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Il fuoco e il respiro: la figura e le parole di Giacomo Calandrone

Maria Grazia Calandrone alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo

Articolo postato lunedì 28 maggio 2007
da Marco Giovenale
Lunedì 28 maggio 2007, alle ore 14:00

presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo

Campus del Pionta

Aula 14, Francesco Petrarca

Maria Grazia Calandrone terrà la lezione-conferenza

Il fuoco e il respiro

La Guerra di Spagna e la figura di Giacomo Calandrone

Interviene
Julio Perez-Ugena, Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo

Incontro a cura del Preside della Facoltà, Camillo Brezzi

*

"Siete venuti a noi come nostri fratelli, e nei peggiori giorni della nostra guerra"

Così Dolores Ibarruri sui volontari antifascisti accorsi da ogni parte del mondo nel tentativo di arginare il colpo di stato militare in Spagna, coscienti che, se il fascismo avesse ulteriormente attecchito, la sorte di tutti i popoli sarebbe stata tragica, come purtroppo confermò il successivo scoppio della Guerra Mondiale.

L’ipocrita e miope politica di non intervento attuata dalle potenze delegò sulle prime all’iniziativa individuale il sostegno al legittimo governo repubblicano. Operai, intellettuali, persone che non avevano mai imbracciato un fucile, si sentirono chiamati ad affermare la libertà di un popolo per salvaguardarla ovunque.

Rileggiamo, da un presente di pace indecifrabile e apparente, le parole di Giacomo Calandrone, intrecciate alla poesia che alla guerra di Spagna venne dedicata, ed ascoltiamo l’eco del suo racconto e della sua persona nei versi della figlia Maria Grazia.


GIACOMO CALANDRONE (Savona, 1909 – 1975), comunista.
Operaio siderurgico dell’Ilva, sindacalista, espulso dall’Italia per attività antifascista si rifugiò in Francia, dove venne arrestato e torturato nel 1935. Espulso anche dalla Francia, si rifugiò con altri clandestini a Saint-Etienne. Partì volontario per la Guerra di Spagna e combattè nel terzo battaglione della brigata "Garibaldi", fu ferito in battaglia, si conquistò sul campo il grado di tenente, fu emigrato politico, prigioniero in Francia e organizzatore della resistenza francese, partigiano in Italia, dirigente del P.C.I. in Sicilia dal 1946, deputato comunista della I e II legislatura della Repubblica (1948-1958), giornalista politico e autore dei volumi storici e autobiografici: La Spagna brucia (Editori Riuniti, 1962), Comunista in Sicilia (Editori Riuniti, 1972) e Gli anni di Scelba (Vangelista, 1975).

MARIA GRAZIA CALANDRONE (Milano, 1964, vive a Roma), poetessa.
Ha pubblicato Pietra di paragone (Tracce, 1998), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini opera prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), e sillogi in: 7 poeti del Premio Montale 1993, Poesia, Nuovi Argomenti, Almanacco dello Specchio 2006, IX Quaderno italiano di poesia contemporanea, Le Fram, Gradiva, La realidad en la palabra e Caminos del Agua.

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