Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Numero_11: CORRADO LEVI (1929)
Corrado Levi è architetto, artista, designer e critico d’arte. Insegna Composizione Architettonica alla Facoltà di Architettura di Milano, e dagli anni Settanta in poi è stato uno dei protagonisti dell’arte italiana, sia come artista che come critico, intrattenendo rapporti con l’arte povera, la transavanguardia e l’arte dell’East Village di New York. Nel 2009 Electa ha dato alle stampe È andata così. Cronaca e critica dell’arte 1970-2008, in cui Levi ripercorre il suo cammino artistico e di vita senza tralasciare il suo coinvolgimento nelle battaglie del movimento gay.
Pochi sanno che Levi, fedele al suo credo di cercare “similitudini metodologiche tra le diverse discipline che pratica”, è stato anche poeta. Il suo testo, ormai introvabile, New Kamasutra, uscito nel 1979, è un’opera composita in cui al procedimento del collage (sono inseriti nel libro vari documenti sulla vita sessuale della comunità gay a New York negli anni Settanta, dagli annunci personali, a reclame di luoghi d’incontro, ad analisi in prosa delle pratiche erotiche diffuse nell’ambiente newyorkese) si alternano componimenti di mano dell’autore. Vi prevale un senso di gioiosa e ironica liberazione, ben lontano dalle cupezze e seriosità a cui molta della nostra tradizione omoerotica ci ha abituati. Difficile rintracciare gli antecedenti poetici di questo discorso, se non forse negli esperimenti dadaistici a cavallo tra arte figurativa e parola. Levi afferma che i suoi maestri letterari sono stati Karl Kraus e Eric Satie.
L. B.
Da New Kamasutra (1979)
A UN AMICO ETEROSESSUALE (ANCORA)
(Natale 1976)
ti piace un cazzo che ti entra dolcemente nell’ano
o una carezza della mamma?
ti piace farti morsicare i capezzoli fino a urlare
o una zuppa inglese?
ti piace farti leccare il culo fin dentro
o la pesca subacquea?
ti piace con la crema
o la torta pasqualina?
ti piace un bel corpo muscoloso
o una lunga doccia calda?
ti piace un cazzo enorme
o un bel pezzo di musica?
ti piace essere palpato da un fusto
o leggere linus?
ti piace far scorrere in bocca tutti e due i testicoli
o una gita autunnale?
ti piace lo sperma allo schizzo
o un mazzo di viole?
ti piace antonio, giacomo, fausto, nino, valerio
o la corazzata Potëmkin?
ti piace farti inculare ripetutamente fino al pelo
o prendere il sole?
ti piace lo sperma dolce
o quello pungente?
ti piace un bel corpo di un calciatore
o due bei corpi di nuotatori?
ti piace un dito nel culo
o ti piace tre dita nel culo?
ti piacere mettere in bocca tutti e due i coglioni
o ti piace prima quello destro?
ti piace farti frustare
o ti piace farti leccare i segni?
ti piace truccarti
o ti piace l’evoluzione della specie?
preferisci farti inculare da un borghese
o preferisci farti inculare da un proletario?
ti piace all’improvviso
o ti piace preparato?
ti piace sempre
o ti piace continuamente?
ti piace con foga
o ti piace senza passione?
ti piace duro
o ti piace con tenerezza?
ti piace che preme
o ti piace contro?
ti piace corrado levi
o ti piace levi corrado?
da LA STESSA MUSICA
(…)
di amo in amo
ti amo ti amo
amo l’ano del prossimo mio come me stesso
festa
e acute grida
per tuo ano
che culo
avere un ano così bello!
non fare lo stronzo
goditi l’ano
preferisci l’anomania o preferisci l’amomania?
l’ano del ragazzo che amo
l’ano del ragazzo che ho preso con l’amo
l’amo del ragazzo che ho preso con l’ano
DOVE?
preferisci i jeans larghi dove tutto giace
o preferisci i jeans stretti
dove ogni cosa lotta per un posto al sole?
***
oggi 25 novembre ’77 ho fatto un pompino a Massimo in treno, io in ginocchio, lui seduto con le ginocchia allargate, non si era slacciata la cintura perché aveva paura del controllore (sic). attirava con tutta la sua forza la mia testa contro il suo cazzo, mi faceva male al fondo della gola, male che ho sentito per alcune ore (che bello!). non crede nei ruoli e nel piacere S/M, mi diceva prima: “per me c’è solo dolcezza”. io gli stringevo i fianchi con tutta, ma tutta la mia forza, lui si sollevava e arcuava la schiena formando un ponte tra piedi e testa come una fanciulla, compensava premendo la mia testa. aveva un corpo sottile, giovane, di vent’anni, bellissimo, che vibrava all’inverosimile, più del treno.
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LE PAROLE TRA GLI UOMINI - L’omosessualità e la poesia italiana moderna e contemporanea
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