Absolute Poetry 2.0
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Est che diventa Ovest/3-Ilya Benrstein

Breve ricognizione intorno ai poeti russi d’America. Ovvero: per una letteratura minore.
A cura di Alice Nilioba

Articolo postato lunedì 18 dicembre 2006
da sparajurij

Ilya Benrstein

Il miracolo incominciato

Come una rete da pesca, asservita alle maree -
Ho visto la mia vita.
L’ ho vista muoversi a sinistra a destra, con il suo miracolo incominciato,
Non c’era neanche un’anima all’orizzonte che potesse risollevarla.

O polifonia!
Quante linee e funzioni sono precipitate in me /sono diventate me!
I miei contratti sono tutti seppelliti nella terra,
ma quanto virile è la stretta di mano della speranza e della paura nella mia carne!

Anch’io sono stato su un ponte sopra un ruscello
E l’ho sentito gorgogliare in una mezza dozzina di posti.
E ho visto questa mia vita
Stesa come un lenzuolo calata dal cielo per i quattro angoli.

(The miraculous draft Like a fishnet, in bondage to the tides- /I saw my life./I saw it moving left and right with its miraculous draft,/And there was not a soul in sight that could pull it up./O polyphony!/How many lines and functions have fallen into me!/ My contracts are all buried in the earth,/But how manly is the handshake of hope and fear in my flesh!/I, too, have stood on a bridge over some brook/And heard it babbling in half-a-dozen places./And I saw this life of mine/Stretched out like a sheet let down from heaven by four corners.)

La poesia di Ilya Bernstein, sebbene non possa essere ricondotta a movimenti accademici o al Neo-formalismo americano, appare, per schema metrico, più “tradizionale” di quella di Ostashevsky o di Nikolayev. Le gabbie formali entro le quali si inserisce la sua opera, sono per lui un modo di rimanere interessato al processo e all’arte (del fabbro) di scrivere poesia. In questa scelta si avverte l’influenza della tradizione russa, rimasta molto più a lungo ancorata alla forme classiche, che fu studiata dall’autore quando già si era trasferito negli Stati Uniti, avendo lasciato Mosca nel 1980 a soli nove anni. Ma i modelli poetici di Bernestein rimandano anche alla poesia dell’Ottocento inglese, a Melville, ai trascendentalisti, ai poeti metafisici e alla letteratura greca e latina.
In questo panorama colto e variegato l’artista elabora un’originale poetica, caratterizzata oltre che dall’uso di tradizionali forme metriche anche dall’elasticità con cui esse vengono rese, dall’umorismo delle false rime e del ritmo monotono della poesia per bambini (e umorismo Yiddish). Sono spesso presenti espressioni gergali e strutture aneddotiche e disordinate che rendono i suoi versi privi di ogni sarcasmo o pretesa.
La poesia “My body is my buddy”, pubblicata nel 2003 nella raccolta Attention and Man, è puro intrattenimento. Sebbene rischi, a una lettura superficiale, di evocare un immaginario banale, a una più attenta interpretazione possiamo ricondurre la poesia al materialismo filosofico greco, agli scettici e all’edonismo.
Qui di seguito le prime due strofe:

Il mio corpo è il mio compagno
Mi piace trattarlo bene
E sorridendo, sempre ascolto
Quello che ha da dire.
Mi da tutte le risposte
Di cui ho necessità.
Il mio corpo è il mio compagno
Amico e pura verità.

Il mio corpo è il mio compagno
Mi fa sempre piacere
Sentirlo che bussa piano
In una roccia o in un albero
E non c’è disastro
Disastroso a sufficienza
Da far mai disamorare
Me e il mio compagno.

(My body is my buddy/I like to treat it well/And, smiling, always listen/To what it has to tell./It gives me all the answers/That I could ever need./My body is my buddy/And my true friend indeed./My body is my buddy./It always pleases me/To feel it knocking dumbly/Into a rock or tree./And there is no disaster/Disastrous enough/To make me and my buddy/Ever fall out of love.)

Tra i temi privilegiati vi è la natura. Attention and Man è pieno di naturalismo urbano, tipico della letteratura russa da Nikolai Zabolotsky, ma anche della poesia americana dell’Ottocento, che si estende da Emerson a Whitman. Bernstein ha un approccio più pratico e scientifico rispetto ai suoi predecessori. Accanto alla semplicità dei suoi versi va evidenziato infatti un fine senso dell’umorismo preso in prestito dalla tradizione americana (i Fratelli Marx) e dalle favole russe.
Tuttavia l’influenza poetica predominante arriva dalla tradizione letteraria e dalla cultura di lingua inglese. A conferma di ciò è l’esiguità dei rimandi alla sua estrazione straniera, o al suo stato di émigré. Alcuni versi in fondo, sembra facciano riferimento alla condizione di outsider, come nel caso di questo testo senza titolo:

Camminavo per una strada nel bosco
E giunsi tutto d’un tratto a un punto,
dove un’altra strada si univa alla mia
inaspettatamente.

(I was walking down a wood road/ And I came to a spot, by and by,/ Where another road merged with mine/Unexpectedly.)

“The Road Not Taken” del poeta americano Robert Frost(1874-1963) è esplicitamente chiamata in causa in questi versi senza titolo, che proseguono in maniera diversa rispetto a quelli di Frost:

[...] e pensai:
“Qualcuno proveniente dall’altra direzione
potrebbe un giorno fermarsi qui a decidere
quale fosse la strada da prendere.”
Ma la mia direzione sta dove sta.
E continuando a camminare, provai un senso
Di stupore a quella differenza.

([...] and I thought:/“Someone going the other way/Might someday stop here for the sake/Of deciding which path to take.”/But my direction lay where it lay./And walking on, I felt a sense/Of wonder at that difference.)

L’affermazione fatalista fatta da Bernstein sembra minimizzare la scelta di Frost, che propende, come Petrarca, per il percorso meno battuto e più difficoltoso, ma per Bernstein il suo percorso ““lay where it lay”, poiché ha avuto esperienza dell’immigrazione. Avviene così uno scarto tra il dubbio dell’uno e dell’altro poeta, mentre Frost si interroga sul tipo di scelta (consapevole), la “difference” ha il suo discrimine nel diverso atteggiamento di chi consapevolmente interviene sul proprio destino e di chi invece continua semplicemente a camminare.

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