Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
I BEGLI OCCHI DELLE DONNE
Tre poesie di Rukeyser e Paley che mi sembra facciano il punto sulle modalità di uno sguardo differente e gettino un ponte sulla possibilità di uno scambio di parole tra uomini e donne. La prima, del 1973, è un classico, l’inquadramento mitologico della diversità che rimane fuori dalla porta stretta della lingua. È un problema che i poeti in lingua italiana dovrebbero avere ben presente. Basta essersi fermati un momento a considerare il funzionamento del falso neutro plurale, e domandarsi che tipo di sguardo sul mondo viene suggerito a bambini e bambine (e agli stessi poeti, quando erano bambini e bambine) fin dai loro primissimi rapporti con le parole.
La seconda mette in relazione la poesia con il senso e il valore della differenza. È un testo costruito anche per essere detto, pronunciato, recitato “con parole quasi uguali” (“Spoken in almost exactly these words at the American Poetry Review Conference on Poetry and the Writer’s Responsibility to Society, Spring 1984”). Paley sceglie di bucare in questo modo la superficie lucida, il noli me tangere del testo poetico scritto.
La terza è la ripresa di un topos, il paragone tra la zona della poesia e la zona della cucina, con tutto il corredo metaforico del cucinare, del cibo cucinato eccetera, percorso avanti e indietro dall’immaginario poetico delle donne. Ma ironico e aggiornato, dispettoso e irriverente quanto basta.
Ho ritradotto i testi, perché le versioni in circolo sono sciattarelle anzichenò. E pensavo: non sarebbe interessante fare un bilancio di genere di alcune zone della traduzione poetica? Intendo dire, chissà se ci sono differenze percepibili nell’esercizio della traduzione, tra uomini e donne. Ad esempio mi domando (rispondi, Rosaria Lo Russo!) in questo momento storico, in queste condizioni sociali, un traduttore italiano ad esempio della Sexton sarebbe stato in condizioni di cogliere e restituire nella sua complessità il tema “figlia di solo padre”?
V.T.
Muriel Rukeyser, MITO
Molto tempo dopo Edipo, vecchio e accecato, camminava per le
strade. Sentì un odore familiare. Era
la Sfinge. Edipo disse, “Ho una domanda.
Perché non ho riconosciuto mia madre?” “La tua risposta
era sbagliata”, disse la Sfinge. “Ma era quella che ha reso
tutto possibile”, disse Edipo. “No”, lei disse.
“Quando ho chiesto: che cos’è che cammina a quattro zampe la mattina,
due il giorno, e tre la sera, hai risposto:
l’Uomo. Non hai parlato della donna.”
“Quando si dice Uomo”, disse Edipo, “sono comprese anche
le donne. Lo sanno tutti.”
Lei disse, “È quello che pensi tu.”
MYTH (Breaking open, 1973)
Long afterwards, Oedipus, old and blinded, walked the
roads. He smelled a familiar smell. It was
the Sphinx. Oedipus said, “I want to ask one question.
Why didn’t I recognize my mother?” “You gave the
wrong answer,” said the Sphinx.“But that was what
made everything possible,” said Oedipus. “No,” she said.
“When I asked, What walks on four legs in the morning,
two at noon, and three in the evening, you answered,
Man. You didn’t say anything about woman.”
“When you say Man,” said Oedipus, “you include women
too. Everyone knows that.” She said, “That’s what
you think.”
Grace Paley, È RESPONSABILITÀ
È responsabilità della società accettare che il poeta sia un poeta
È responsabilità del poeta essere una donna
È responsabilità del poeta stare agli angoli delle strade
consegnando poesie e volantini scritti mirabilmente
o volantini dalla retorica esasperata
inguardabili
È responsabilità del poeta essere pigro andare in giro a vaticinare
È responsabilità del poeta non pagare tasse destinate alla guerra
È responsabilità del poeta entrare e uscire da torri
d’avorio e bilocali in periferia
e campi di granoturco e accampamenti militari
È responsabilità del poeta maschio essere una donna
È responsabilità del poeta femmina essere una donna
È responsabilità di chi è poeta affermare la verità contro il potere come dicono
i Quaccheri
È responsabilità di chi è poeta imparare la verità da chi non ha potere
È responsabilità del poeta dire molte volte: non c’è
libertà senza giustizia e questo significa giustizia
economica e giustizia degli affetti
È responsabilità del poeta cantarlo in tutte le chiavi
originali e tradizionali in cui si cantano e dicono le poesie
È responsabilità del poeta ascoltare le chiacchiere e rimetterle
in giro come i cantastorie che travasano il racconto della vita
Non c’è libertà senza paura e coraggio. Non c’è
libertà se non continuano
la terra e l’aria e l’acqua e se non continuano
anche i bambini
È responsabilità del poeta essere una donna sorvegliare
il mondo e gridare come Cassandra ma stavolta
essere ascoltata.
It is the responsibility (Begin Again: Collected Poems, 2000)
It is the responsibility of society to let the poet be a poet
It is the responsibility of the poet to be a woman
It is the responsibility of the poet to stand on street corners
giving out poems and beautifully written leaflets
also leaflets they can hardly bear to look at
because of the screaming rhetoric
It is the responsibility of the poet to be lazy to hang out and prophecy
It is the responsibility of the poet not to pay war taxes
It is the responsibility of the poet to go in and out of ivory
towers and two-room apartments on Avenue C
and buckwheat fields and army camps
It is the responsibility of the male poet to be a woman
It is the responsibility of the female poet to be a woman
It is the poet’s responsibility to speak truth to power as the
Quakers say
It is the poet’s responsibility to learn the truth from the powerless
It is the responsibility of the poet to say many times: there is no
freedom without justice and this means economic
justice and love justice
It is the responsibility of the poet to sing this in all the original
and traditional tunes of singing and telling poems
It is the responsibility of the poet to listen to gossip and pass it
on in the way story tellers decant the story of life
There is no freedom without fear and bravery. There is no
freedom unless
earth and air and water continue and children
also continue
It is the responsibility of the poet to be a woman to keep an eye on
this world and cry out like Cassandra, but be
listened to this time.
Grace Paley, ALTERNATIVA EPISODICA DEL POETA
Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po’ di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati
la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un’autopompa sul
pavimento della cucina
questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola
questo non succede con le poesie
a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto
The Poet’s Occasional Alternative (Begin Again: Collected Poems, 2000)
I was going to write a poem
I made a pie instead it took
about the same amount of time
of course the pie was a final
draft a poem would have had some
distance to go days and weeks and
much crumpled paper
the pie already had a talking
tumbling audience among small
trucks and a fire engine on
the kitchen floor
everybody will like this pie
it will have apples and cranberries
dried apricots in it many friends
will say why in the world did you
make only one
this does not happen with poems
because of unreportable
sadness I decided to
settle this morning for a re-
sponsive eatership I do not
want to wait a week a year a
generation for the right
consumer to come along
*
Muriel Rukeyser (1913-1980), poeta e attivista politica, esordisce negli anni Trenta con Theory of Fligt, pubblicata nella Yale Series of Younger Poet. La sua scrittura ha influenzato Anne Sexton e Adrienne Rich. Una bibliografia qui.
Grace Paley (1922-2007), poeta e narratrice, pacifista e femminista “ascoltatrice a prua della grande Manhattan”. Racconti brevi e autobiografia sono stati pubblicati da Einaudi. Biografia e bibliografia qui; It is responsability si può ascoltare nella parte finale di questa intervista.
2 commenti a questo articolo
I BEGLI OCCHI DELLE DONNE - Tre poesie di Rukeyser e Paley
2010-07-26 16:22:33|di renatamorresi
ciao v.t., ci saremo parlate telepaticamente? anch’io pensavo a paley quest’estate, e proprio alla sua torta - belle queste domande che ti fai: a giudicare dal response, "il bilancio di genere" non interessa, ahimè, a molti (forse perché la disfatta è così evidente?!) - di conseguenza, circa la seconda (se posso permettermi), penso di sì, presumo di sì, nonostante lo stato di apparente (generalizzata?) orfanità...
un caro saluto,
r
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I BEGLI OCCHI DELLE DONNE
2010-07-29 09:37:32|
Ciao Renata, beh, la domanda l’ho buttata là ma non sono affatto sicura della risposta, né in positivo né in negativo, dico. Ho chiamato in causa Rosaria nello specifico solo perché avevo fatto l’esempio della Sexton (chiaro, la domanda è relativa solo ad alcune zone di indagine come l’identità femminile il rapporto col maschile eccetera che nelle confessional si vedono bene) e ci sarebbe “L’estrosa abbondanza” per fare qualche paragone diretto.
Bilancio di genere però era un po’ ironico, per disfatta che intendi? La disfatta di questo tipo di gergo democraticofemminista o altro? Dimmi, sono curiosa. Un saluto a te
v.t.