Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

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Gian Maria Annovi

SELF-EATERS (AUTOFAGI)

Articolo postato domenica 19 ottobre 2008
da Maria Valente

self – eater #1

non distingue le dita delle mani
dalle dita dei piedi non distingue

la cartilagine dall’unghia
che è la cosa morta che
gli cresce

e se ne nutre:

si allunga dunque e flette e piega
gli arti di plastilina

l’arte è lui: contorsionista bambina

deformata dall’idea di perfezione

self – eater #5

non si regge coi piedi e con le mani:
le protesi che devono restare
fin quando non sono ricresciute

piegato col mento sul costato
si squama e si distacca come niente
lo scatolo di ossa che lo tiene

ne pendono le parti dai cordoni
che morde e subito divora

è come parlare dello scrivere
un atto che ingoia la parola

self –eater #8

vive da solo separato dal mondo

sillaba autonoma e suono
voce che s’auto-consuma

(e trascina tra le sterpaglie)

poi aspetta la notte in ginocchio

con la mano infilata nella bocca
nella gola

quasi addormentata nell’esofago

*

< Interruption >

ne catturano uno il gruppo dei vicini
con megafoni, spranghe, videofonini

*

prima lo legano a un palo
della luce

uomini illuminati e un bambino:

“guardala mamma la mano
nuova che gli è cresciuta!”

e si toglie il dito dalla bocca

e gli sputa

Gian Maria Annovi è nato nel 1978 a Reggio Emilia. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca presso l’Università di Bologna; vive a New York dove studia e svolge attività didattica alla Columbia University. Ha pubblicato Denkmal (l’Obliquo, Brescia, 1998) e Terza persona cortese (d’if, Napoli, 2007); suoi testi sono apparsi su numerose riviste (Poesia, il verri, Atelier, Versodove, Private…) e varie antologie, tra cui Poesie dell’Inizio del mondo che raccoglie i testi dei vincitori del Premio Delfini 2005-2007. Nel 2006 ha vinto il premio Russo-Mazzacurati per la poesia. Ha lavorato come drammaturgo con i coreografi Alessandra Ferrari e Antony Rizzi e per le compagnie di danza Elleboro e Secondo Taglio. Per quest’ultimo ha realizzato come autore e regista lo spettacolo Wunderland, semifinalista al Premio Scenario 2003.

Qui una presentazione di Marco Giovenale

Immagini: opere di Dana Schutz

4 commenti a questo articolo

Gian Maria Annovi
2008-10-25 22:29:40|

Sono testi molto crudi, impressionanti, contorti pur nella loro evidenza.
Spiazzano, non c’è dubbio, inducono a pensare molto. Potrebbero essere metafore di qualsiasi cosa, in qualsiasi luogo, tempo contemporaneo, ecco perchè ritengo tutti i testi di Gianmaria:da Denkmal, Terza persona cortese,a questo Self-eaters degli evergreen.

Monia


Gian Maria Annovi
2008-10-21 10:28:00|di renata

da aggiungere all’entusiasmo di ieri: i self-eaters mi colpiscono molto perché mi pare che riescano a dire, ironicamente, contemporaneamente, dell’ossessione dell’occidente del teorizzare se stesso (che gli fa presumere la sua ’superiorità’), e della natura onnivora dell’amore, pericolosamente in bilico sull’orlo del sadismo.
ma ci sarebbe molto altro da dire, da pensare.
per ora, quindi, un saluto caro,
r


Gian Maria Annovi
2008-10-20 10:17:23|di renata

grandissime!


Gian Maria Annovi
2008-10-20 05:49:32|di maria

Testi da Self-eaters, Emilio Mazzoli Editore, Modena, 2007.

Si ringrazia l’autore per la cortese disponibilità.


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