di Giacomo Verde

Il video-cellulare crea una nuova dimensione della ripresa video: l’immagine quotidiana e personale diventa facilmente documentabile e condivisibile svelando in maniera evidente quello che dovremmo sapere da sempre:il personale è solo un aspetto del collettivo.
Ma per cogliere il valore condivisibile di quello che potrebbe essere una semplice ripresa personale risulta necessario dichiararlo. Così arriva la parola a dare titolo, contesto, indicazione di lettura e svelamento. Meglio ancora se è una parola che suona come "poetica" e che quindi apre a diverse possibilità di lettura. Una "parola" che dà senso alla sequenza video che allo stesso tempo l’ha generata e resa necessaria. Un incontro tra video-cellulare e testo scritto che ne riconfiguri le reciproche necessità: questo è l’intento del progetto Poetry Video Cell.
Un video al mese cercherà di seguire questa traccia.


Giacomo Verde si occupa di teatro e arti visive dagli anni 70. Dagli anni 80 realizza oper’azioni collegate all’utilizzo creativo di tecnologia "povera": videoarte, tecno-performances, spettacoli teatrali, installazioni, laboratori didattici. E’ l’inventore del "tele-racconto" - tecnica utilizzata anche per video-fondali-live in concerti e recital di poesia. E’ tra i primi italiani a realizzare opere di arte interattiva e net-art. Ha collaborato con diverse formazioni artistiche come autore, attore, performer, musicista, video-scenografo o regista. Riflettere sperimentando ludicamente sulle mutazioni “tecno-antropo-logiche” in atto e creare connessioni tra i diversi generi artistici e’ la sua costante.
Ha recentemente pubblicato "ARTIVISMO TECNOLOGICO. Scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologie". Prefazione di Antonio Caronia. Edizioni BFS, Pisa.

http://www.verdegiac.org

pubblicato sabato 4 giugno 2011
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pubblicato giovedì 24 marzo 2011
SeStessi Video Cell dur. 50’’ - Marsala - 15 Novembre 2010 Non si vede ma la ripresa e’ fatta dal fondo di una piscina vuota. Non si capisce ma (...)
pubblicato giovedì 3 marzo 2011
Un lampo attira l’attenzione. Qualcuno sta lavorando sui binari della stazione. E’ notte piena. Pochissimi treni e viaggiatori. Mi avvicino per (...)
 

di Stefano La Via

aggiornato giovedì 24 marzo 2011
 

di Massimo Rizzante

aggiornato venerdì 29 luglio 2011
 

di Gabriele Frasca

aggiornato giovedì 5 maggio 2011
 

di Cecilia Bello Minciacchi,
Paolo Giovannetti,
Massimilano Manganelli,
Marianna Marrucci
e Fabio Zinelli

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di Rosaria Lo Russo

aggiornato sabato 21 maggio 2011
 

par Pierre Le Pillouër

aggiornato giovedì 17 maggio 2012
 

di Luigi Nacci & Lello Voce

aggiornato domenica 13 novembre 2011
 

di Massimo Arcangeli

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di Sergio Garau

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di raphael d’abdon

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di Claudio Calia

aggiornato venerdì 2 dicembre 2011
 

di Yolanda Castaño

aggiornato martedì 9 novembre 2010
 

di Domenico Ingenito & Fatima Sai

aggiornato mercoledì 10 novembre 2010
 

di Chiara Carminati

aggiornato giovedì 13 gennaio 2011
 

di Gianmaria Nerli

aggiornato giovedì 16 settembre 2010
 

di Maria Teresa Carbone & Franca Rovigatti

aggiornato giovedì 17 marzo 2011
 

a cura di Massimo Rizzante e Lello Voce

aggiornato domenica 27 novembre 2011
 
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Gira il porchetto gira

Articolo postato domenica 26 settembre 2010

Musica jazz. Il quartetto prova un pezzo nuovo di Gavino Murgia. In sala si suona mentre fuori sul fuoco gira un porchetto allo spiedo, lentamente si cuoce. Si prepara per il pranzo. Gira l’inquadratura e la musica nella stanza. Ad ogni pausa si va a controllare. Sembra che il porchetto si cucini con la musica, e che giri a tempo. Ma nel gruppo c’e’ anche un vegetariano che non lo mangerà: è il batterista, che dà e tiene il tempo. Che paradosso: gira il porchetto gira, mentre il vegetariano, suona la batteria.

con Salvatore Maltana al contrabbasso, Gavino Murgia al sax, Marcello Peghin alla chitarra e Alessandro Garau alla batteria.

Nuoro 24 - 09 - 2010

dur: 2’ 03"

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