at the ready,
her nipples stand out from here to St. Louis,
unsexy and mighty, full of that much milk.

Sogno post partum n.8

Con un colpo di bazooka mollano
il suo bimbo dalla veranda del secondo piano.
Lei sa che lui atterrerà fra i cespugli e sopravvivrà.
Lo abbandoneranno credendolo morto. Appena cessano
gli spari
lo afferrerà, lo farà star zitto, lo ridurrà tascabile,
combatterà stile kung-fu fino a uno spazio appartato
in cantina
per pianificare come salvare il neonato di sei settimane.
Il bimbo pensa che lei sia la madre di tutti i suoi libri,
Mamma Tigre, Mamma Orsa, Mamma Elefante:
“Mamma”.
Che altro può fare lei di tutto quell’orgoglio?

Guarda a destra, guarda a sinistra. Lei corre a testa
bassa, il bambino
in tasca, dritta al centro d’adozione, dove
spazza via tutti gli incartamenti, infuria nei corridoi
di marmo,
i tacchi alti che ticchettano passando davanti a
sorveglianti in uniforme
e file di culle finché vede
l’arco argenteo della pipì del suo tenero piccolo.
Piccolo! Piccolo mio! La bocca di lui è in posizione di
tiro,
i capezzoli di lei si ergono da qui a St. Louis,
per nulla sexy ed enorme, piena di così tanto latte.

from Neonatology

(…)
All of my aunties chatting like crows on a line,
all of my aunties on electric breast pumps,
the double kind, one for each exhausted tit.

Mommy, the head’s baby popped off! A tiny head,
white, wet, bloodless, heartbeat still on the soft spot.
She tells me, Stick it back on, Girl. Don’t be afraid.

You can’t show your children you are afraid.

A paraffin seam bubble on his scalp.
A pink cicatrix lines his lovely neck.

*

da Neonatologia

(…)
Tutte le mie zie che chiacchierano come corvi su un filo,
tutte le mie zie con il tiralatte elettrico,
il tipo doppio, uno per ogni tetta esaurita.

Mamma, la testa del bimbo è saltata via! Una piccola testa,
bianca, bagnata, senza sangue, il battito cardiaco
ancora sulla fontanella.
Mi dice: Rimettila a posto, ragazza. Non aver paura.

Non puoi far vedere ai tuoi figli che hai paura.

Una sutura di paraffina fa bolle sul suo cuoio capelluto.
Una cicatrice rosa borda il suo delizioso collo.

*

Elizabeth Alexander
è nata nel 1962 ad Harlem, N.Y. ed è cresciuta a Washington, D.C. Ha conseguito un B.A. alla Yale University, un M.A. alla Boston University (dove ha studiato con D.Walcott) e un Ph.D. dall’University of Pennsylvania. Ha insegnato in molte prestigiose università americane: al momento è professore al Whitney Humanities Center alla Yale University. Ha pubblicato una raccolta di saggi The Black Interior(2004) e quattro raccolte poetiche: The Venus Hottentot (1990; 2004), Body of Life (1996), Antebellum Dream Book (2001, da cui sono tratti i testi qui tradotti) e American Sublime(2005).
Apprezzata da critici e colleghi fin dalla sua prima pubblicazione, in questa penultima raccolta la Alexander ha affinato la propria voce usando la struttura dei sogni, nella loro ironia e surrealtà, per meditare sul tema dei conflitti razziali, della famiglia, della maternità e della cultura pop. Nelle tre sezioni del libro si incontrano personaggi famosi del mondo dello spettacolo e della letteratura, come Michael Jordan o Sylvia Plath, accanto ai racconti sul ruolo dei suoi genitori nel movimento per i Diritti Civili.
L’indagine più interessante è quella sul suo essere donna afroamericana: in modo diverso rispetto alle maestre Jordan, Lorde e Sanchez che avevano affrontato il tema in chiave più dichiaratamente politica, la Alexander usa il filtro del sogno e dell’ironia per andare a fondo in questa sua ricerca, il tutto condito da un ritmo jazz e blues. Tra le sue influenze, oltre al maestro Walcott, possiamo sicuramente individuare i due grandi genitori della poesia afroamericana del ventesimo secolo: Hughes e Brooks (sia nel ritmo sia nei temi di impegno civile), come pure M. Harper.

da Nuovi Poeti Americani
a cura di Elisa Biagini
2006, Giulio Einaudi Editore
www.einaudi.it

Portfolio

foto di M.V. Fare Mondi // Making Worlds, Venezia Biennale 2009

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