Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

pubblicato martedì 19 novembre 2013
Blare Out presenta: Andata e Ritorno Festival Invernale di Musica digitale e Poesia orale Galleria A plus A Centro Espositivo Sloveno (...)
pubblicato domenica 14 luglio 2013
Siamo a maggio. È primavera, la stagione del risveglio. Un perfetto scrittore progressista del XXI secolo lancia le sue sfide. La prima è che la (...)
pubblicato domenica 14 luglio 2013
Io Boris l’ho conosciuto di sfuggita, giusto il tempo di un caffè, ad una Lucca Comics & Games di qualche anno fa. Non che non lo conoscessi (...)
 
Home page > e-Zine > Genetica verde, di Michele Alessio

Genetica verde, di Michele Alessio

a partire da "Genetica della stanza" di Matteo Danieli

Articolo postato mercoledì 4 aprile 2007
da Christian Sinicco

Rapporti padri–figli, generazioni passate-generazioni future, uomo–donna, questi i temi donatoci in gocce di poesia, il più delle volte battenti, da Matteo Danieli nella sua raccolta di versi Genetica della stanza presentata di recente e pubblicata all’interno della collana dei Libretti Verdi - da qui il titolo di questa recensione - della casa editrice “Battello Stampatore” di Trieste.
I versi di questa raccolta a volte duri e serrati, come ad esempio quelli che danno il titolo alla raccolta, potrebbero far tornare alla memoria del lettore qualche testo dei “Doors” per il loro ritmo cadenzato, freddo, spigoloso ed incalzante ad ogni strofa, reso ancora più evidente e pulsante durante le recitazioni dell’autore stesso, ottimo performer.
Accanto a questi ritmi frenetici e, all’apparenza, illogici e privi di senso, possiamo riscoprire liriche dall’atmosfera più trasognata, morbida, come quelli di “Das Nachtasyl poem”, che donano al lettore attimi di disperato riposo; ma non è vero riposo, questa calma non è vera calma: è un momento tra quelli vissuti dal protagonista dell’intero ciclo di poesie, un brano della vita del personaggio di questa finzione in versi alla continua ed ossessiva ricerca di un rifugio, che va quasi ad ascoltare (e richiamare) la musica rarefatta e sensuale di Claude Debussy. Il tema che pervade l’intera raccolta, fra l’altro molto attuale, è quello che vede l’uomo moderno cercare rifugio sempre e comunque in una stanza per ripararsi e farsi scudo da ciò che lo circonda e che non gli piace.

Da questa continua ed eterna ricerca del riparo, l’essere umano si ritrova stanco ed infelice, a tal punto che, quando lo trova e lo fa suo, si ritrova più infelice di prima. E dalla pulsante e irrefrenabile voglia di distruzione dello stesso rifugio per ritornare alla libertà, alla vita vera reale, nasce l’incontro con l’altro, il diverso da sé. E da questa esigenza-urgenza primaria e reale del confronto con gli altri, emerge del tutto automaticamente il desiderio cosciente di scendere in strada fra la gente.
L’esigenza-urgenza del dialogo e dello scambio, porta l’autore ad elaborare una sua poetica dell’Abbraccio.
Poetica secondo la quale l’Abbraccio sarebbe il gesto primario dal quale partire per stabilire ogni rapporto interpersonale, anche vissuto come vero ed autentico Dono, scambio di energie vitali da una persona all’altra.
La tematica dell’energia vitale molto cara al poeta deriva da una ricerca personale dello stesso, basata sullo studio e la conoscenza di testi che fanno riferimento alla filosofia e agli insegnamenti buddisti, che fanno dell’Amore Universale e della contemplazione del Divino i due cardini fondamentali dell’esistenza umana.

Con il termine “stanza” l’autore designa non solamente il luogo più segreto di una casa dove avvengono i primi rapporti interpersonali, ad esempio quelli fra genitori e figli o fra uomo e donna, ma anche la città, che può essere intesa ed interpretata come modello di una stanza, ovvero sede dei rapporti fra noi e gli altri esseri umani. Quindi la stanza come luogo dei rapporti famigliari, e città come luogo di incontro-scambio e di apprendimento del mondo che ci circonda.
Il termine Genetica, invece, viene usato dall’autore in due modi, il primo va a designare i processi naturali, chimici e fisici che esistono e perdurano fra genitori e figli, spesso causa di problematiche psicologiche e sociali sempre più diffuse ed ingombranti nel nostro vivere quotidiano, portatrici di malesseri e disturbi della personalità.
Il secondo inteso più profondamente come racconto e tradizione ciclica, che vede la perenne trasmissione dei geni da padre e madre al figlio. Quindi il dar vita lentamente allo scorrere naturale fluido della Storia, intesa come racconto del tempo.
Storia fatta di scontri, incontri, avvicinamenti, allontamenti, vita e morte: tutto ciò in un gioco-danza che ad ogni suo giro tende ad elevare lo spirito del genere umano. Capire a fondo le proprie radici significa conoscere il passato, quello che si era, per “forgiarsi le armi”, per temprarsi con maggior volontà e spirito al futuro. Per ciò vediamo il protagonista che cerca il distacco, l’emancipazione dalla casa del padre per generarne una propria del tutto nuova, quasi fosse una sorta di rinascita.
Notiamo in tale separazione dalla casa del padre un forte richiamo alla filosofia indiana della reincarnazione, del cambiar pelle all’anima.
Entrare in una casa nuova e generata di nuove energie per il protagonista significa prendere coscienza di possedere una sua Entelechia, come prima di lui suo padre, ma non solo, anche avere la massima consapevolezza e visione di essere un individuo formato e in grado di compiere le proprie scelte in autonomia, senza la guida, presenza costante della figura genitoriale.
Con il termine Entelechia il poeta intende quel piccolo atomo, particella del Divino, presente in ognuno di noi in continua crescita e mutazione, che con la maturità fa considerare noi stessi delle personalità ben distinte da coloro che ci hanno generato.
Con questa nuova consapevolezza il protagonista si trova a dover affrontare e a cogliere il mondo da solo senza l’intima protezione che aveva trovato all’interno della famiglia-nido; ciò lo renderà più forte e sicuro nel rapporto col padre a tal punto che in uno scatto d’ira rivolto proprio a quella figura, scrive: “Non sono io né sarò/ Te”.
Questo verso, alla fine di una serie più complessa e dal flusso frammentato (Padre io lo so che/Non sono io né sarò/Io a dettarti tutti i linguaggi/Per parlarci che/Non sono io né sarò/Te e nessun altro che/Che ci porterà insieme a//Parlavamo delle strade che volano basse[...]), trasmette tutta l’ansia per il futuro incerto del protagonista, portato a uno smarrimento totale di fronte al mondo e a se stesso, a tal punto da non voler più scegliere fra sé, i suoi sogni, la sua felicità e quello che il padre si aspetta che sia.
Notiamo inoltre una sorta rinuncia, un dire basta, sintomo del malessere del mondo sempre più oscuro. Per questo motivo il protagonista si dissolve per diventare nulla, estraniandosi con questa rinuncia in una vera e propria perdita di speranze e di verità.
Di contro, nel verso finale di liberazione adolescenza (Verrà/La mia entelechia), possiamo leggere tutta la consapevolezza, convinzione e speranza che anche per lui ci sarà, appunto, l’Entelechia.
Il protagonista lo dice con tale forza e determinazione come se la sentisse generarsi, fiorendo dentro, paragonabile alle sensazioni che prova una madre in attesa di un figlio.
C’è da notare come tali versi all’interno della stessa poesia riflettano, da una parte il buio dello sconforto per il mondo che opprime e schiaccia, dall’altra trovano la luce di una nuova rinascita nella salvezza.
Versi che appaiono come la strada, cammino umano fatto da periodi più o meno lunghi di amaro e di momenti di forte speranza e di pura gioia.

Altra tematica forte e fondamentale di questa raccolta di versi è quella del rapporto fra uomo e donna, che sarà una delle cause che porterà il protagonista ad abbandonare anche la casa dove viveva con la sua compagna per continuare così la disperata ricerca di un rifugio, da dove cominciare di nuovo a vivere e a sperare, metafora anche questa del cammino umano.
Questo abbandono della “casa dell’amore” è dettato da un cambiamento dell’aspetto fisico della ragazza, in seguito ad un intervento di chirurgia estetica - si confronti il testo "Facelifting poem".
Tale mutamento provoca nel protagonista uno smarrimento totale e doloroso, in quanto vede nella sua donna la scomparsa di tutto ciò che amava, sperava, aveva vissuto con lei, le idee, i progetti che avevano fatto insieme di colpo svaniti in un decadimento estetico ricercando una bellezza effimera.
Infatti, una simile decadenza è soprattutto sintomo, chiaro, di un’assenza dilagante di valori e stimoli imperanti nella società occidentale, che porta al rifugiarsi in luoghi vani e disseccati, destinati ad una breve e buia stagione.
Osserviamo, a questo punto, il protagonista ormai senza speranze e deluso da tale condizione, che persa ogni passionalità verso il futuro perde anche la capacità e la forza di amare.
Tale fatto lo porta ancora alla ricerca spasmodica, e senza fine, di un riparo sicuro, vagando da uno all’altro senza afferrarlo mai.
In questa ricerca si trova l’essenza stessa dell’esistenza, la quale è fatta di traguardi da raggiungere e, una volta varcati, ci danno la netta sensazione che il ricercare nostro sia incompiuto; così ci mettiamo nuovamente in cammino per trovare quel senso di finito che forse è proprio la vita stessa.
Da questo totale spaesamento deriva la necessità per il protagonista di scendere per la strada fra la gente come unica via di fuga e di salvezza.

Per concludere, proprio la strada e più in generale la città, sono vissute e concepite come la grande stanza della collettività, da dove si muovono idee, opinioni, contaminazioni e rapporti che fanno crescere gli uomini in un avvenire comune e cosciente.

Commenta questo articolo


moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Un messaggio, un commento?
  • (Per creare dei paragrafi indipendenti, lasciare fra loro delle righe vuote.)

Chi sei? (opzionale)