Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Mi dicono che non è educato postare su un blog esclusivamente propri lavori e che sarebbe bene invece presentare cose interessanti di altri autori o mettere in evidenza eventi cultrali, incontri ecc. ma sinceramente non posso impadronirmi di cose che non mi appartengono e metterle online senza il permesso dell’autore e siccome per la maggior parte di quelli che conosco già fanno assai bene da loro stessi mi scuserete se di tanto in tanto continuerò a oubblicare su questo prezioso spazio alcune poesie mie. Non sono un bravo critico ma un lettore-autore interessato alle diversità che tenta un contatto attraverso il proprio umile lavoro. Ecco perché per l’ennesima volta, ma finora non sono state molte, mi permetto di presentarvi un mio lavoro. Grazie per l’attenzione e la pazienza.
Gabriele Pepe
In corso di espiazione
1.
Non voglio più lambire inganni cortigiani
talmente vasto il regno dell’abbaglio che occhi
bruciano a contemplare stimmate profane
stelle morbose dall’ineffabile utopia:
sacrilegio che muta i prìncipi in ranocchi
offerta di purezza ai sogni partigiani
speranza necessaria alla carnezzeria
di cuori dissennati e bocche da sfamare
libero tuttavia dagli abili macelli
che la saggezza sta nell’essere maldestro
il goffo incantatore del serpente innato
l’industre demone che morde all’occorrenza
e nella carne effonde angelico veleno:
in cruda morte visionaria degli agnelli
in scandalosa verità dell’innocenza
crudele sperpero di vittime al massacro
coesiste sempiterna fluttuazione errata
archètipa frequenza non conforme al tono
che vibra per contrasti e scioglie il suo lamento
in singole devianze, mutazioni oniriche.
È ritmo distorsivo che battezza il mondo
ne svela il paradosso e dell’assurdo canta
oscillazioni, partiture dell’origine,
figure primordiali di suono e pigmento
2.
E mi sovverto senza norme e direttive
che verbo del potere è voce rutilante
è bocca di sfintere in fondo alle preghiere
che evacua sale divorando gigli e rose.
Io mendico salvezze in lingue deflagrate,
indocili frammenti, schegge clandestine,
per saltimbanco impegno insisto sull’orrore
mi espongo evanescente al lancio delle pietre
che mostro grado medio introiettato all’orbita
pianeta scenico di lauto amore aggrava
fingendo onore dove l’orda frusta ingorda
e per civile ossequio all’ordinato abuso
bombe e ganasce assolve, con distacco avalla:
ferocia apatica dell’abbondanza cronica
furore dell’ammasso e dei valori a frutto,
orgoglio e lustro dell’armata pappagorgia.
Ma tra un’ellisse e l’altra gravita la luna
pallore visionario in carne di satellite
che ad ogni eclisse rende nuova la mia specie.
Invereconda e sconveniente traiettoria
tratto retrogrado delle fobie congenite
d’astro cieco attraverso la galassia ossuta
riflesso nero sulla superficie scoria
di un’altra terra attesa al fondo della pelle
3.
Sopravvivono brandelli, scintille d’ombra
sgranati fotogrammi esposti al cielo pigro
sul mucchio abraso delle rètine sdrucite
cronografie catodiche d’avanzi umani
residuali lampi d’apparenza che sul ciglio
di strade ambite vagano: faville d’ossa,
bagliori della morte, scheletriti sguardi
dell’umor vitreo tra le precarie viste
di un occhio che di lacrime straripa a gloria
d’intrepide rivolte e crude repressioni
che, gravido d’amore, porfido non duole
scagliato col cervello e cuore scintillante
quel sogno dilaniato da ispide illusioni
cometa lacerata a coda transitoria
paesaggio mistico che ancora stilla sangue
e di reliquia sboccia: miraggio d’alto fiore
tra le scabrose aiuole al centro dei deserti
acceso polline da polvere d’un mito
eroso dalla furia del suo stesso ingaggio
suadente simulacro di un pensiero al fronte
vermiglia cenere dei fuochi nel giardino
sconsiderata luce murata nei cipressi
che il sol dell’avvenire imploso all’orizzonte
di schianto illumina la neve nel crepaccio
6 commenti a questo articolo
> In corso di espiazione
2006-07-04 18:00:36|di Gabriele Pepe
Mi sento intruso ma per colpa mia che partecipo poco ai dibattiti e posto solo cose mie.
Grazie a te Lello che mi hai dato questa importante possibilità. Sai che GianRuggero su un altro blog ha detto di trovare delle vicinanze tra il mio modo di scrivere e il tuo? Meno teatrale ma simile per l’attenzione al ritmo, all’oralità intrinseca dei testi, al lungo lavoro di ricerca sulla densità del linguaggio?
Mi spiace ma dovrete sopportarmi così come sono presente e defilato, egocentrico e fuggente allo stesso tempo... :o))
un caro saluto
pepe
> In corso di espiazione
2006-07-04 14:27:42|di Christian
Gabriele, tu puoi fare, come detto, qualsiasi cosa, naturalmente. Semplicemente non capivo (e non capisco, similmente a ciò che hai postato precedentemente, e tutto il discorso che si è sviluppato con la Valente), questa necessità di spiegare l’essere qui, come se fossi quasi un intruso.
> In corso di espiazione
2006-07-04 13:00:37|di Lello Voce
grazie a te per essere con noi, gab
un abbraccio
lello
> In corso di espiazione
2006-07-04 12:46:25|di Gabriele Pepe
Nessuna polemica Christian come ho rispettato il tuo giudizio così rispetto ogni punto di vista. Una volta scritte le poesie appartengono a chi le legge e giustamente ognuno può e deve esprimere quello che sente. Da parte mia nessun rancore o astio.
Ho voluto scrivere il preambolo solo per chiarire agli altri, ma soprattutto a me stesso, perché mi ostino a postare esclusivamente cose mie: una spiegazione per non apparire arrogante o egocentrico tutto qui.
Ritengo questo uno dei blog più importanti che al momento circolano in rete ed è per me già un onore poter esporre il mio lavoro senza filtri o passaggi di ammissione.
grazie a tutti
pepe
Il corso di educazione
2006-07-04 08:48:27|di Christian
Tu puoi fare ciò che vuoi Gabriele, sei redattore, non serve che interpreti "male" ciò che ti ho scritto via mail - se poi i tuoi testi (o i tuoi post) fanno dibattito, "bene"!
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> In corso di espiazione
2006-07-05 16:20:05|di antonella
È ritmo distorsivo che battezza il mondo
ne svela il paradosso e dell’assurdo canta
oscillazioni, partiture dell’origine,
figure primordiali di suono e pigmento
ciao gabriele quoto questi versi perchè mi sembrano definire perfettamente la tua poesia. l’hai detto tu, che altro aggiungere? un caro saluto. antonella