GIAN MARIO VILLALTA
(Italia)
Gian Mario Villalta porta in scena una parola che nasce attraverso un “sentire”. È attraverso ciò che il corpo percepisce, che scaturisce la sua poesia apparentemente “semplice”. Le sue parole lasciano passare la realtà imbevuta della verità delle cose, lasciandoci senza fiato e con molte voci.
Biografia
Ha pubblicato svariati libri di poesia tra cui Vose de vose / Voce di voci, Campanotto (Udine, 1995); nel dialetto di Visinale e in italiano: L’erba in Tasca, Scheiwiller (Milano, 1992); Malcerti animali in “Poesia Contemporanea, Terzo Quaderno Italiano”, edito da Guerini e Associati (Milano 1992); Revoltà, Biblioteca Civica (Pordenone, 2005). Numerosi gli studi e gli interventi critici, tra questi: Andrea Zanzotto, Le Poesie e prose scelte (con S. Dal Bianco), “I Meridiani” Mondadori (Milano, 1999); Andrea Zanzotto, Scritti sulla letteratura, Mondadori (Milano, 2001); La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto, Guerini e Associati (Milano, 1992) e La mimesis è finita, Mucchi (Modena, 1996). Il romanzo Tuo figlio è uscito da Mondadori nel 2004. È del giugno 2005 il volume Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli, Milano). Nel febbraio 2005 è uscito presso Mondadori il romanzo Vita della mia vita.
Per una volta non sia
la ragione o la colpa,
chiama tu, pronuncia
le parole
che più non hai detto.
Non c’è vergogna se trovi nel cielo di questa sera
fiducia in qualcosa che
non conosci,
e non la vita che si sogna,
ma qualcosa di tuo nella vita che vedi.
Adesso componi il numero, adesso chiedi.
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