Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
E’ da qualche mese disponibile un prezioso volumetto edito dall’Associazione Culturale Colonos, uno dei principali centri di cultura del Friuli, nella collana Notis diretta da Federico Rossi; documenta l’attuale condizione poetica nella regione, partendo da un happening tenutosi nel settembre 2005 nella sede dei Colonos. Il volume, curato da Pierluigi Cappello ed intitolato I colôrs da lis vôs (I colori delle voci), comprende testi di: Novella Cantarutti, Tito Maniacco, Luciano Morandini, Elio Bartolini, Nelvia Di Monte. Ivan Crico, Umberto Valentinis, Pierluigi Cappello, Vincenzo Della Mea, Mary Barbara Tolusso, Silvio Ornella, Antonio De Biasio, Giacomo Vit, Federico Tavan, Flavio Santi, Luigi Bressan, Rosanna Paroni Bertoja, Leonardo Zanier, Alberto Garlini, Gian Mario Villalta, Ida Vallerugo, Amedeo Giacomini. Di ogni poeta è presente un solo testo poetico, accompagnato però da un contributo personale sulla poesia. Nel CD allegato sono presenti le registrazioni audio dei ventidue testi proposti; il volume è ulteriormente arricchito da fotografie dei poeti curate da Luca D’Agostino, Danilo De Marco, Nicola Boccaccini e Paolo Medeossi. Il volume è dedicato a Elio Bartolini e Amedeo Giacomini, due grandi della poesia friulana mancati durante il 2006. Quel che segue è un estratto dalla prefazione di Pierluigi Cappello, che rende conto delle ragioni dell’evento e del libretto.
Appartiene alle suggestioni di Voyelles lo spunto di intitolare la giornata di poesia svoltasi l’undici settembre del 2005 ai Colonos I colôrs da lis vôs, titolo che, a mio parere, dà conto della grande varietà di proposte degli autori friulani: ventidue poeti convocati, mezzo secolo di poesia, da Novella Cantarutti (nata nel 1920) a Flavio Santi (nato nel 1973), l’intera varietà del friulano rappresentata (dal carnico di Leonardo Zanier al friulano centrale di Nelvia Di Monte all’andreano di Federico Tavan) con in più buona parte dei poeti che si esprimono in italiano e gli ex-lege: Ivan Crico (con il suo prezioso bisiacco), Gian Mario Villalta (che diteggia due lingue: l’italiano e il veneto spurio di Visinale) e Luigi Bressan (codroipese, ma che utilizza per i suoi versi il nativo veneto di Agna). In tale circostanza, l’aia dei Colonos si è fatta lo spettrografo che ha messo in evidenza quasi per intero le sfumature della poesia friulana; purtroppo, almeno un colore mancava allo spettro: Mario Benedetti, in quei giorni all’estero ed impossibilitato ad intervenire. La giornata si è aperta alle dieci di mattina con Novella Cantarutti e si è addentrata fino a forare il tramonto e le prime ombre della sera, senza soluzione di continuità. Quasi undici ore durante le quali i poeti si sono alternati nella ex stalla dei Colonos per leggere i propri versi e raccontarsi, portando le loro nude voci e i loro sguardi “a tiro di respiro”, come direbbe Ida Vallerugo, di un pubblico concentrato e cangiante. Questa la cronaca. Il libro è una diretta conseguenza della giornata. E’ stato chiesto ad ogni autore intervenuto un breve scritto che chiarisse le ragioni del suo fare poesia e che avesse –anche- carattere di testimonianza. Ne è emersa una nitida pluralità di voci e di atteggiamenti che sottolinea, un volta di più, l’assenza di un canone certo in grado di informare la poesia contemporanea in Italia: oggi i poeti, caduto ogni riferimento ideologico, si arrangiano come possono, non si può più parlare di gruppi omogenei, bensì di specifiche “aree di interesse” che accomunano un autore all’altro. Una pluralità di voci, si diceva: dalla radicale devozione alla poesia che anima Novella Cantarutti al rifiuto senza pentimenti –che spero temporaneo- di Federico Tavan e Alberto Garlini, il libro si raddensa intorno al valore di testimonianza dei contributi raccolti, i quali, tutti insieme, costituiscono una guida sentimentale alla poesia del Friuli contemporaneo. Ormai lo si sarà capito: il volume non è un’antologia, è, semmai, un libro-documento, essendo, per così dire, il precipitato dell’incontro svoltosi ai Colonos l’anno scorso. Pagine che si configurano come un’istantanea frontale, scattata con passione e senza ritocchi al computer. E’ per questo motivo che la raccolta è corredata da un CD nel quale viene proposto un campione di letture della giornata.
7 commenti a questo articolo
I colôrs da lis vôs
2007-04-12 13:38:15|di Luigi
OK Vincenzo, non avevo capito che avessi scritto tu il comunicato, pensavo l’avesse fatto l’editore del volume e/o Cappello.
Ma anche se facciamo la distinzione tra Friuli e Venezia Giulia, rimane l’incongruenza di fondo: Crico che c’azzecca con il friulano o le tradizioni del Friuli? La Bisiacaria è in Venezia Giulia. Piuttosto avrei inserito Mattiuzza. Così come non c’entra con il Friuli Tolusso che è nata a Pn e vive a Ts.
Non metto in dubbio la qualità degli autori, né l’intento del volume, che ha il pregio di avere anche un CD audio, ma la maniera in cui questo volume può essere presentato e diffuso, dando del nostro territorio - già abbastanza complicato e tuttora schiavo di antichi rancori e fazioni - uno sguardo parziale e confuso.
I colôrs da lis vôs
2007-04-12 12:34:23|di Vincenzo Della Mea
anonimo per sbaglio, Luigi. Qua in AP la firma è così in fondo che me la dimentico. Pensa che avevo cercato di fare il possibile per evitare ambiguità di quel tipo (incluso il minuscolo in "regione", visto che poco prima parlavo di Friuli).
I colôrs da lis vôs
2007-04-12 11:51:54|di Luigi
Caro anonimo,
nel comunicato qui sopra c’è scritto:
ATTUALE CONDIZIONE POETICA DELLA REGIONE
da quando il Friuli è una Regione Autonoma?
I colôrs da lis vôs
2007-04-12 10:03:07|
Luigi (e Christian): "Venezia Giulia" non compare da alcuna parte, nella denominazione della regione coperta; se vuoi, pensala in termini di Friuli storico, e di chi ci agisce dentro (non è che la poesia segue i confini amministrativi, e tra F e VG ci sono delle differenze culturali e storiche non indifferenti).
I colôrs da lis vôs
2007-04-11 15:28:01|di Christian Sinicco
Mi pare che sia più dedicata alla lettura dei Colonos, anche dalle parole di Cappello... Bressan è nato a Padova, però vive a Codroipo, e scrive in dialetto veneto; e pure Crico scrive in bisiac; poi Garlini è nato a Parma se non erro e, da quello che so, non scrive un testo poetico da tempo (però magari era ironico quando me lo diceva)... Direi piuttosto che Cappello sbaglia quando dice "quasi per intero", direi che è un’operazione che raccoglie i contributi di alcuni poeti (quelli della serata) e in quanto tale apprezzabilissima.
I colôrs da lis vôs
2007-04-11 13:26:51|di Luigi
Epperò che bella selezione, eh: e TRIESTE non sta forse in FRIULI VENEZIA GIULIA? Perché di poeti triestini non ne vedo, a parte la Tolusso, che vive a Ts sì ma è nata a Pordenone. E anche se non è un’antologia, un volume che (cito) "documenta l’attuale condizione poetica nella regione" in questo modo...
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I colôrs da lis vôs
2007-04-12 15:33:55|di Christian Sinicco
La questione della regione è stata mal posta: potremmo specificare Vincenzo, ma, in ogni caso, è poco interessante (lo dico anche a Luigi, che si è soffermato un po’ troppo su questo aspetto). Invece Cappello, parla di area di interesse...mi sembra quello un discorso anticritico (o non si capisce esattamente il suo pensiero), e mi dispiace, anche perché la questione non è la mancanza di un canone: gli autori i "canoni" li hanno meditati, si spera, e il critico dovrebbe saperne qualcosa, e discuterli... a proposito delle smobilitazioni critiche, ci sono delle affermazioni di Linguaglossa, dure, in un recente saggio apparso su LietoColle...tra poco ne riporto una parte qui, con link al saggio, e spero possa nascere una discussione.