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IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa

il retroterra del minimalismo / monitoraggio critico dell’attuale conformismo poetico - dal sito di LietoColle

Articolo postato giovedì 12 aprile 2007
da Christian Sinicco

Se prendiamo come spartiacque temporale l’antologia La parola innamorata uscita nel 1978 a cura di Giancarlo Pontiggia e Enzo Di Mauro, noteremo che in essa vengono conglobati autori diversissimi per orientamento stilistico e ideologico, accanto agli esponenti del movimento sessantottesco vi si trovano esponenti del “riflusso” lirico, noteremo anche un fenomeno tipico del tardo Novecento: la presenza di una sorta di diffusione di massa della poesia, che viene esercitata da una pletora di addetti sempre più numerosa e confusa. Ad un esame d’insieme, la lettura dell’antologia ci rivela immediatamente la crisi della lirica, che viene sliricizzata e svuotata di legittimità sia dagli autori seguaci dei dettami dell’Opposizione sia dai suoi restauratori, che in realtà si attestavano su posizioni di palese ingenuità ideologica e sprovvedutezza critica.
Continua a leggere il saggio su LietoColle

6 commenti a questo articolo

IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-25 02:07:37|di Molesini

Non c’erano infatti grosse pretese di contribuzione al dibattito, peraltro non ancora innescato. La pubblicazione di un post ha però la sua forma e facevo notare come la continuazione di lettura andasse su L.C. (devo essere cecata ma non mi pareva che il rimando fosse specificato).

Ora, niente di che. Ma un articolo potrebbe essere presentato sul sito per intero (peccato venialissimo) e, questo soprattutto, ne mettevo a fuoco la provenienza nel tessuto dei commenti.

Le "due paroline" sono del beato anonimo che non rende sempre buon servizio agli interlocutori successivi.
Resta lo spunto polemico, che non è male.

p.s. io mi firmo sempre


IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-24 23:45:39|di Matteo Veronesi

Mi sembra, francamente, che Lietocolle abbia un’ottima collana di poesia, in cui sono usciti autori di valore assoluto, come Italo Testa, Stefano Raimondi (profondamente legato al clima culturale ticinese degli Orelli e dei Pusterla), Daniele Piccini.

La "sdegnosa erudizione" voleva alludere (in modo indubbiamente troppo sintetico, e perciò ambiguo) a concetti nietzscheani ("inattualità", "classicità", "grande stile".......).

Ad ogni modo (mi rivolgo a Molesini) non mi sembra molto costruttivo intervenire in un dibattito letterario pretendendo di cavarsela con un battutina basata su due parole estrapolate dal contesto.....

E’, del resto, una prassi purtroppo molto diffusa nei blog letterari, che così perdono molto del loro potenziale valore di spazio aperto allo scambio e all’arricchimento intellettuali.


IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-24 21:02:20|di lorenzo

che c’entrano gli hobbit di collelieto con matteo veronesi?

lorenzo


IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-24 18:54:41|di Molesini

Et oplà! Con un salto si va sul lietocollino!


IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-23 22:56:45|

sdegnosamente erudito???


IL MINIMALISMO, OVVERO IL TENTATO OMICIDIO DELLA POESIA di Giorgio Linguaglossa
2008-03-23 21:27:41|di Matteo Veronesi

La severa analisi di Linguaglossa (critico attento ed appassionato) mi sembra fondata.

La poesia (e la critica che dovrebbe accompagnarla, illuminarla, sostenerla, in certa misura anche orientarne il cammino e la ricerca) deve avere il coraggio di riscoprire il sublime, il classico, l’altezza e la profondità del pensiero e della parola.

Certo minimalismo ironico e demistificante (che assume, tra l’altro, atteggiamenti ormai datati, e già ampiamente sperimentati ed esauriti fin dalle avanguardie storiche) finisce per togliere alla poesia anche quel poco di dignità che le resta, e per fare il gioco di quello stesso sistema mediatico che (come già avvertiva Marcuse) fa della "liquidazione dell’alta cultura", e del conseguente appiattimento consumistico dell’arte e della comunicazione, uno dei suoi punti di forza.

Al minimalismo postmoderno si potrebbe forse reagire (come ho suggerito altrove utilizzando, peraltro, una categoria forse troppo rigida, e aperta a molti fraintendimenti) con un paradossale, sdegnosamente erudito, consapevolmente inattuale, implicitamente polemico, "neoclassicismo postmoderno" (omologo, se si vuole, a quello che nell’arte contemporanea sono l’arcaismo, il citazionismo, la nuova maniera), che almeno salvaguarderebbe lo spessore intellettuale e stilistico del fare poetico, senza gettare quest’ultimo in pasto all’effimero e alle banalizzazioni della civiltà dell’immagine.

Matteo Veronesi


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