Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Giuseppe Conte è vittima di un’allucinazione: quella di credersi "Giuseppe Conte".
Andrea Cortellessa, Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli
Io, poeta, nella giuria delle Veline
Ci sono mondi che sembrano per definizione inconciliabili. Quello della poesia, elitario, povero, minuscolo ma con immense ambizioni spirituali. Quello delle veline televisive: popolare, di grandissimo impatto mediatico, estraneo per lo più a ogni tormento dello spirito. Mondi che si elidono, direbbe qualcuno più severo di me. Mondi che si incontrano, anche se nello spazio di un attimo, dico io, chiuso in questo camerino dello studio 11 nel complesso di Mediaset a Cologno Monzese, mentre aspetto mesto e un po’ galvanizzato che l’assistente di produzione mi chiami per partecipare come giurato alla finalissima di Veline. Mi ha portato un toast e dell’acqua minerale frizzante, mi ha accompagnato al «parrucco», ovvero dalla pettinatrice che ha dato una occhiata sconsolata ai miei capelli, come dire: che cosa posso farne? Ci spruzza una nuvola tempestosa di lacca. In alternativa mi aveva proposto un codino piccolissimo per tenerli in ordine. Ho rifiutato il codino. Come frivolezza, ce n’è già abbastanza nell’essere qui. Camminando nel corridoio, intravedo nel loro camerino due protagoniste, due aspiranti veline, una bionda e una mora come da copione. Sono lì impaurite, titubanti, nei loro movimenti e nei loro sguardi si vede tutta l’ansia che stanno provando. Altro che «stacchetti»: sembrano due che stiano per farsela sotto.
Il mio camerino è davanti alla sartoria. Sbircio per vedere qualche vestito, perché l’abito e il trucco fanno il monaco in televisione. Basta pensare alla differenza tra la Nina che ho visto prima sul piazzale, in jeans e felpa, irriconoscibile, e quella che mi compare davanti con quelle gambe da autostrada e quel seno che si spinge tanto in fuori come se volesse spiccare il volo. Aspetto Antonio Ricci, il maestro della televisione e della satira, a cui mi legano amicizia e Liguria. Ma Ricci tarda. Così me ne sto lì, e continuo a sbirciare il corridoio. C’è un ragazzo che fa il tecnico ed è sicuramente atteso nello studio ma se ne sta lì impalato anche lui, in ammirazione. Io mi giustifico: non sono un voyeur, sono un giurato. Non ho il coraggio di dire: sono uno scrittore, un poeta: non ci crederebbe.
Una spilungona in abito di lamé cortissimo beve con fare cameratesco dal collo di una bottiglietta di minerale. A un’altra ragazza una sarta sta finendo di cucire addosso un corpetto bianco. Una dall’espressione molto intensa, dai tanti riccioli neri e dal nome arabo che fatalmente rende ancora più succinte le dimensioni dei suoi pantaloncini, si fa fotografare con una sarta, e poi si scatta una foto con lei. Fric... fric... i telefonini qui servono a quello. Due si fanno ritrarre abbracciate... Ora sono nello studio, sul palco, le luci sono sfolgoranti, un assistente sciamannato e ammiccante raccomanda urlando al pubblico di alzare le mani al cielo appena le telecamere cominciano le riprese. C’è un clima di attesa quasi messianica. Non sarà troppo? È la diretta il nuovo dio del nostro tempo? E le aspiranti veline sono dietro una specie di tenda, sedute, afflosciate, soffocate dalla tensione. Nel giro di un balletto e di due battute si giocano il loro destino dei prossimi anni: l’ombra, o una sterminata visibilità mediatica, pubblicità, grana. E io? Che ci faccio io? Devo votare. Devo scegliere. E non è facile. Ma neppure difficile. Per me, in fondo, è un gioco, un’ora di divertimento fuori del mio solito mondo, una prova generale di autoironia. Non ho sempre sostenuto che la poesia è viva, pervade le nostre vite e la nostra realtà anche quando esse lo ignorano? Il copione prevede che mi si chieda se le veline sono pura poesia. Rispondo in difesa. Per quello che le conosco io, le ragazze sono belle «fuori», cioè hanno delle belle forme, e dunque, concludo con un po’ di retorica, sono la «forma» vivente della poesia. Ma la poesia vera, quella terribile, fatta di verità e di tormento, di tenerezza e di disperazione come la vita la incontro alla fine. Dopo che la coppia vincitrice, Federica Nargi e Costanza Caracciolo, fresche e bambine, adatte a destare simpatia prima ancora che desiderio, è stata proclamata tra corone, scettri e coriandoli. Mi imbatto in una delle ragazze sconfitte. È quella dall’improbabile nome esotico, Jade, quella che io personalmente ritenevo la più dolce e sexy insieme. È a piedi nudi, spettinata, il trucco disfatto, devastato dalle lacrime: semplicemente bellissima. Faccio quello che un giurato non dovrebbe mai fare. Le svelo il mio voto. Non ti avrei escluso, le dico, anzi, mi correggo, non ti ho escluso, ed è vero. Le accenno una carezza, ahimè molto, molto paterna. Ci vuole altro per consolarla. Mi mormora semplicemente grazie. E continua a camminare a piedi nudi, chissà perché, e a piangere.
Giuseppe Conte, "Il Giornale", 19 settembre 2008
14 commenti a questo articolo
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-22 01:49:12|
E’ che uno può pure cazzeggiare ogni tanto, o reclamare il diritto di fare cazzate. Non credo che Conte abbia scritto il pezzo non sapendo di sputtanarsi o di essere deriso. L’avrà fatto per gioco. Insomma, niente di importante. Che cavolaccio ce ne frega?
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-21 21:15:51|di Michele Fabbri
Non sono un bacchettone, non c’è niente di male nel far parte della giuria di un concorso di bellezza, però dagli intellettuali ci si potrebbero aspettare azioni di impegno civile più sostanziose...
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-21 12:46:36|di Lello Voce
Ti rispondo con piacere fabian: la giuria che giudicherà tutti coloro che sono responsabili di aver fatto finire nella merda questo paese. Poeti e veline compresi. Ma è che ho un ego ipertrofico. Non farci caso
lv
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-21 11:59:16|di giusto misiano
Intanto il défilé speronàva nel ticchettìo delle pedane si nutriva di tèdio e ruga , nel succo di pompelmo , il successo , con registi giudici di cellulòide. La parola d’ordine era una
Striscia insindacabile , di pieno capital consumo ,la pronazirazza, irriperibile scope per non spolverare. == da ( Colonie EuroUsa 1986 )
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-21 00:58:48|di Christian Sinicco
Raos, non ci sono confronti. Mi domando quale intelligenza possa pensare a queste cose, solo per fare un po’ di scalpore e fare notizia sui giornali. Non so come si possa pensare a una pacificazione...di che? Su queste cose non si può scherzare.
Riguardo il fatto che Conte vada ad un concorso di miss, o io o te (che comunque non penso ci inviteranno, ma anche se ci invitassero, magari si va si passa una serata ci si fa una risata si pensa anche mio dio la ragazza ci è rimasta male piange ma c’è gente che lavora sfruttata contratti a progetto intermediazione di manodopera da parte anche delle coop, pure quelle rosse, lavoro in nero praticamente legalizzato dopo che l’italiano si è autocastrato con l’abolizione dell’articolo 18, e poi assurde protezioni sindacali di categorie come i piloti al-addio-all’italia che mio dio non si rendono conto come si lavora in italia e sciacalli che con i soldi dei contribuenti si vogliono impadronire di società pubbliche scaricando sui contribuenti le perdite della società, soldi miei tuoi, forse no perché stai in france, ma io penserei piuttosto ma che piangi a fare ti rendi conto della realtà? altro che poesia, quella è da fare) o chiunque altro, per me non è un problema. Il problema è: i giornali, perché danno spazio a ’ste cose, perché non parlano dei problemi del paese, perché non fanno cultura? Allora Salvi, che va a bersi una birra, non merita un reportage? Soprattutto, che fanno i poeti? Si imboccano di carte veline? Qui la responsabilità è di un giornale che pubblica sta roba, e non credo che né io né Padua né voce si possa scagliare la prima pietra su Conte (anche se, Conte, se c’hai spazio sui giornali, perché non parli di cultura?), piuttosto una vagonata di pfui su chi dà spazio a queste notizie.
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-20 16:06:11|di giusto misiano
"vorrei essere tutto,fuorché me stesso.( Da parola al plurale) auguri, ora torna a casa
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-20 15:11:50|di Alessandro Salvi
Dopo Rondoni prefatore del geniale Bondi e Aldo 9 neocattolico catodico obeso, ecco un altro nume. Bene, bene. Conati di vomito, prurito, disgusto e nausea... Vado a bermi una birra che e’ meglio (tanto per rimanere nel tema cito Quattrocchi).
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-20 14:36:29|di fabiandirosa
1981
(...)
Un giorno se mi leggerà il lettore del
terzo millennio, saprà che c’erano gli
alberi e i desideri, le palme e i pini, e gli
eucalipti dalle foglie a quarto di luna, e le
rose: chi non voleva più soffrire, e chi
voleva amare tutto, chi di se
stesso faceva dono e dei poemi
violenti e lontani erano, semplici e
deboli
(da L’oceano e il ragazzo di Giuseppe Conte)
ora vorrei fare una considerazione: uno che scrive così, cosa ha fatto per finire in una giuria la cui esaminanda vincitrice è già predestinata?
forse l’aria delle cinque terre o quella di Nizza.
eh bei tempi quando firmava autografi a Milano, in qualche libreria del centro, nel 2001 circa prima di andare alla RAI tv.
LelloVoce, che oggi assomiglia a tutti tranne che ad un poeta e per questo secondo me è un poeta, se tra 10 anni te lo proponessero: di quale giuria vorresti far parte? Te lo chiedo anche a costo di sembrare impiccione o retorico o sarcastiico.
Lo so, sono off topic e qualsivoglia risposta non è d’obbligo nè per forza diretta
pseudonimo di fabio luise
Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-20 10:07:28|di andrea raos
al di là di ogni immaginazione non direi... non c’è mai limite a nulla, l’avevate letta questa?
http://www.corriere.it/cronache/08_...
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Giuseppe Conte, un P. nella giuria delle Veline
2008-09-30 06:44:47|di Palex
Mi chiedo come si possa pensare che un poeta debba vivere staccato dalla realtà.
Credo che Giuseppe si sia divertito molto alla serata e la sua capacità poetica sta proprio nel tirar furoi la poesia anche dalle... veline.
Tutte queste parole, questi commenti sono sterili e rimandano un ideale di "poeta" veramente al di fuori del tempo.
Non scrivo poesie, mi occupo di umorismo, mi sono avvicinato allo scritto sul giornale aspettandomi quelche riga brillante e divertente. Così è stato, ma alcune immagini, alcune note, son degne di uno scrittore che osserva la realtà e la rielabora.
Scrivere e leggere poesia su un albero, isolati da una realtà che ci ha fatto superare l’anno duemila, è veramente da idioti. Scusate lo sfogo.