Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Gonzalo Escarpa è nato a Madrid nel 1977. E’ laureato in Filologia Spagnola. Dirige il collettivo di arte/creazione/cultura/azione "Redfósforo" e il Centro di Diffusione Poetica di Madrid. E’ stato coordinatore della Fondazione Centro di Poesia "José Hierro" dal 2003 al 2008. Attualmente è direttore ditoriale delle Edizioni Trashumantes e coordinatore generale del Festival di Poesia e Polipoesia "Yuxtaposiciones", presso il Centro "La Casa Encendida", a Madrid, e del Festival Poetico Arrebato Libros. Insegna nel Laboratorio di Creazione Poetica de "La Piscifactoría", a Madrid. Ha organizzato e realizzato reading e laboratori in diverse Università e spazi, come ad esempio il Mercato della Poesia di Parigi, il Piccolo Teatro di Milano, la Rassegna di Poesia Digitale di Beijing (Cina). Ultimamente la sua ricerca si concentra sullo studio della poetica performativa, le tecniche orali, le componenti visuali della letterarietà e la sperimentazione interdisciplinare.
http://www.escarpa.net/
*
post precedenti:
I - János Pilinszky (Ungheria)
II - Viktor Kubati (Albania)
III - Slavko Mihalić (Croazia)
IV - Mircea Dinescu (Romania)
V - Rade Šerbedžija (Croazia)
VI - Alfred Lichtenstein (Germania)
VII - Marcello Potocco (Slovenia)
VIII - Stanka Hrastelj (Slovenia)
IX - Pablo García Casado (Spagna)
Terra d’erica (autobiografia)
mi svegliano domande come quando / vado
di solito felice fra le cose / rose
di pallido lavoro che
mi dan da mangiare / arenano il tempo, non
lo negheró / (erotica
del potere) / era tutto
così semplice cuando / vado
di solito felice fra / capisco che quello l’ho
già detto, ma vorrei
dirlo e ridirlo / (dirlo
più volte ancora) ogni ora / aste
che si alzano per arare e
arare è andare a stento, ignazio / ioni
positivi che sono quelli che / mio caro
amico: luce per tutti quanti / osmosi
che cerca /
cadono
quelli che non hanno saputo che questo succo
modella lingue / e così stanno le cose /
rose
di un timido tentar di tanto in tanto / è
una poesia / ah / tremendi si bemolli
per scolpire / dire / e riempire il bianco
e nero
della pagina / nessuno
potrebbe odiare il suono
che fugge / è comparso
il tuo nome, non so / sarà un castello
mancante / elenchi
di altri elenchi di parole / le
sento parlare / prima
della poetica c’è l’uomo / erica
cresciuta dalla radice e dalla cura / paura
di svegliarmi ancora essere accesso clamore non si sa mai quando
vado
dono
*
è ammirevole la bellezza, è qualcosa
della quale ne sappiamo tutti ma
voglio dirlo e ridirlo a tutte
le ore è la bellezza incomparabile
la bellezza del cerchio del giardino
e della cartolina e del quadrato quella
bellezza interminabile mento un giorno
quel che era bello si trasforma in grido
lo so non sto svelando nulla ma
è triste e non dirmi di no alzi la mano
chi non ha pianto oggi
da solo e nascosto non è vero
signor mio lei piange tutti i giorni
se non se ne rende conto è un’altra storia
è la bellezza un animale strano
che abita in delle tane trasparenti
la bellezza contorta la bellezza
signore non mi crolli adesso signor mio
non è il momento ascolti attentamente
è ammirevole la belleza, è qualcosa
della quale ne sappiamo tutti ma
forse lei non ci ha pensato bene
a fondo voglio dire voglio
che adesso pensi è semplice a tutta quella
inutile bellezza e sprecata
che lei ha intorno è tutta sua signore
è tutta sua signore non dimentichi
questo faccia di essa quel che vuole
io nel frattempo le ridico voglio
dirlo e ridirlo a tutte le ore
è ammirevole la belleza, è qualcosa
che non può starci in una poesia
*
MIA MADRE
Mia madre vuol che io le spieghi come
si può amare in due settimane.
Mia madre della guerra e della fame
ne ha sentito parlare. Fu fortunata. Nulla
la spaventa di più che un incidente, una
torsione del futuro, la morte di un parente,
la disoccupazione, il cancro, il caso, i brutti
presentimenti. Ma in due settimane
come si può amare. Mi ha sorpreso
-ne son sicuro- una luce nel suo sguardo
da donna ancora bella, gravemente ferita
dalla vita, quando mi domandava
in due settimane, come si può amare,
come si può amare in due settimane.
*
BABEL
Podes, se è quel che vuoi, parlare, world,
ma ne try pas zuhören molto a fondo:
a linguagem does not serve per nihil
‘cause è soltanto un Fasching de palavras,
et changer de idioma è il trick somente
che wir usamos pour n’être pas understood;
schwanken è the future of el habla.
Abbiamo una Zunge and est difícil
hacer que understand le altre Zungen.
Deja a the music zwitschern l’inouï
(die musica, che non ha una Fahne).
E demain hablaremos d’autres things.
*
Se avessimo saputo che l’amore era quello
Rafael Montesinos
Se avessimo saputo che l’amore era quello,
con istruzioni chiare, con grafici e abbozzi,
con precauzione e tatto, ci sarebbe scappato
dalle mani ugualmente, senza troppo rumore.
Come scappano i denti di latte dalla bocca,
o porta la formica il pane al formicaio,
senza renderci conto, senza che passi il tempo
come sbocciano i fiori, ad esempio una rosa.
Se avessimo saputo che l’amore era quello,
non avremmo il bisogno di guardarci alle spalle
usando il congiuntivo del nostro pentimento
-che in più è passato, e molto triste, in più-,
se avessimo saputo, o se avessimo fatto,
se avessimo, se avessimo, se avessimo.
*
quelle grandi serate ascoltavamo
una colonna sonora indiscutibile:
i primi accordi del pianoforte
di marcus roberts, un serpeggiante a foggy
day (gershwin for lovers del 94
columbia records) gershwin
il letto di un motel
e i due innamorati e il sudore
era nel primo cambio
brusco e cinque per quattro herlin riley
quando i corpi incrostati
iniziavano un puzzle di saliva
our love is here to stay
sillabata il contrabbasso
percorre trattenendosi fa mi sol
diesis
arrampicata all’albero
quella mano nascosta sembrerebbe
di donna fra lenzuola
rimbomba un eco insolito è l’eco
prodotto dallo spazio
vuoto tra due corpi
un’eco che è interrotto summertime
da un violino logoro
la filodiffusione della pigrizia
gershwin le lenzuola
tinte da saline trasparenti
a suon di marimbe tropicali
e d’un pianoforte senza un balbettio
intreccia note scure e luminosi allegri
lo stereo hi-fi suona someone
to watch over me ed una
nuova distanza fra le dita
un solo eseguito
con rara precisione preme
esattamente su quelle zone uniche
quella mano che sembra descrivere
un fischio penetrante ed acutissimo
previo al frastuono rauco di nice work
if you can get it un foxtrot
che non segue il ritmo
entra e sale dal tempo
di tre per quattro
di dodici per otto
percuote la testata di metallo
si scrosta la parete ritmo
binario solo
di batteria sax tenore
sette per otto
delira il pentagramma e si confonde
la rotonda struttura filarmonica
temperatura musicale altissima
si sentono degli applausi per la prima volta
ma niente disturba quelli sciolti
in due orizzontali
dentro il ritmo sconquassato della cassa
di risonanza che scivola soltanto
per inerzia con lo stesso ritmo
di una bestia che ulula
gershwin for lovers dura
55’ con 59’’
non sentivamo mai insieme but not for me
pagavamo e ciao e poi la strada
quando arrivavo a casa allora sì
allora un paradiso tutto mio
but not for me il brano dieci l’ultimo
del disco
io lo ascoltavo un numero di volte
pari alla mia voglia di ripetere
quel concerto per pianoforte contrabbasso
batteria due corpi
e un motel
(traduzioni dallo spagnolo di Julio Reija)
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