N B è A (santa lucia per rifugio ai piccioni) chiesa mia chiesa impaurita chiesa incompiuta santa lucia noi abbiamo spodestato il padre mangiamo nella casa sua noi siamo quelli che hanno cacciato i signori dai parchi all'inglese e non ci rimane niente, e vuota è la mano lui ci ha spodestato dalla verità nei conventi, a bologna, spieghiamo la logica ai domenicani, e non ci rimane niente restiamo con le mani vuote come le mani belle della negra chiuse intorno a un cuore che non c'è mia chiesa chiesa mia chiesa incompiuta chiesa mia bella, senza facciata fumiamo le sigarette insieme agli impiegati [...] facciamo la spesa con loro [...] noi camminiamo al fianco degli asini pensando pensieri asinini scansando le donne che in posa di cane ci aspettano ai bordi di via. noi siamo una parte di quelli che hanno cacciato i signori dai parchi all'inglese noi abbiamo svuotato le chiese i parchi di volpi e conigli facciamo la guardia sui figli dei ricchi che passano qui a maturare camminano con le ciabatte abbracciano si lavano i denti in fila organizzano tristi canzoni dietro tristi tendine noi siamo i cani da guardia i cani dei cacciatori guardiamo le file dei panni piccini sui fili la gara che fanno col bianco dei fiori di Giuda sui rami noi i nostri padri li abbiamo svuotati noi abbiamo svuotato le chiese occupato i soggiorni predandone le biblioteche e senza bruciare una riga senza torcere un solo capello copiandoci tutto sui palmi di mani non noi ma qualcuno ci ha messi qui dentro una mano segreta, quando lui si è nascosto come una talpa dentro la tana quando qualcuno - mazrèm - si è cucito nel braccio il suo nome lasciandoci senza parole messi qui come fiori che non hanno di meglio da fare che lasciarsi cadere fare specchio di sé in pozze di rosa ai suoi piedi tutto questo e le nostre mani restano vuote norimberga non vuole riempirle la bibbia in caratteri piccoli piccoli e fitta sui palmi lo specchio per leggerla senza doverci ritorcer la testa senza orribili strabuzzamenti degli occhi ci è tolto si è rotto oppure il suo enigma è dissolto presso i saloni dei parrucchieri nelle scatole da trucco delle bimbe negli ascensori degli uffici - e lei vi si specchia felice e non di passaggio ma soltanto se è per dimora di un tempo di vita. e tutti di noi si lamentano - anche i nostri cani - siamo sconosciuti nessuno ci ha mai incontrati siamo come un fantasma senza immaginazione siamo come una apparizione - sulla piazza maggiore non conserviamo nessuna parola e non ci interessa la verità. marciamo di fianco ai muli da soma pensando pensieri asinini.