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Europe as a space of Translation. Tradurre (in) Europa. Festival della Traduzione

Festival a Napoli, 22-29 novembre 2010

Articolo postato sabato 13 novembre 2010


(comunicato)

Tradurre (in) Europa. Festival a Napoli
22-29 novembre 2010


Da sempre materia preziosa di Napoli è stata la sua posizione geografica. Un territorio dove i confini più sottili s’intrecciano ora nella tragedia, ora nell’incanto. Il festival della traduzione, Tradurre (in) Europa, si svolgerà dal 22 al 29 novembre 2010 nei luoghi più rappresentativi di Napoli: castelli, piazze, librerie, vicoli, palazzi, navi e banchine di una città nuova. Sarà un’occasione per riflettere su questa Napoli che nei secoli si è eretta in uno spazio di commistione, e che oggi si fa simbolo di un incontro proiettato su diverse direzioni, a metà strada tra Oriente, Europa e Mediterraneo.
Intendiamo la traduzione in un senso molto ampio, cercando di dare corpo a molte idee e teorie che dal Romanticismo in poi, ma in maniera più intensa negli ultimi 30 anni, hanno pensato la traduzione come aspetto fondamentale dello sviluppo delle culture. Una traduzione intesa in senso molto ampio: passaggio e metamorfosi di codici che non sono le lingue diverse, ma i linguaggi dei media, dell’espressione artistica, che accolgono e riscrivono temi, miti, figure. Non sono solo le lingue maggioritarie, a livello nazionale e internazionale, ma appunto i dialetti e le lingue minoritarie con le loro ricchissime letterature, culture, visioni etiche. L’Europa storicamente si pone, nel bene e nel male, come luogo collettore e ricreatore di lingue, linguaggi, culture altre. La forza dell’Europa è il suo lavorare spesso ‘di seconda mano’. Il messaggio, anche politico, di una comunità multiforme e multilingue che si ponga non come centro irradiante ma come luogo di passaggi e mediazioni è il punto di riferimento del nostro festival.
In questa ottica L’Unione Europea ha deciso di sostenere e patrocinare il festival, inserendolo nella ricchissima agenda del Programma Cultura 2007-2013, e permettendo all’Università “L’Orientale”, promotrice del progetto, in collaborazione dell’Università di Vienna e dell’Università Paris VIII, di destinare risorse umane e scientifiche alla promozione di saperi che varcheranno il perimetro accademico per interagire con il fervore culturale della città.
La realtà culturale napoletana è di fatto una porta d’accesso a un pensiero d’Europa come luogo accoglienza e sviluppo dell’alterità, soprattutto mediterranea e orientale. Tradurre (in) Europa sarà quindi non soltanto un evento di rilievo internazionale, ma anche un modo per proporre la traduzione (nel suo senso più generale, tra musica, teatro, cinema, fumetto, letteratura colta e popolare) come strumento di lettura della complessa e stratificata identità napoletana. Tradurre (in) Europa significherà quindi tradurre in Napoli una prospettiva di carattere internazionale, eliminando le barriere che spesso s’interpongono tra l’attività accademica e l’attivismo culturale presente nei vari strati della società civile.
Il festival, pertanto, si farà carico della promozione di questo doppio registro, accademico e allo stesso tempo popolare, dedicando ampio spazio al dialetto, alla musica e al fumetto, cercando in questo modo di coinvolgere da un lato i napoletani di tutte le età che credono nella rinascita culturale, e dall’altro le istituzioni politiche, finanziarie e turistiche, italiane e straniere, presenti in città, che generosamente hanno investito e continuano ad investire in questo rinnovamento. Napoli, traducendo e traducendosi tra il 22 e il 29 novembre 2010, si presenterà ancora una volta nella veste di una perfetta ospite, accogliendo scrittori, attori, traduttori, musicisti e doppiatori di rilievo internazionale.
Si parlerà di cultura e di culture, di traduzione e scrittura, ci piace pensare a una nave in rada possa ospitare un laboratorio di calligrafia giapponese, a persone di passaggio invitate ad ascoltare i doppiatori descrivere il loro lavoro tra le lingue, studiosi e traduttori di classici narrare necessità e virtù delle ri-traduzioni. Prenderà forma una misteriosa lanterna magica per i bambini, autori nostalgici trapiantati in posti lontani dalla propria casa verranno a raccontarci il senso della distanza e dell’incontro. Saranno coinvolte scuole e università, quartieri bassi e quartieri alti, sotto gli occhi dei media internazionali verrà presentato il progetto di un centro studi sulla traduzione la cui prima pietra è stata la creazione di un sito web - rivista, Il Porto di Toledo (www.lerotte.net), già attivissimo nell’ambito della traduzione e del confronto tra gli spazi e le culture. E’ questo, in fondo, lo spirito della Napoli che, traducendosi costantemente in altro, si ripete in avanti verso il mare, pur mantenendo la sua sotterranea e misteriosa bellezza. E’ la Napoli che ci piace, e che dovrà sempre guardare altrove da sé, per riconoscere il senso del proprio disarmonico splendore.

www.estranslation.net

contatti: biennaletraduzione@gmail.com

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(il programma del festival in allegato)

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