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Henry Michaux

Il lobo dei mostri

Articolo postato lunedì 1 settembre 2008
da Maria Valente

Un nervo effettua un incontro

Quando il pus incontra un nervo, si tratta di un incontro insignificante per il pus, subdolo per il nervo, folgorante per il ferito.
Già durava da sei giorni e noi eravamo sempre là, tutti e tre, il pus, il nervo e io e, sebbene facesse parte di una zona poco estesa, la sofferenza aveva molteplici spade e tra le più lunghe e veloci che si vedessero in molti rinomati combattimenti.
A me fu data battaglia a causa del vizio del mio sangue e del mio scarso nutrimento; dovetti subirla, fronteggiando incomparabili attacchi, durante sei giorni senza tregua, sotto una gragnuola di colpi di picche che mi avevano reso, se si fosse potuto vedere, famoso allo stesso modo dei capitani più grandi, i quali non ne subirono di così forti. Ma non lo si vide e nascosi sotto un’aria tanto fredda quanto miserabile la grandezza del duello che continuava freneticamente, in un subdolo e tetro silenzio.

Un lobo dei mostri

Dopo la mia terza ricaduta vidi, attraverso la vista interiore, il mio cervello dalle spire vischiose e, in maniera macroscopica, i suoi centri di cui quasi nessuno funzionante, laddove mi sarei aspettato di veder piuttosto del pus o un tumore.
Come mi misi a cercare un lobo che fosse ancora in buona salute, ne vidi uno smascherato dal raggrinzimento degli altri. Era in piena attività e dei più pericolosi; in effetti era un lobo dei mostri. Più lo fissavo e più ne ero sicuro.
Era il lobo dei mostri, abitualmente ridotto a una condizione inattiva, nel cedimento degli altri, attraverso una sostituzione potente, saltuariamente mi assicurava in vita; Era dunque saldata alla mia, la vita dei mostri. Ora io avevo già avuto, durante tutta la mia vita, il più grande male a riportarli al rango di subalterni.
Forse rappresentavano adesso gli estremi tentativi compiuti dal mio essere per sopravvivere. Su quelle mostruosità, non oserei dirlo, io prendo sostegno. Chi avrebbe creduto che, a quel punto, tenessi alla vita?
Andavo aggrappandomi di mostro in mostro, di bestia in bestia…

tratto da Henry Michaux
Il lobo dei mostri
Edizioni l’Obliquo, Brescia 2006
www.edizionilobliquo.it
edizioni@edizionilobliquo.it
(titolo originale Le lobe des monstres,
versione dal francese di Pasquale Di Palmo)

7 commenti a questo articolo

Henry Michaux
2009-07-23 00:32:10|

Salve,
cerco il libro "Lo spazio interiore" di Henri Michaux, pubblicato da Einaudi nel 1968,
ringrazio in anticipo chi mi fornirà qualsiasi informazione in merito.
email:
www.beatsupernovarasa.com@gm...


Henry Michaux
2008-10-24 17:07:20|di lettrici insaziabili di storie perdute

i viaggi più nascosti tra il corpo della mente e i suoi vettori presi come strade, luminose e scure fino al sangue mascherato di violetto.
certo trattenersi da questi ultrasuoni sarebbe meglio e stare meno da soli ma l’alternativa di um manicomio non gli sarebbe piaciuta, morire nell’incubo ordinato da altri.
bolle d’aria portano fiumi di vedute a strapiombo in bilico tra se stessi e l’oltre di un ipofisi,
da uno sguardo che vede troppo a fondo anche dentro la vena che scorre dallo stomaco all’intestino a il suono di una parola che accolta nell’orecchio si fa spazio nel sibilio di un polmone. ...


Henri Michaux
2008-09-04 21:12:29|di maria (v)

Non vorrei addentrarmi nei sentieri impervi di audaci accostamenti, tanto più che in questo periodo le parole mi terrorizzano. Tra Trakl e Michaux io avverto tutta la differenza di un austriaco da un belga e quindi due tradizioni diverse, diversi modelli, diversa ispirazione etc etc
comune mi sembra, come forse intende giusto, il tema notturno, la piega delirante, il lavoro onirico...però in Michaux il tragico è mascherato da vena umoristico- macabra, "Humor da scorticato", secondo definizione di Cioran, non so se sia questo sadico distanziamento ad avergli garantito una certa longevità all’altro interdetta o se si tratti di una morte solo più lunga più lenta, in differita. boh, mie riflessioni un po’ fuori luogo, e per grasse generalizzazioni. lasciano il tempo che trovano.
grazie comunque a giusto misiano per l’attenzione.


Henry Michaux
2008-09-04 13:57:35|di giusto misiano

l’alchimia pittografica di Henri Michaux è un viaggio nel linguaggio primitivo senza più alfabeti e senza piu ordinate scritture che incespicano nell’impotenza costante di esprimersi in parole la sua geografia è nel Veliero della solitudine la sua malinconia è simile ad un altro poeta Austriaco, Trakl Georg.


Henry Michaux
2008-09-03 21:50:51|di maria(v)

Silvia, sempre premurosa con tutti, sempre dolce.
un grazie a te e un caro saluto


Henry Michaux
2008-09-03 00:43:47|di Molesini

Ti si dovrebbe invece ringraziare di proporre tutti questi spunti interessanti. Ciao Maria.


Henri Michaux
2008-09-01 08:24:47|di maria valente

chiedo scusa a tutti. commetto sempre qualche errore imperdonabile, stavolta più che mai, ovviamente era

HENRI Michaux.


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