Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Philip Nikolayev nasce a Mosca nel 1966 e cresce in un ambiente perfettamente bilingue, inglese e russo, fino a quando, nel 1990, si trasferisce negli Stati Uniti. È disinvoltamente e elegantemente sdoppiato su due livelli linguistici, ma i tratti fisici rivelano in modo inequivocabile la sua provenienza.
Negli Stati Uniti abbandona gli esperimenti poetici nella lingua madre per dedicarsi all’inglese, seguendo le tendenze della “Language school”. Come Charles Bernestein, Barret Watten o Lyn Heijnian, la sua opera è fortemente sperimentale e caratterizzata dal tentativo di porre la forma dell’espressione al vertice del processo di significazione, portatrice intrinseca di sostanza e contenuto. Nel suo caso l’attenzione verso il linguaggio si manifesta in uno spazio poetico eclettico e versatile dove i molteplici registri entrano continuamente in collisione e creano un pastiche verbale spregiudicato e fluido.
Termini filosofici si affiancano a espressioni gergali, si mescolano con l’ Ebonic (il linguaggio sgrammaticato del ghetto), con il rap e con la dizione degli immigranti russi. La grammatica e la pronuncia si piegano alle forzature del parlante straniero, decostruendo la stessa idea di madrelingua e di una corretta grammatica inglese. È questo il caso di “My aeroflot”, con il riferimento alla compagnia aerea russa, inclusa nella raccolta Monkey Time che è stata pubblicata nel 2003 e vincitrice del Verse Prize nel 2001.
[...] Poiché sono diventato
bravo di parlare molte lingue
pennafontana in fatto di linguaggio
& Dio mi riferisco sempre a Dio
da quando venuto
dal mio ambiente etnico nell’Europa dell’est
& faccio di te il mio inglese personale
& faccio di te il mio tipo di inglese
& poi alcuni
b&iti luna tonno
cucina dell’Europa orientale es.
vodka per colazione a stomaco vuoto
che cosa rappresentano i tuoi mobili per la mia anima
mie origini slave sacco di problemi
& due o tre rigurgitati stereotipo
dimenticalo
anche per dimenticare
schiavitù grammaticale
che limita il pensare vero
non ho probl mi faccio capire
signore & signori [...]
([...] s I become/fluent many language/fountainpen in fact of language/ & God I always mean God/since I com/from my ethnic background in Eastern Europe/& I make ye my own English/& I make ye mine type of English/& then some/b&its moon tuna/ East European cuisine i.e./ vodka for breakfast on empty stomach/what does your furniture mean to my soul/ my Slav root bag problems/ & two or three regurgitated stereotype/ forget it/also to forget/ bondage of grammar/ which constrain true think/ I no prob make myself underst&al/ ladies & gentlemen)
Molti poemi di Monkey Time, hanno un impianto lirico tradizionale, sono ad esempio sonetti in rima alternata, quartine elisabettiane, ma assumono un aspetto del tutto inconsueto e moderno per giustapposizione con altre forme stilistiche, quali liste di nomi propri, cut-up, figure cacofonie, strisce pubblicitarie. Le forme letterarie vengono smembrate, raccolgono rifiuti di materiale linguistico contemporaneo, confluiscono l’una nell’altra dando origine a interessanti soluzioni come ad esempio testi in prosa che incorporano sonetti. Quello che segue vuole essere un esempio visivo dell’operazione di incasellamento della forma sonetto:
What is immorality? Recent research confirms that DNA can be
extracted from insects ensnared in the resin of ancient trees. These
fossilized inclusions are preserved magnificently, quite unscratched,
A friend of the Forms, yet I’m hurt by what their genes attached
Plato so influentially taught into the bargain. Today, you can buy
concerning poetry. His words again a wee forty million year old
fill me with such illuminating pain ant with a partial cockroach
that clear of sleep, on humming wings I wander in glows of gold,
into a moon-infested park to ponder which proves even part roach
the logos, anxious to concede its truth. is true art beyond reproach
It’s time to shed the innocence of youth (but it takes a long time to
about this. Poets are cicadas. Reader, gel). Today it’s easy to find
see how I’ve trilled a figure for you in meter, early to mid Geno-
purveying airy nothing, stark belief? zoic art for as few as $600 US
My feigned insomnia lulls your mind to sleep, apiece or cheaper.
and what you call the power of assertion Get an imprisoned moth
is sheer manipulation of emotion. with the fossil bug of the month
at a whopping discount. They are as if alive, embalmed in the hard
sap of gymno- and angiosperms. This bright diaphanous cement, a
100% all natural, is the only recipe, all else being trial and error.
L’incongruità tra alcuni tipi di liriche ispirate alla poesia romantico-metafisica di Tjutcev o al modello Dickinsoniano da un lato e l’influsso del catalogo di Bruce Andrews o il cut-up di Burroughs/Gysin dall’altro, ben rappresenta l’adesione di Nikolayev alla scrittura postmoderna nella quale si identifica. All’interno di una tale varietà di padri spirituali, egli prova una forte avversione per chiunque voglia rinchiudere la sua esperienza nell’etichetta di “russo scrivente in inglese”.
La sua scrittura è contrassegnata dalla fluidità del segno poetico. Rifiuta infatti dichiaratamente l’identità di poeta russo, come anche Ilya Kaminski e altri della sua generazione, e ripudia il limitante marchio di comunità culturale che gli viene a volte attribuito, considerandolo come un gesto quasi discriminatorio, in ciò distinguendosi dalla precedente generazione di émigrés, che invece tendeva a difendere l’appartenenza alle proprie radici di sangue e di terra.
Questi ultimi avevano infatti volutamente dato vita ad una comunità di scrittori con proprie riviste, case editrici e circuiti letterari. Mentre per gli émigrés la condizione di esiliato era necessaria e inevitabile, in Nikolaev l’immigrazione e la russità non divengono soggetto dei suoi testi, al contrario diventano spunto di parodia, e stravolgimento dei clichès della cultura poetica sia americana che russa. In tal modo si inserisce a pieno titolo nella frastagliata realtà letteraria americana, capace di accogliere al suo interno voci e identità plurime.
Commenta questo articolo