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GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI

("La Stampa", 7 maggio - di Raffaello Masci)

Articolo postato lunedì 7 maggio 2007
da Luigi Nacci

Rilancio un articolo alquanto avvilente, sotto molti aspetti...


***


UN’INDAGINE NELLE UNIVERSITA’ ITALIANE BOCCIA GLI ISCRITTI ALLE FACOLTA’ UMANISTICHE

Poeti e fannulloni: ecco i nostri studenti

Fuoricorso e senza ambizioni per il futuro professionale


Un paese di santi, eroi e navigatori, ma soprattutto di accademici, linguaioli, parolai e pensatori. Peraltro un po’ perditempo e inconcludenti. Ai laureati di sette corsi umanistici (lettere, conservazione dei beni culturali, lingue, scienze della comunicazione, storia, filosofia, discipline dello spettacolo) il consorzio Almalaurea (cui aderiscono quasi tutte le università italiane) ha dedicato una corposa e serissima ricerca, per indagare come e quanto abbiano studiato e in che tempi, con quale profitto e, beninteso, con quale successo professionale post-laurea. I dati sono, di per sé, asettici e il direttore di Almalaurea Andrea Cammelli, non si lascia andare a conclusioni emotive. Tuttavia l’impressione è di trovarsi di fronte ad una massa infinita, e crescente negli anni, di studenti fannulloni che studiano per amor di conoscenza senza porsi il problema di finire e di mettersi a lavorare per vivere.

Sempre più letterati
Inutili gli appelli della Moratti (e di Confindustria) a favore delle lauree scientifiche: il paese registra una crescita delle immatricolazioni ai corsi di laurea umanistici che interessano oggi uno studente su quattro. Per contro ai corsi scientifici sono poco più del 3%. E i giovani umanisti pur non dovendo affrontare corsi molto ostici, se la prendono comoda. Gli studenti del vecchio ordinamento (quelli che si sono cioè iscritti prima della riforma del 3+2) arrivavano al giorno della laurea in conclamato ritardo: quasi il 90% i fuoricorso. Oggi la situazione è migliorata, eppure - dicono i numeri di Almalaurea - anche con le lauree triennali si va allegramente oltre i tempi massimi: sono ormai il 36% gli studenti ritardatari, che diventano il 55% a filosofia, il 50% al Dams, il 40% a storia. Dunque si indugia, pigramente, tra l’arte medievale e la filosofia greca, tra l’antropologia e la storia del teatro, tra la poesia e il cinema, con il risultato che alla laurea si arriva con tutta calma. E così, per dire, quelli che si dovevano laureare in lettere col vecchio ordinamento (4 anni di corso) si laureano a 28 anni e mezzo anziché a 23, quelli del nuovo ordinamento (3 anni di corso) a 25 anziché a 22. E non va meglio per altre lauree: i filosofi diventano tali a 29,3 anni, gli storici addirittura a 30,5, meglio quelli di scienze della comunicazione: 25,5 col vecchio ordinamento, ma 23,9 col nuovo.

La lentezza
Qualcuno dice che questa esasperante lentezza sia dovuta alla forte incidenza degli studenti-lavoratori, che si iscrivono più per cultura personale che per trovare un posto. I dati di Almalaurea, però, smentiscono questa ipotesi: il corso in storia è quello che ha più lavoratori-studenti, ma sono il 15%, a lettere l’8,7%, a scienze della comunicazione il 5,2%, al Dams l’8,3%. In realtà le discipline umanistiche sono gratificanti, ed è quindi comprensibile che il «naufragar sia dolce» in questo mare. Non a caso, alla domanda se si intenda proseguire negli studi (con una laurea specialistica o un dottorato), il 78,6% degli intervistati risponde sì, con punte fino al 92,3% a Lettere. Va da sé che l’impatto con il lavoro viene rinviato, tanto più che nessuno è così sprovveduto da non capire che il lavoro non c’è e che il passaggio dalla disoccupazione al posto stabile, prevede una condizione cuscinetto di precarietà che non dura mai meno di cinque anni. E’ vero che a un anno dalla laurea il 67% dichiara di lavorare (e ben l’89,4% a cinque anni) ma si tratta di lavori che già si erano iniziati durante gli studi, in due terzi dei casi sono «atipici» e, quasi sempre, molto poco retribuiti: si va dagli 809 euro mensili dei laureati in conservazione dei beni culturali ai 928 di quelli in scienze della comunicazione. Solo questi ultimi, peraltro, a distanza di 5 anni, arrivano alla media retributiva dei laureati italiani di pari anzianità (1.316 euro). Gli altri sono tutti al di sotto. Ma nel frattempo hanno spento la trentacinquesima candelina.

Sui libri fino a trent’anni
Si devono distinguere gli studenti in due tipologie pre e post riforma del 3+2, cioè i diplomi di laurea triennali. A Lettere si laureano a 28,5 anni quelli pre-riforma, e a 24 anni i post. Filosofia e Storia hanno i più vecchi pre: 29 e 30 anni (27,8 e 25 post). A Lingue si chiude a 27,8 anni per i pre-riforma, e tre anni prima per i post.

***

(e voi, cari amici poetinternauti, a che età vi siete diplolaureaddottorati? scrivevate poesie invece di stramazzare in miniera, nevvero?)

7 commenti a questo articolo

GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-13 22:12:23|

ciao lorenzo, ’compromissione’ avvenuta - stop - tu sai ovviamente quando come e perchè, né siamo stati noi a scoprirlo ma lunghissima serie di teorici di cui posso fornirti accurata bibliografia, se ti preme la lista, e fuori dal blog, ....

ma lo stesso qui vuoi chiedere...come mai? lo sai che sono una lavoratrice, schiava del sistema, che viene sul blog solo per distrarsi....mica per fare mostra di erudizione?!


GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-10 16:03:07|di lorenzo carlucci

erminia, posso chiederti secondo te se e come e quanto la "’compromissione’ con i nuovi linguaggi" è questione di contenuto e di metodo?

saluti,
lorenzo


GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-09 23:21:50|di erminia

beh, hanno fatto bene;

almeno la facoltà di Udine dimostra di avere accettato di doversi adeguare al mutare dei tempi e del ruolo del letterato nel sociale

- ruolo che deve incontrare, a qualche punto, le istanze che da quella sfera provengono.

erminia


http://www.erodiade.splinder.com

GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-09 22:39:02|di Vincenzo Della Mea

A Udine a Lettere hanno aperto Scienze e tecniche del turismo culturale, gran successo....


GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-07 22:48:33|

beh, non sto a dirvi quale esimio dantista, visiting professor a Oxford nel 2003 - con cui ho stretto fraterna amicizia, e che rispetto immensamente - reputi in tutta franchezza che le facoltà di lettere siano diventare atenei che laureano una nazione di tour operator e animatori di villaggi estivi.

lo stesso osservava che l’italianistica all’estero vede professor gente che nell’italia del dopoguerra sarebbe stata men che ricercatore.

non sono altrettanto catastrofica e credo che questa decadenza del letterato purosangue sia avvenuta a favore di altri aspetti altrettanto validi della cultura del terzo millennio, che non ha bisogno solo di topi o geni di biblioteca e/o filologi integerrimi, ma di operatori culturali calati nella multimedialità e nella multidisciplinarietà dei saperi.

il mio amico professore di bologna, XXX, non me ne voglia se oso dissentire con la sua critica a questa nuova tipologia di intellettuale ’compromesso’ con i nuovi linguaggi a disposizione della cultura, dell’arte e della critica.


erminia

GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-07 20:47:50|di Vincenzo Della Mea

Ci aggiungo un articolo uscito su La Repubblica un paio di anni fa, ma che tutt’ora campeggia appeso fuori dal mio studio: Metà dei figli di professionisti e dirigenti conclude l’università contro il 10 e 7% dei figli di negozianti e operai. Questo per aggiungere una stratificazione sociale alla scelta umanistica/scientifica...


GLI STUDENTI ITALIANI? POETI E FANNULLONI
2007-05-07 20:08:01|di Gabriele Pepe

A me pare una bella notizia invece ma sarà che sono nato pazzo e non mi sono mai laureato e si vede direte voi... :o))

Viva la lentezza! viva la contemplazione! Non sarà che il fannullismo è l’ultima forma di resistenza umana individuale rimasta? Certo a sbafo dei genitori che intanto si fanno il mazzo per mantenerli, e a spese del grande ceto medio produttivo, ma i virus sono parassiti per natura quindi... :o))

pepe


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