Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Presentiamo gli autori di La punta della lingua 2006 - Poesia Festival, il cui direttore artistico è Luigi Socci. I testi di Renata Morresi - su file qui a fianco - sono una selezione di quelli letti dall’autrice lunedì 28 agosto nell’incontro su "La poesia femminile delle Marche".
Si ringrazia l’Associazione Culturale Nie Wiem Onlus ed in particolare il responsabile della comunicazione Valerio Cuccaroni.
Renata Morresi, nata nel 1972 a Recanati, laureata in lingue e dottore di ricerca in letterature comparate, è attualmente docente a contratto di Lingua e letteratura inglese all’Università di Macerata.
Sue poesie sono state recentemente pubblicate in Nodo sottile4, a cura di V. Biagini e A. Sirotti (Crocetti, Milano, 2004), Lo stormo bianco (Premio Tina Accardi, D’if, Napoli, 2004) e L’opera continua, a cura di G. Vincenzi (Perrone, Roma, 2005). Nel 2005 ha curato con Marina Camboni la raccolta di saggi e traduzioni Incontri transnazionali: modernità, poesia, sperimentazione, polilinguismo (Le Monnier, Firenze). Per i tipi di Quattroventi, Urbino, è in corso di stampa la sua prima monografia critica, Nancy Cunard: America, modernismo, negritudine.
5 commenti a questo articolo
> L’elefante volante di Renata Morresi
2006-10-23 18:01:30|
A me la poesia di Renata Morresi piace molto, ne apprezzo il coraggio e la cura. A volte quelle discese profonde verso un mondo corporeo mi lasciano stupito ad osservare i verbi e le lettere con le quali essi prendono vita. Morresi secondo me cerca sempre un punto di vista intimo e dissacrante, una volontà di sorridere alla poesia, e questo per me, oggi, è un pregio. Dal lato stilistico mi sembra originale il percorso che devia dalla poesia domestica diffusa pur mantenendo un senso familiare che tocca le corde comuni ai più.
> L’elefante volante di Renata Morresi
2006-10-20 19:31:18|di L’ORLANDO PACATO
IGENE ORALE
pesante
la pressione
del presente
secerne un liquido mansuefatto
con felpa a orario di occhiospillo ben impostato
al largo un circo sparaAsalve vi saluta.... gerani
tanto impegno mettete nella postura
mostrarsi divini ancor prima di svelare
colui che costringe a scoprire che niente esiste
dopo i confini
e’ rima e’ rima di fluidita’..........
sara’
sara’
che il comunismo non funziona tanto
l’egoismo e’ basso peggio sta’ il didentro
microfilm decomposto di file
di sta’ borghesia scappata col veliero in poppa d’altissimo periglio
nei millenni
il pane di la zotica miniera di opportunismo
e’ tutto lievito manufatto made in cina di frontiera
tutto schiva l’assoldata storia torna in faccia
dipinta con i primi mostri a vapore ora orgasmi a reattore
alla baia del the infuso forse oggi mi rincresce un giorno andar via per il romano pietro che a betlemme doveva restare con la
pietra al collo dal video fornita per ritrarre il tempo
appena fuori DALLA REALTA’ suprema
e’ blu dall’alto la palla porosa
e le balle di fieno fanno ballare il vento a riposo
> L’elefante volante di Renata Morresi
2006-10-19 22:59:58|di Rosaria Lo Russo
La poesia di Renata Morresi è vivida. Affettuosamente sornioni i suoi giochi di parole ammiccano e seducono con ridente seriosità, aprendo varchi di piccole vertigini, come da maestria anglo-americana. Se levigasse di meno la materia bruta del suo esperire, con più coraggio eversivo ancora, la poesia di Renata Morresi sarebbe ancora più vivida.
> L’elefante volante di Renata Morresi
2006-10-19 17:27:34|di Cristina Babino
Della poesia di Renata Morresi mi stupisce sempre il mestiere. La perizia nell’uso del linguaggio, così solenne nella sua improbabilità, e ogni volta ricreato nei significati - specie attraverso gli accostamenti inusuali e le assonanze fintamente facili. E al tempo stesso un’ispirazione che raccoglie da momenti di assoluta intimità (la gravidanza, l’infanzia, le foto di famiglia), e che tramite la ricerca linguistica ne fa ricamo nuovo, vetrina di cristallo, cameo. CB
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> L’elefante volante di Renata Morresi
2006-11-09 19:50:19|di Giampaolo Vincenzi
Il punto dal quale mi trovo ad osservare la poesia di Renata Morresi è privilegiato perchè, lo ammetto con vera presunzione, l’ho letta nei punti critici che fortunatamente ancora emettono poesia. Punti che sono positivi in quanto segnano uno sviluppo interrotto e continuamente ritessuto dopo la certezza delle sfilacciature quotidiane, degli abbattimenti e dei decolli coi quali si punzona un’esistenza. L’avvio compositivo di Renata è stato segnato da una sostanziosa certezza stilistica lineare e arricchita da una ricerca formale talmente ossessiva da apparire barocca. Le prove tramite le quali ho conosciuto quella scrittura andavano analizzate dentro, sebbene lo scintillìo esteriore apparisse preponderante; da cui l’influsso performeristico ed alcuni tratti troppo imitativi di forme vuote. Paura che ad un incavo tanto legato alle radici misconosciute, alla costruzione del sé ed al recupero della discendenza umana e letteraria (si pensi pure e addirittura alle catene genealogiche della Bibbia), potesse aderire un continuo ghirigoro non certo originale ma già sentito verso Firenze. Una crisi come separazione dal già detto c’è stata ed ha portato carne ed ossa, ha percosso l’autrice e le ha mostrato le proprie viscere, ecografiche e poetiche. A quel punto Renata ha iniziato a coprire l’interno, a ricoprire il modello di lamine dorate un po’ come gli ex voto dei fedeli indiani nelle cupole templari; un po’ come fanno gli scrittori bravi che trasformano il materiale lasciato a decantare nei magazzini di un presente imperfetto e lo trasformano in stile. Il barocco vuoto e teso diventa tranquillità familiare e serenità umana, non perchè si è scoperto uno spazio, ma perchè gli si è trovata una misura. Matura. Per ora. Fino ad un’altra crisi.
Misura matura