UGO PIERRI
Musiche di Alessandro Vilevich, tromba
mercoledì 4 giugno, Teatro Comunale, ore 20.45
La poesia di Ugo Pierri colpisce duro allo stomaco. Intrisa di umor nero, satirica e lapidaria, si scaglia contro i potenti di ogni sorta, dai politici ai letterati. La gabbia del pane - il libro da cui è tratta la lettura - è la cella di quotidiane frustrazioni a cui ogni individuo è costretto per sopravvivere, quella che, nelle parole di Pierri, non porta a dire “lavoro” ma “sono lavorato”. I personaggi che affollano i suoi testi sono perdenti che raccontano le loro esistenze di reclusi nelle case dei morti, siano esse fabbriche, ospedali, o vie e quartieri di una Trieste ridente necropoli, così chiamata a causa del suo ostinato sguardo al proprio supposto passato mitico.
Ugo Pierri (Trieste, 1937), senza dubbio uno degli artisti più originali del dopoguerra triestino, è – come ama definirsi – “pittore inediale, poeta espressionista-crepuscolare, scrittore di racconti non più in voga”. Da giovane ha frequentato i celebri “martedì” letterari di Anita Pittoni e Giani Stuparich, per poi intraprendere una strada solitaria, lontano dai salotti borghesi della città. Se come pittore ha iniziato ad esporre in tutta Italia fin dal 1965, la sua produzione in versi è stata edita solo dal 1996, per lo più dai tipi di Battello stampatore (Noi parrocchiani, La gabbia del pane, Icaro depennato, Steel away - tradotto in inglese da Jack Hirschman - e altri). Da quindici anni edita il foglio "Ossetia. L’eco del popolo oppresso", cura le Edizioni del lastrico e, di tanto in tanto, esce nel Pulcino Elefante di Alberto Casiraghi.
Alessandro Vilevich, classe 1968, suona tromba e flicorno soprano; fa parte dei Bachibaflax, complesso musicale che spazia tra folk, jazz e classica.
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