Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Il materiale critico qui presentato è frutto di parziale e provvisoria traduzione del saggio “The Russian are coming! The Russian are coming” di Matvei Yankelevich sul sito file:///D:/TRADUZIONI/russian%20american1.htm
Eugene Ostashevsky
Eugene Ostashevsky arriva a Brooklyn all’età di undici anni. Inizia a comporre poesie in russo in età molto giovane, ma a causa della distanza geografica e culturale dalla madrepatria si impone la scelta dell’inglese, sebbene un autore bilingue continui a vivere la peculiare condizione di apolide linguistico e culturale.
Gli esperimenti poetici, per quanto non lo siano dichiaratamente, appaiono molto vicini a quelli di Brodskij; entrambi condividono elementi di poetica e motivi comuni, uno dei quali è l’uso di metafore matematiche. Nel testo “DJ Spinoza Fights the Begriffon”, contenuto in Iterature, raccolta di testi pubblicata da Ostashevsky nel 2005, una delle entità che si confrontano nell’agone filosofico viene definita nel modo seguente:
Il Begriffon ha l’aspetto di
x² _ y² ? 1
a² b²
dove Begriffon rappresenta una combinazione di mostruosità fantastica e concetti heidegeriani.
Analogamente, Brodksij fa uso di termini scientifici per descrivere oggetti, rivolge il proprio interesse a teorie matematiche o fisiche, come in una sezione della raccolta Parte del Discorso, nella quale contesta i paradossi di Euclide.
Dal contatto con i materiali radioattivi e formulari del linguaggio scientifico si passa ai riferimenti classisi e filosofici, raffreddati tuttavia dall’uso di un registro colloquiale, di termini quotidiani e scurrili e di una sintassi sgrammaticata. La commistione di livelli linguistici tanto disparati diventa una caratteristica essenziale della sua poetica e da vita a una stratificazione di personae lessicali che produce effetti parodici e dissonanti. Il principio sovversivo della sua parola - il bilinguismo - lo porta a definirsi un “no native tongue” e a vagare nel limbo linguistico di acquisizioni e operazioni insolite.
L’uso del registro basso e popolare interviene anche nei versi d’amore, che abbondano di metafore lubriche e licenziose, di un modo abrasivo di parlare del sesso, e testimoniano la volontà di sgretolare i cliché della lirica d’amore. Il sentimento puro si trasforma in desiderio sessuale privo di emozioni-gravità:
“Il tuo corpo si dimenava come uno storione,/ nonostante 5 minuti prima fossi una vergine”.
( Your body flopped around like a sturgeon, / though 5 minutes before you were a virgin. Nel poema “To a Woman Who as a Young Lady was a Frequent Heroine of my Verses”).
Uno degli accorgimenti che Ostashevsky attua per allontanare i riferimenti eruditi è l’uso di rime forzate o povere e banali, giochi ritmici e verbali tipici delle filastrocche e favole per bambini. L’effetto che se ne ricava è perlopiù ironico e questi versi ne offrono un esempio:
“procedendo in tondo per Stuy Park o/studiavo la NAUSEA di Jean-Paul Sartre”.
(doing circles around Stuy Park or / studied NAUSEA by Jean-Paul Sartre. In ibidem).
Le intenzioni poetiche di Ostashevsky convergono in quelle del gruppo russo che ha maggiormente influenzato le sue opere, l’OBERIU, soprattutto per ciò che riguarda il trasferimento delle invenzioni della letteratura per l’infanzia in poesia filosofica. (Del movimento sviluppatosi negli anni venti e trenta del novecento, Ostashesky ne ha compiuto un’accurata traduzione.) Lo scrittore a lui più caro è Vvedenskij, il quale elaborò una modalità di versificazione radicale e destrutturate. Il sistema strofico da lui attuato non aveva nulla a che vedere con il conformismo delle forme tradizionali, anzi nasceva per parodiare la forma classica del verso, che in Russia rimase anche durante il periodo modernista. Attraverso la rima creava dei ponti ritmici che garantivano continuità al testo e gli permettevano di agire con maggior libertà espressiva a livello concettuale e sintattico. In altre parole, il primo verso ne generava un secondo per contiguità, ma disconnesso logicamente. Ostashevsky riprende tale meccanismo in “Zoe’s War”: “She looks over her shoulder/ She looks over her older” e più avanti “She looks over her boulder/ She looks over her colder”. Questa incongruità sintattica e logica ha molteplice valenze. Non si può “look over” “older”, “colder”, perché sono tutti aggettivi di grado comparativo e non nomi. Tuttavia “the shoulder”(“la spalla”) acquista nuove qualità se messa in relazione a “boulder” (“masso”) o a “colder”, evocando l’espressione “to give a cold shoulder” (“trattare con freddezza”).
L’ironia versificatoria in Ostashevsky viene resa inoltre attraverso la sovrabbondanza di sillabe in uno dei due versi - ciò che potremmo chiamare cramming ( ammassamento)- , il cui risultato è un ritmo zoppicante e innaturale che amplifica la natura forzata delle rime ed è molto usato dalla cultura rap.
L’ironia non si manifesta solamente a livello strutturale e formale, ma coinvolge anche il livello semantico e la scelta dei contenuti. Una dimostrazione di ciò è il modo in cui Ostashevsky-irriverente cita i grandi nomi del pensiero occidentale quali, Boezio, Properzio e Spinoza, quest’ultimo, eroe comico don chisciottiano del poema “DJ Spinoza Fights the Begriffon”. In “The Second Part of This Poem”, il Begriffon cerca di convincere DJ Spinoza dell’inutilità del linguaggio:
Ascolta DJ Spinoza ne ho abbastanza del tuo logocentrismo
le parole sono giustificazioni soltanto
Soltanto la potenza fisica
Fa da giudice nell’ora beffarda
Soltanto il pugno
fa distinzione tra resistere e desistere
Hai mai visto delle giraffe
tenere un simposio?
La coscienza degli animali è puro tempo
slegata dalle stravaganze del Sic probo
Incontriamoci uomo a uomo
sullo stile della gru americana
o della mantide
Al bando le parole
in toto
come de-ionizzati custodi della realtà!
DJ Spinoza risponde
Ascolta tu, ????-??? ????????? Begriffom
me ne infischio della tua mantide
la tua gru americana
scimmia o l’aquila
(Listen DJ Spinoza I had enough of your logocentrism/Words are justifications only/Only physical power/adjudicates the quizzical hour/Only the fist/differentiates between resist and desist/Did you ever see giraffes/hold a symposium?/The consciousness of animals is pure time/untrammeled by the vagaries of Sic probo/ Let us meet man to man/in the style of the whooping crane/or the praying mantis/Let us dismiss words/ in toto/as the unionised janitors of reality!/DJ Spinoza replies/Listen you, ????-??? ????????? Begriffon/I don’t care for your praying mantis/your whooping crane/eagle or monkey)br>
Ostashevsky crea un universo poetico dove il linguaggio è in continua evoluzione, in moto di perpetua deriva. Ne costituisce un segnale evidente l’uso indiscriminato di cultura alta e popolare, come il titolo stesso della sua seconda raccolta di poesie, Iterature vuole suggerire, ricavandone un gioco di parole tra “literature” e l’elemento “ripetizione”, fondamentale nella cultura orale. La sua poesia è la sintesi di umorismo lirico, di metafisica e poetica metaletteraria, di esperienza post-moderna e di riconoscenza verso la poesia russa e Vvedenskij in particolare. In tal modo è in grado di apportare nuove idee alla poesia in lingua inglese, ad arricchirla di plurilinguismo straniante e originale. In tal modo ottiene un linguaggio ibrido, capace di autoironia e di critica delle convenzione legate alla poesia.
Nella mia testa ascoltavo melodie,
deformavo rime, scandivo male sillabe,
ma non ho una lingua madre,
non riesco a giudicare, ho il sospetto che scrivo robaccia.
In my head I heard melodies,/I deformed rhymes, misscanned syllables,/but I have no native language,/I can’t judge, I suspect I write garbage.” Da “Autobiography (Harcore Remix)
> L’EST CHE DIVENTA OVEST/1
2006-11-20 13:22:12|di alice
WATCH OUT!
La sequenza di punti interrogativi nella poesia sostituisce termini in cirillico. In parole: "....čudo-judo zamorskij Begriffon"