Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

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Francesco Martin

tre testi dell’artista nato a Rovigo

Articolo postato domenica 14 gennaio 2007
da Christian Sinicco

da Oceano il Secondo

SEQUENZA PRINCIPALE

Con gli stomi occhieggianti di bianche nane e quello che rimane
nel cielo aperto dove appare un’anaconda sull’altra sponda
archeozoiche scogliere per floemi di alghe dinamiche ostriche
pioggia sulla reggia cresciuta sulla spiaggia di una natura saggia
del giorno in meno il coseno del poi nel seno del senno
come può essere o non essere un insieme vero e non vero assieme
riformando l’ordinata realtà trasformata corrente del golfo
oggi sgonfiata celebrità infima nell’universale vastità
nel mercato dell’esperienza l’emozione in cassa integrazione
volubili cirri, azzurre Plumbago nate per caso ad Assago
finali collassi, nebulose pulsanti cuori nella polvere i Maori
con il linguaggio chimico dei dislivelli elettronici selvaggio
l’eredità dell’informazione nell’ambiente che prepara un incidente
al passaggio a livello senza sbarre dell’evoluzione a mutazione
e quale sarà l’ultima forma delle foglie, la penultima delle figlie
nella gravità imperante da cui cadono gravi i fatti anche lievi
precipitando liberi di accadere o meno i pianeti e i gameti
nascondendo chissà dove il contrario delle genti impotenti
nell’ipercubo dell’incubo che genera la brezza della bellezza
con lo sguardo lungo infrarosso vedente ciò che pare inesistente
insistente nell’esistere come i predecessori essendone censori
giudici rovesci dei delitti consumati in danno dei pesci
tra galassie lupi che si divorano tra loro davanti all’alloro
per un secondo trovando il vello d’oro e diventando un toro
nell’arena dove ti aspetta sempre uno migliore uno peggiore
e un senso a questo essere solo se la caverna è sempiterna
con 4 frecce per orientarsi nella Valle della Morte della sorte
sacrificando in onore dello squilibrio termico un caro amico
o Sole non andartene mai dalla Sequenza principale lungo il viale
del tramonto trovando il primo accadere del tempo che canto
nell’ultima degradazione del tuo caldo vento pasqua e l’avvento
le corone deposte dei regni finiti e la nuova dominazione a Lione
per l’ultima pace celeste che non sembra vera vocazione terrestre
la tua massa cala il mio infinito aumenta nella cosmica tormenta
cotangente del giorno cogente nel miracolo del tutto dal niente.

***

BIG BANG

All’inizio c’era poco tanto idrogeno, deuterio, trizio
in più l’eterno accaduto armistizio di Caio con Tizio
poi la guerra fredda e calda per la vile umanità spavalda
che parla con bocca di mitraglia e una bomba sull’onda
dei ricordi fossili stampati sui tensori cosmici ornati
d’ignoti eserciti accampati l’un contro l’altro armati
figli del lampo e del tuono sul pianeta ancor meno buono
del cozzare d’armature d’allora si sente ancora il suono
fisarmonico fisiognomico cornamuso fino alla morte aduso
sulla nave in disuso ad affondare tutto quello che gli pare
con la propria immanenza a bordo infilzata come un tordo
peso lordo del vantaggio tratto netto da causa ed effetto
ma se quando ogni quark avrà forse un diverso sapore
e ci saremo liberati del vecchio e del nuovo dittatore
la scienza e la tecnica riporteranno una nuova etica
tichettata l’armonia sfornata di sfrenata utopia rinata
mareggiata l’opera pia meno l’ostacolo che sempre ci sia
dell’entalpia talpa sotterranea che il cielo a dito palpa
e la polpa fruttata del tempo passato tentacolo di polipo
con il fungo atomico della Seconda Guerra Mondiale sul viale
del tramonto organico grillo parlante all’indifferente gitante
giro il sestante scopro un diamante al tavolo da gioco di Dante
una capricciosa pizza sull’azzurra scogliera scogliosa di Nizza
vogliosa bizza scagliosa Pizia scagliola al vapore sogliola
purtroppo anche il migliore nettare degli dei sà di tappo
nell’universale di spin pensoso intoppo spinoso.

***

da "Spedizioni internazionali"

GIOGO BIOLOGICO UNIVERSALE

Giogo universale della biologia, gioco a tressette con il morto
oggi a me domani a te l’incerto l’esito del concerto delle forze
l’incesto di tutto con tutto e il nulla che nel cielo frulla
qualunque reame di materia e antimateria risorge nella cenere
del tempo che fu corrida vespertina travestita di belle maniere
o lotta diretta la cui indiretta reazione si traduce dalla luce
per trasformarsi l’una nell’altra specie appena cambia il tempo
nel primo canzoniere del sole isola nella corrente magnetica
pietra della perseveranza molle di una cometa semiviva giunta
nell’ambiente nè bello nè brutto nè buono nè cattivo neutro
fatto apposta per confondere le regole e le idee non egoiste
alla specie umana deleteria della tragica commedia ereditaria
o mangi la minestra del branco che arranca o salti dalla finestra
quale peggiore destino o migliore fortuna se non ami Clitemnestra
fotone arroventato nel substrato sgangherato che dispera e supera
la prossima caduta evolutiva libera di autodeterminarsi obbligata
ad arrangiarsi con quello che trova e inventa per caso necessario
il dominio provvisorio degli uni sugli altri come animali remoti
tu e il tuo servo buoni a nulla tutti uguali alla riffa naturale
che ci beffa con la misericordia interessata dell’alveare misto
dove non importa chi sia l’ape regina nell’automatico divenire
conservato per milioni di anni ma dissipato in un secondo minuto
se l’erba diventa la capra che la bruca e il leone che la sbrana
e il sole punto prima enorme dopo fine a se stesso fin dall’inizio
con il solo vizio di non curarsi di nulla lasciando tutto accadere
ma facendo versi entropici somiglianti a diversificati tropici
per tali cellulari corpi frattali sensali e materiali senza ali
scalando il nono grado della parete universale altro è il panorama
nulla è cambiato l’antico è ritornato, te n’eri solo dimenticato
che il sonno della ragione genera i mostri sacri e profani vani
che generano il sonno della sacra e profana ragione vana.


Biografia di Francesco Martin su Cirps.it

USH NETWORK - Francesco Martin and his universalsheets, mostra del progetto THEBLACKROOM dell’Istituto Marangoni.

L’opera "Oceano il Secondo" è stata pubblicata nel 1993 da Gabrieli, Roma, ma Francesco Martin l’ha riscritta nel 2006. I testi di "Spedizioni internazionali" sono stati scritti a partire dal 1996.

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