Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
LE PAROLE TRA GLI UOMINI
L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
Numero_0
Ho deciso di utilizzare questo spazio, che avrà cadenza regolare, per presentare in rete un progetto a cui lavoro da alcuni anni e che è ormai arrivato a compimento. Le parole tra gli uomini è un’antologia che ripercorre e riscopre il canone omoerotico della poesia italiana dall’inizio del Novecento sino ai contemporanei con una scelta di 44 autori e oltre 100 raccolte poetiche. Questo lavoro, e anche la sua ampiezza, nascono dall’esigenza critica di inquadrare la poesia italiana del secolo appena passato come un campo in cui l’espressione del desiderio tra uomini si è sviluppata con grande precocità, ampiezza e qualità di risultati.
Perché questo è importante? Chi si occupa di gay studies nel campo dell’italianistica sa bene che rispetto alle altre maggiori letterature europee e a quella americana, la nostra tradizione narrativa affronta l’argomento “omosessualità” con grande ritardo e minore apertura. L’Italia non ha avuto un Mann, un Gide, un Wilde. Il fatto critico è ormai acclarato, e Francesco Gnerre nel suo L’eroe negato. Omosessualità e letteratura nel Novecento italiano (Baldini & Castoldi, 2000) sottolinea come sul versante della prosa prima degli anni Sessanta quasi nessuno “ha osato rappresentare amori omosessuali, e quando qualche scrittore lo ha fatto ha dovuto fare i conti con enormi e spesso insormontabili problemi di censura e autocensura” (p. 20).
Proprio a fronte di questo ritardo e soffocamento creativo, la vitalità che riscontriamo sul versante poetico è sorprendente e altamente significativa. Anche solo limitandoci ai poeti che tutti conoscono e ormai obbligatori in ogni antologia del Novecento – Saba, Penna, Pasolini, Bellezza – abbiamo una tradizione poetica che, pur tra difficoltà simili a quelle che devono affrontare i prosatori, fa sentire la sua voce sin dall’inizio del secolo, e continua più o meno ogni generazione a produrre un poeta di grande spessore che porta la rappresentazione dell’omosessualità un po’ oltre, sino ad arrivare alla contemporaneità.
Per questo la mia speranza è che il lavoro nel suo complesso non venga recepito come un florilegio di belle poesie gay, messe in sequenza per titillare il corpo, o l’immaginazione, di un gruppo minoritario di selezionati lettori. La preminenza della poesia nell’espressione dell’omosessualità nel Novecento italiano è un fenomeno da valutare criticamente; atipico, come ho accennato, rispetto allo sviluppo prevalente nei paesi occidentali, e molto abbondante seppur sino ad oggi inesplorato. Perché oltre ai nomi dei quattro “classici” menzionati, si aggiunge una lista di poeti di alto livello (da Palazzeschi a Santi, a Bona, Naldini, Wilcock, Lolini, Pecora e Buffoni) che amplia notevolmente il campo d’indagine, per non parlare delle inclusioni necessarie se si vuole anche offrire una rassegna sui “minori” e sui giovani contemporanei. Questo spazio dunque ci legherà per alcuni mesi e non solo poche settimane, perché posterò l’antologia nella sua interezza, convinto che anche quando riuscissi a pubblicarla l’editore mi richiederebbe tagli drastici – alla rete dunque il progetto come idealmente lo concepisco e vorrei che fosse fruito.
Per concludere, segnalo che l’unica altra lingua maggiore in cui esista una simile ricchezza di poesia omosessuale maschile è quella inglese, sia britannica che americana. Anche nel mondo anglosassone è possibile tracciare una linea che parte con Whitman, e poi prosegue con Crane, Auden, Ginsberg, O’Hara, e più recentemente Gunn, Woods e Doty. Che questa tradizione sia oggetto di studi dettagliati da oltre trent’anni non è che il segno del nostro ritardo e provincialismo culturale. La questione è stata drasticamente riassunta da Buffoni su Nazione Indiana: “Ma ci rendiamo conto che – quando l’università italiana si deciderà ad aprire ai gender studies – dovremo riscrivere interi capitoli di storia della letteratura: da Pascoli a Palazzeschi a Montale, da Rebora a Gadda a Pavese…?”
Altrove questi capitoli sono già stati riscritti; chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento non ha che da fare una ricerca con “homosexuality” e “poetry” o “gay poetry” sul sito di amazon e si imbatterà in una sfilza di serissimi studi accademici su Whitman, Crane, Auden, Lorca, Kavafis, che ne hanno riletto l’opera da una prospettiva che, piuttosto che militante, definirei semplicemente gay friendly. Da questo vasto campo di scholarship mi limito a citare solo una pubblicazione di riferimento, The Homosexual Tradition in American Poetry di Robert K. Martin apparso nel lontano 1979; un testo anticipatore non solo per gli anni in cui fu pubblicato ma per l’impianto critico, che inquadrava i poeti analizzati come appartenenti a una tradizione negata da riscoprire. Non, quindi, una presa di posizione in favore di una scrittura gay, concetto appiattente e irrealistico, ma la ricostruzione di un canone omoerotico che, come tutti i canoni, contiene al suo interno le voci più disparate, ma comunque in colloquio l’una con l’altra.
Parallelamente alla compilazione de Le parole tra gli uomini questi anni mi hanno visto impegnato in una serie di interventi che, per la prima volta in Italia, hanno posto questa serie di problemi in sede critica. Spero nel giro di un paio d’anni di averli raccolti in volume, ma per il momento li offro come bibliografia minima a chi si interessa anche al versante accademico della questione:
“Altre misure. Il desiderio nell’opera di Elio Pecora”, in L’avventura del restare. Le scritture di Elio Pecora, a cura di R. Deidier, Genova, San Marco dei Giustiniani, 2009, pp. 101-18.
“Incontro con Elio Pecora”, in L’avventura del restare, pp. 129-46.
“Vecchio e giovane. Omoerotismo e narratività nel terzo volume del Canzoniere di Saba”, in “Si pesa dopo morto”. Atti del convegno internazionale di studi per il cinquantenario dalla scomparsa di Umberto Saba e Virgilio Giotti (Trieste, 25-26 ottobre 2007), a cura di G. Baroni, Rivista della letteratura italiana, XXVI.1, 2008, pp. 241-44.
“La poesia di Dario Bellezza a dieci anni dalla sua scomparsa”, Italian Poetry Review, 1, 2006, pp. 67-75.
“«L’uccello alto nella notte»: corpo e spazio (omo)erotico della poesia italiana del Novecento, The Italianist, 26.1, 2006, pp. 92-113.
“«Un vecchio amava un ragazzo». L’omoerotismo nella tarda poesia di Saba (1935-1948)”, Poeti e poesia, 8, 2006, pp. 69-81.
“Padri, figli, amanti: per una rilettura del mito di Oreste nell’opera di Umberto Saba”, Trasparenze, 25, 2005, pp. 73-89.
Espletate così tutte le formalità prima della partenza, dalla prossima puntata lascerò guidarci direttamente dalle voci dei poeti. Come accennato sarà un dialogo lungo che spero col tempo conquisterà sempre più aficionados. Il primo appuntamento che ci diamo è a Trieste, con la poesia di Saba nei primi due libri del Canzoniere.
24 commenti a questo articolo
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-22 12:09:19|di manuel cohen
mi associo come a un coro ideale e terribilmente reale alle parole dette da Breda Minnello. Sono tempi che impomgono prassi e presenze. Franco Buffoni, da dove mi stai leggendo: te le dico ora le cose che sai da sempre e che ho lasciato intuire semza esprimerle chiaramente qualche sesa addietro, a Portonovo: sono una identità in movimento, vengo da due religioni, tre lingue, almeno due culture, e sono molto gay! (perdonate l’intrusione, ma Franco mi ha richiesto pubbliche attestazioni!)
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-21 20:25:38|di Andrea Breda Minello
ps: nell’ordine vengo prima del Simonelli... Gian è più vecchio di me di dieci mesi :))))
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-21 20:17:53|di Andrea Breda Minello
Chiedo scusa a Luca per il ritardo con cui intervengo ora a questo primo capitolo introduttivo all’antologia. Impegni di lavoro e non solo mi hanno tenuto lontano. Quando Luca mi ha chiesto, tempo addietro, di partecipare al lavoro, confesso di esser stato titubante e solo dopo qualche giorno ho accettato con entusiasmo. Vero è che considero fermamente da sempre la necessità di superare le distinzioni e i limiti ovvero le classificazioni che spesso sono solo gratuite e sterili, ma non è questo il caso. Vero è anche che chi legge il mio canzoniere d’amore dovrebbe superare i generi e non tener conto dell’io scrivente, che diventa figura, dramatis persona. Ho superato tutte queste ragioni intrinseche e ho detto di sì a Luca per un dato contingente, senza il quale non vi sarebbe mai poesia. Tale dato è il fatto che ogni poesia è e deve essere civile e in questi mala tempora c’è bisogno di testimoniare e resistere. Il lavoro critico di Luca è uno degli esempi più alti di questa nostra epoca. SI deve dire, pronunciare, opporsi, ancora dire. In fondo è l’unica via possibile.
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-14 22:20:36|di Luca Baldoni
Alcune ultime osservazioni sui post di Marco, Eleonora e Gandolfo, dato che ho già inviato alla redazione la prima parte della selezione su Saba che dunque apparirà tra breve.
ringrazio Marco per la rabbia che non teme di esprimere nei suoi interventi. Cerchiamo tutti di mantenerci nei limiti di una civile conversazione e ognuno ha ovviamente il diritto a esprimersi il più liberamente possibile, ma è anche importante manifestare rabbia se necessario, ovviamente motivandola come ha fatto Marco. Rabbia per un’Italia che continua a voler vivere in uno splendido isolamento culturale rispetto ai paesi europei, che si rifiuta di istitutire corsi di gay and lesbian studies, che non traduce e pubblica studi del settore che all’estero già sono classici etc... Penso che molti etero sinceramente non si rendano conto di questo nostro ritardo, e che quindi reiterino le solite trite obiezioni a qualunque progetto ponga l’omosessualità al centro dell’analisi critica (ma non sarà ghettizante? ma esisterà poi la letteratura gay? etc) più per ignoranza/pigrizia che altro. Allora penso che anche la nostra rabbia, motivata, arricchita da esempi, riferimenti agli sviluppi in altri paesi, possa essere un aiuto a far comprendere il contesto internazionale in cui questi studi si inseriscono.
dovrei ringraziare Eleonora per molte sue affermazioni, ma mi fermo alla splendida e per noi tutti/e necessaria citazione: "Più d’uno, più d’uno bisogna essere per parlare". Questa frase raccoglie il senso della "chiamata" che ho esteso a tutti a partecipare attivamente a questo blog. Lo dico anche ai poeti e agli appassionati che ci stanno seguendo ma ancora non sono intervenuti in prima persona. Fatelo non appena ne sentite lo stimolo e se ne presenta l’opportunità. Perché, come ripeto, nella sua forma virtuale questo progetto è di tutti coloro che vi vogliono contribuire. Noterete che LE PAROLE TRA GLI UOMINI è la pagina che sino ad ora ha ricevuto più commenti tra quelle pubblicate. Mi sembra un ottimo inizio, manteniamo alta la tensione, continuiamo ad affermare il nostro discorso e il nostro spazio anche nelle prossime settimane.
Gandolfo, speriamo questo fuoco di averlo appicato! Ma soprattutto (vedi sopra) manteniamolo vivo nelle prossime settimane.
Grazie a tutti per questo primo round di interventi. Come ho detto, il prossimo post apparirà tra breve.
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-13 15:41:57|di Gandolfo
In poesia si è sempre cercato di delimitare gli spazi narrativi - quelli che io chiamo gli orti lirici -.
A volte lo si fa per categorie spaziali (poeti siciliani, americani...); altre per quelle temporali (poeti del Cinquecento, del Novecento...); altre ancora per ragioni stilistiche (sonettisti, madrigalisti, futuristi...) e anche per ragioni tematiche, ovviamente.
Ecco, io individuerei nell’ispirazione - e non nel tema - il denominatore che contraddistingue l’antologia intrapresa da Baldoni. E questo è già un gran merito.
Tutte le categorizzazioni, del resto, portano a scelte e inevitabilmente al fatto che i critici le evidenziaranno e ne rimarcheranno le assenze e i limiti. Ma anche tali ’commenti’ fanno parte del dibattito poetico.
Io, quindi, non vedo alcun motivo per cui una tale scelta ’selettiva’ non vada incoraggiata.
Baldoni, del resto, nella sua introduzione delinea il proprio campo d’azione, ne illustra i possibili rischi e chiarifica la metodologia che intende adoperare. Questa serietà va difesa e stimolata. Che poi il suo discorso si faccia civile, nel senso pasoliniano del termine, ben venga.
Io mi auguro sempre che la poesia infiammi e avvampi, e Luca, con questa sua antologia ha appicato il fuoco. Caldo, sento caldo, quanta bellezza!
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-08 00:18:13|di Marco Simonelli
Di poco fa la notizia che la Sapienza di Roma ha bloccato un cineforum queer per "paura di aggressioni omofobe".
Una divulgazione propedeutica ad uno studio formativo che sottolinei l’importanza di conoscere, curare, rispettare e (si spera, anche) apprezzare la cultura omosessuale è urgentissima.
Sulla questione del canone: l’ultimo tentativo di antologizzazione mi risulta essere quello di Gardini. Che si fermava a Pasolini, se non erro. Negli ultimi dieci anni molti modelli (penso per esempio a una certa cadenza penniana o ad una sorta di pseudomaledettismo di fondo rintracciabile in Bellezza) sono stati assimilati e superati dando origine a risultati personali, forti, capaci di testimoniare non solo una vitalità stilistica ma anche una maggior attenzione alla complessità storica che viviamo (penso al contesto in cui si sviluppano gli ultimi testi di Buffoni, al minimalismo emotivo di Turolo, alla figuralità di Annovi, tanto per citare i primi che mi vengono in mente).
Parlare di poesia gay oggi a mio avviso significa distinguere per meglio apprezzare. Nonostante i tempi svastichelli che viviamo, mi sembra doveroso portare avanti un lavoro di documentazione di questo tipo, nella speranza (forte) di studi futuri, da parte di una generazione che DAVVERO sia cresciuta non conoscendo la differenza tra etero o gay.
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-08 00:07:23|di Luca Baldoni
Vorrei elaborare molte cose a partire degli interventi di Marco e Eleonora, ma per spirito polemico mi urge rispondere alle persistenti obiezioni di Luigi (ma non ho capito se sei lo stesso Luigi di prima o no...) Mi sembra che esprimi una posizione di forte contraddizione o forse, perdonami la durezza, di poco coraggio; da una lato sembri essere d’accordo sul fatto che la situazione dei diritti e della cultura gay oggi in Italia non naviga in buone acque (l’iperbole degli Ebrei sotto il Nazismo), dall’altra suggerisci che proprio per questo bisognerebbe chinare il capo e stare tranquilli.
La ragione principale per cui abbiamo bisogno di uno studio specifico sulla poesia gay, è che l’espressione dell’affettività tra persone dello stesso sesso non viene riconosciuta in ambito letterario allo stesso modo in cui è repressa a livello sociale. Ti ripeto, apri qualunque antologia "generalista" di poesia d’amore ad esempio, e gli autori gay sono assenti, o se presenti con poesie che non li rivelano come omosessuali. E questo, chiaramente, non è colpa dei gay, ma degli etero. Certo che si dovrebbe studiari gli autori che tu citi parlando liberamente e approfonditamente della loro sessualità, ma sai benissimi che questo in Italia non avviene. Fiumi di inchiostro sono stati scritti sul rapporto tra Saba e la moglie Lina, nessuno prima del sottoscritto si è avventurato nell’atrettanto importante rapporto con Federico Almansi. Questo volersi precludere un campo d’indagine per il momento contestato nell’attesa che un giorno, per intervento divino, non lo sia più, mi sembra che possa solo far perdurare l’ignoranza e il pregiudizio.
Oltre a questo, e senza voler essere pedante circa la mia opera, ci tengo a sottolineare che l’ho sottotitolata "L’omosessualità e la poesia etc...", cioè volutamente non ho voluto dare niente di scontato circa un’idea monolitica di poesia gay. Ci tengo a quella "e" che unisce i due termini (omosessualità/poesia) e allo stesso tempo li lascia distinti. L’antologia dovrebbe servire al lettore a seguire i legami tra i due termini, a porsi domande, canoniche e non, sul rapporto tra omosessualità e espressione poetica. Dunque ad affrontare un dialogo, piuttosto che fronteggiare un editto.
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-07 23:32:46|di Luca Baldoni
Rientrato dopo alcuni giorni di assenza trovo un sacco di osservazioni stimolanti, ringrazio tutti per il contributo e spero che continueremo a dialogare puntata dopo puntata. Vado in ordine.
@ Tiziano Fratus: no non conosco la silloge "La torsione", mi sapresti dire come procurarmela?
@ Manuel Cohen: conosco l’antologia curata da Metalli, a cui aggiungerei quella uscita per Gammalibri per la cura di Paris/Veneziani, che però parte dalle origini e ha una piccola sezione sulla contemporaneità. Riguardo l’antologia di Gardini, che ci porta nel campo della comparatistica, ho sempre trovato stupefacente l’affermazione del curatore nella prefazione che la maggior parte dei poeti inclusi sono anglosassoni perché in questi paesi si sono affermati cambiamenti sociali non presenti altrove. Dal mio punto di vista, invece, nessuna antologia internazionale di poesia omoerotica del Novecento può prescindere da una rappresentanza italiana molto corposa. La più corposa insieme a quella anglosassone.
La non presenza di D’Annunzio (come di Pascoli d’altronde) non è il risultato di una svista ma di una scelta critica. Ogni curatore di un’antologia del Novecento, qualunque sia il taglio antologico, si trova di fronte alla questione Pascoli/D’Annunzio fuori o dentro. Nel caso della mia antologia ci ho molto pensato, e sono giunto alla conclusione che le tracce omerotiche pur presenti nei due poeti sono troppo labili, e prive di un vero sviluppo anche psicologico, per considerarle un inizio vero e proprio. Ho quindi deciso di escluderli e cominciare con Saba.
Non conosco invece Franco Cerruti, grazie per la dritta. Riguardo Willcott, intendi forse Rodolfo Wilckok, di orgine argentine, che ho incluso nel mio indice? Riguardo Comisso non mi risulta che abbia scritto poesie; anche l’antologia di Metalli lo inserisce solo con delle prose. Se hai indicazioni da darmi al proposito te ne sarei grato.
Quando parliamo di omocanone, giustamente sottolinei " esperienze e scritture molto divaricate tra loro etc..." qualcosa che io do come un elemento normalmente presente in ogni canone. Ti rimando a un punto che ho volutamente enfatizzato nell’introduzione: "Non, quindi, una presa di posizione in favore di una scrittura gay, concetto appiattente e irrealistico, ma la ricostruzione di un canone omoerotico che, come tutti i canoni, contiene al suo interno le voci più disparate, ma comunque in colloquio l’una con l’altra. Grazie comunque degli auguri per il lavoro spero che continuerai a seguirlo!
LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2010-06-06 21:37:18|di Luigi B. (così non ci si confonde :D)
@ Simonelli: è proprio perché leggo i giornali che mi pongo la domanda.
@Baldoni: grazie! volevo solo precisare due cose (anche ricollegandomi a quello che ha detto Simonelli):
1. ho utilizzato il termine "ghettizzare" che è piuttosto "forte" e con elevata valenza negativa. Più che altro, però, io intendevo dire: "perché abbiamo bisogno di fare uno studio specifico sulla poesia gay? ovvero, perché esiste la Letteratura gay? forse che non è uguale a tutto il resto della letteratura (e della poesia) e bisogna fare dei distinguo? Non si può studiare Pasolini, Bellezza, Penna etc. facendo liberamente riferimento alla loro omosessualità, parlando di come questa abbia influenzato il loro lavoro, semplicemente come poeti senza sentire la necessità di "catalogarli" in una sezione "gay"?". Questo intendevo dire con "ghettizzare".
2. In un Paese dove quando va bene si denunciano "quei due froci che si baciano sul lungotevere" alla polizia e quando va male gli si mena direttamente non rischia di essere controproducente il nobile intento della antologia? Magari si dirà più liberamente e lo si riconoscerà che Pasolini, Bellezza, Penna etc. erano omosessuali, però magari li si vede come "anche loro figli di dio, ma mica normali". Non so, ma un’antologia sulla poesia omosessuale in Italia oggi mi pare un po’ (perdonate l’iperbole) una antologia di poesia ebrea nel 40 in Germania. Oltre al fatto che personalmente non sono particolarmente e concettualmente favorevole ad antologie che faccio fatica ad accettare anche qualora siano antropologiche (poesia gay, letteratura o poesia femminile etc.). Però sono quasi certo di sbagliare :)
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LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
2014-07-17 03:17:04|di Jean-Paul Malfatti
"Un poeta gay è solo uno dei tanti gay poeti di ieri, oggi e domani." Jean-Paul Malfatti
Fonte: http://tinyurl.com/poetagay