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IGOR DE MARCHI - Persone

Sette testi dalla raccolta inedita "Fortune"

Articolo postato martedì 17 ottobre 2006

Igor De Marchi è nato a Vittorio Veneto nel 1971. Ha pubblicato le raccolte poetiche La Terra del Fuoco (Campanotto, 1996), Transiti (Amos, 2001), Resoconto su reddito e salute (Nuova Dimensione, 2003).

Nel settembre 2003, parlando proprio del Resoconto , uscito pochi mesi prima, avevo descritto la poesia di De Marchi come "sul filo tra narrativa e lirica [...] molto vicina alle cose che racconta, più che alle voci che riecheggia." Mi aveva decisamente colpito "questa poesia che incolla luci e colori e sguardi tra il lucido e il disperante, direttamente da una realtà in cui l’oblìo necessario per resistere non compie il suo compito fino in fondo ed esala, senza repentine accensioni, tra un sorpasso e una coda al casello, l’amara consapevolezza della bellezza negata, del vuoto quasi irreale in cui questo tempo ci risucchia."

Le impressioni di una poesia di grande valore restano le stesse anche di fronte agli inediti (in attesa di editore) di De Marchi, che ho avuto l’occasione di avere sotto gli occhi a ormai oltre tre anni di distanza dall’ultimo libro. Questi testi segnano allo stesso tempo una continuità con i precedenti e un affinamento della vista. Poeticamente, mi sembra riuscito l’incrociarsi del registro lirico-individuale (anche se con il suo consueto distacco ironico) con un registro critico-oggettuale. L’insieme dei testi mi fa venire in mente l’ immagine di un grande condominio con un numero incalcolabile di finestre accese e di storie. Una finestra è quella del poeta, sempre accesa, anche di notte. Nelle altre sbirciamo con ironia sì, ma con anche con pietas. E’ un’ironia nutrita di amarezza, che non si appunta sugli altri ma sulla vita in toto, attraverso gli altri su noi stessi, su tutti. Perché è impossibile giudicare (o anche semplicemente osservare profondamente) gli altri illudendosi di non mettere in questione anche noi stessi.

14 commenti a questo articolo

> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-12-23 16:26:58|di k...o augusta

Ma qui non c’è più nessuno?
Era nato un bel discorso intorno ai testi (che sono ancora più belli del discorso); io sono arrivata in ritardo.
Parliamone.


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-11-12 15:57:14|di k...ottav augusta

A me piacciono. Perché?
:-)


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-20 16:32:51|di Christian

Non ho mai parlato di cinismo, Igor, leggi meglio, perché io non ci vedo cinismo, Martino probabilmente. Ognuno legge e attribuisce dei valori, esprime le proprie idee o le proprie posizioni, ed è grazie a questo che nella vita abbiamo la possibilità di conoscere, più che "saper niente e aver bisogno di tutto".


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-20 13:20:12|di Igor

Com’è che adesso ne saprei più di prima, forse perché me lo hai detto tu? forse perché dovrei prendere per buone le prime affermazioni fatte a colpi d’ascia di una lettura veloce che trova cinismo dove non ce n’è?
mi pare che la varietà sia presente, provata dai versi; non mi pare invece che si possa provare il contrario, testi alla mano.
ma ciascuno legge come crede, questo sì.


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-20 12:11:59|di Martino Baldi

Igor ha ragione. Intendevo dire che si erano ridimensionati l’interesse e l’attenzione. Ma parlare di dimenticatoio era eccessivo.

Per Christian. Io vedo molto movimento nella poesia di De Marchi. C’è intanto una alternanza tra sguardo dentro e sguardo fuori. C’è una tensione viva tra lucidità e passione. C’è un cambio di luci, di interni, di soggetti. Lo sguardo di Igor mi sembra una steady cam che entra nelle diverse stanze e coglie quel che trova. E’ chiaro che poi le scelte poetiche sul cosa e come le farà lui. Cos’altro può restituire se non quel che percepisce lui stesso? Però quel mondo da lui "dato" non mi sembra tanto "predisposto" come mi pare che tu stia sostenendo. Non si può ridurre a ideologia ogni visione.


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-20 11:14:35|di Christian

sintetizzando (x Igor): l’organizzazione è organizzazione dell’opera, intendevo questo nel post precedente, e in questo lo sguardo con cui indaghi il mondo, e lo dai, potrebbe farsi tanti sguardi, d atante posizioni diverse.
Sulla tua raccolta: ora che sei conscio di un effetto di ironia e sarcasmo, puoi tenerne conto; forse non vuol dire saper qualcosa, ma qualcosa in più di prima, sì:-)


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-20 08:15:34|di Christian

I testi sono a destra in alto, clicca sul pdf!


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-19 20:54:39|di Igor

Caduto nel dimenticatoio proprio no, spero. Farsi vedere poco piuttosto che troppo o per niente è una scelta personale; discutibile.

Mi piace ascoltare. Spesso mi sorprende la diversità di reazioni che la mia poesia suscita. Non è la prima volta che qualcuno vi trova un intento di organizzazione del mondo, un giudizio sulla società, cinismo e invettiva. Di una cosa sono sicuro: non è quello che mi interessa e non è quello che voglio fare. Ha ragione Christian quando dice che il poeta "dà un mondo" o cerca di farlo. Io riporto il mio, quello che vedo. Se mostro delle pecche (inevitabili) negli altri e più spesso in me stesso è per dirci che siamo così, e va bene, ed è uno sforzo goffo cercare di nascondersi o immaginarci diversi.
Mi piace guardare e mi piace ascoltare, perché non so niente e ho bisogno di tutto quello che vedo e sento.


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-19 19:00:19|di mary b

A parte tutte queste questioni, dire, fare, lettera, baciare, testamento... ho bisogno di un aiuto: dove c.... vedo i testi di de marchi? non li trovo, che devo cliccare? grazie


> IGOR DE MARCHI - Persone
2006-10-19 16:04:06|di Christian

De Marchi opera una critica sulla società che si avvale intenzionalmente di un atteggiamento (sarcastico/ironico) creando un mondo che vorrebbe essere rappresentativo della realtà - o almeno questa era la mia impressione.

Il mondo che viene creato dal poeta è in tutti i casi una finzione, e alle volte ci si dovrebbe domandare quanto di questa finzione troviamo poi nel mondo, cosa possiamo relazionare nuovamente al mondo durante la nostra lettura e quale valenza abbiano queste relazioni, possiamo attribuire, anzi dobbiamo cercare di farlo, più valori alle relazioni - può anche essere che il mondo (o la società) che il poeta crea e critica non stiano in piedi da una sola angolatura. Alle volte ci interessa che questo mondo non stia in piedi, ma dobbiamo essere pure in grado di produrre dei dispositivi non tanto sul nostro sentimento o sul nostro punto di vista, quanto sulla nostra stessa operazione: la parodia può insegnarci qualcosa.

De Marchi nel suo tentativo "dà un mondo" ma si applica ad atteggiamento ironico/sarcastico a tratti personale-ideologico. E’ una mia impressione personale, ma oltre la mia curiosità sul pensiero del poeta, a questo punto, mi interessa la tua analisi sul modo di fare, Martino.


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