Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Jolanda Insana, secondo alcuni dei sempre più numerosi ed entusiasti interpreti, è figlia di Talento e di Disciplina. Secondo altri, è nata dalle nozze del giovane Corpo (cuore, con aritmie, e sesso, un’ossessione) con la matura Parola (esperta in misture di aulico e di osceno). A sentire altri, le dettero i natali Linguaggio (venuto dalla Spagna barocca e ultraista) e Psiche (sempre alla ricerca spasmodica di non fuggevole Amore). E c’è chi indica come suoi genitori il Vocabolario (dagli arcaismi dialettali ai neologismi di produzione propria) e la Sicilia (a partire dallo Stretto di Messina, in cui sproloquia di vita, d’amore e di morte la notturna Ciccina Circè). Nacque Poesia, che impavida e sfrontata crebbe dagli strazianti iniziali frammenti lirici (versi roventi sulla punta della lingua, picchi di strofe che si isolano come scoglio: rosicchia rosicchia / qualche osso resterà) fino a poemetti che la sanno lunga e la raccontano con idee-ictus, voce incrinata, fegato iroso e sprezzante. Tragedia e commedia greca ma fatta a pezzi, teatro popolare e proverbiale da recitare con urlo, quando la finzione tocca il nervo. Sono dolce e divento amara. Dall’isola al continente: dove la madre lingua fa da chioccia ai dialetti, sempre fecondi e nutrienti. Una parola morta gratta carta? Jolanda Insana con graffianti parole incide figure di destino indelebile. L’inchiostro è lì lì per sanguinare: umori, e umorismo, Lingua mi desti e lingua t’affettai. Quanta energia in questo italiano per infliggerci «coltellate di bellezza» che spesso sono anche «coltellate di verità». Jolanda avverte: Ti do la lana non la pecora. Se però cercate sotto la lana delle arruffate e calde metafore, sentirete ruggire una tigre. Le vie del sublime sono infinite.
Walter Pedullà
«nasce per morire il desiderio
e per rinascere muore»
Jolanda Insana è nata a Messina nel 1937 e vive a Roma. Le sue poesie sono raccolte in Sciarra amara (1977), Fendenti fonici (1982), Il collettame (1985), La clausura (1987), Medicina carnale (1994), L’occhio dormiente (1997). Ha tradotto Poesie di Saffo (1985), Per diritto di memoria di Aleksandr Tvardovskij (1989), Carmina Priapea (1991), il De amore di Andrea Cappellano (1992), e per il teatro La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi (1989) e La Casina di Plauto (1991).
alcuni testi di J.I. in rete: Sono questi i fiori, Mastra di trame e di telai, Minchiababba e Babbannacchia, Il martòrio.
3 commenti a questo articolo
Jolanda Insana: TUTTE LE POESIE (1977-2007)
2007-10-05 13:30:20|di Betty Carbuncle
L’adoro, Jolanda, ci ho preparato due esami.
Jolanda Insana: TUTTE LE POESIE (1977-2007)
2007-10-03 16:21:53|di It’sveryinteresting
Ho visto l’Insana e Pedullà su e-theatre!!!!!!!!!!! La di lei poesia mi interessò... e mi accatterò il libro.
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Jolanda Insana: TUTTE LE POESIE (1977-2007)
2007-10-10 19:32:29|di molesini
Del resto una che dice:
sono io l’abitatore del sogno
felice d’abitarlo con il sognatore
che fa coppa delle mani per raccogliere
dalle piegate cime acqua a gocce
e fino al punto di risveglio vive sperando
di riceverne molte in premio
nell’aria oscura scendendo alle radici
come sistemarlo in vita
questo non e’ un ingombro e vacilla
quando fa la fila davanti agli sportelli e ha freddo
e suda
e scende dalle gambe e a perturbato infiammamento
schizza via che e’ un incanto
nel canto più sicuro
questo corpo incauto e previdente
che ama l’alta temperatura e gela
male patendo il male uso
ho conosciuto il caid del villaggio
e l’ansito che batte da fuori verso dentro
nella crivellatura del miglio
e il sapore del fico catalano
schiacciato dentro il pane
ascoltando la voce vaticinante
tra la piena di luppoli e melissa
meraviglioso odore contro i morbi
per uscire dalla latrinosa tenebra
ingozzando il desiderio come un pollo
conobbe che la sua vita passò nelle tenebre
e non incolpa gli aspri comandamenti
e questo è il primo giorno che riconosce più suo
dappoiché volò giovinezza e sparve
e così allontana la scure dalla radice
senza sbarbicare ma rincalzando la zolla
insino alle più fragili fibre
per allocare il tempo in più vasta dimora
questa è da Medicina carnale, 1994.