Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

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L’EST CHE DIVENTA OVEST/0

Breve ricognizione intorno ai poeti russi d’America. Ovvero: per una letteratura minore.
A cura di Alice Nilioba

Articolo postato lunedì 20 novembre 2006
da sparajurij

“Un letteratura minore o rivoluzionaria comincia con l’enunciare, e vede e concepisce solo dopo”
G.Deleuze, F. Guattari.

Questa sedicente sezione volge il proprio sguardo all’est che si fonde con l’ovest, che muove i primi passi dal gulag al trash, perché è qui e ora che il sole tramonta ad est e ri-tramonta ad ovest, penzolando da un buio all’altro in tilt, appeso alla corda giugulare del cielo.
Questa sedicente sezione è dedicata ai poeti russi che vivono in america e scrivono contagiando e contagiandosi.

I poeti bilingui infatti nella loro impossibilità di completarsi all’interno di un solo codice linguistico si situano in una condizione di perenne rivoluzione della lingua; agiscono sulla linea di confine incessantemente in fuga o incontro a entrambe le direzioni. Miscelano i suoni, combinano stringhe sintattiche e introducono lapsus lessicali restituendo ad entrambe le lingue nuove possibilità. Ma cosa si intende per poeta bilingue? E come sopravvivono ancora oggi in America i figli dell’emigrazione sovietica e la loro singolarità di poeti russi d’America?

(Talvolta gli autori bilingui prediligono dedicarsi ad una o all’altra lingua, alternandole nel corso delle loro sperimentazioni poetiche. In altri casi eleggono un’unica lingua poetica e altre volte, come il raro e singolare caso del ceco Ivan Platny, si realizza un’opera multilingue.)

Ad oggi, un vero e proprio movimento di americani russi non esiste, ma ciascuno di essi, all’interno di una manifesta varietà stilistica, si confronta con il modello di provenienza sino a venirne segnato in favore di un ampliamento delle potenzialità dello spettro linguistico. Nonostante ci sia il tentativo di respingere la facile etichetta di russicità della loro poetica, è possibile analizzare l’innesto della tradizione russa in quella americana ed osservare come la provenienza straniera influisca nella percezione della lingua inglese e del suo immaginario.

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