Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

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La Macchia Nera n° 24

Francesco Forlani - Poetically correct?

Articolo postato venerdì 9 febbraio 2007
da Christian Sinicco

Christian Sinicco (CS): Parlaci dei siti e dei blog dove operi, delle loro caratteristiche, dei problemi inerenti alla fruibilità e delle statistiche, del tuo "programmarti" il lavoro. Se lo spazio che utilizzi è una tua creazione, o se è frutto di una tua idea o di un’idea condivisa con altre persone, parlaci delle tappe che hanno portato alla sua nascita e della forma che hanno preso le successive collaborazioni con altri artisti o critici.

Francesco Forlani (FF): Il mio rapporto con i blog è cominciato tre anni fa grazie ad Andrea Inglese che aveva postato su NI 1 ,alcune mie cose e poco dopo l’esperienza del sito che il mio editore francese mi aveva creato, http://www.manuscrit.com/msites/mor.... Con il ritorno in Italia circa un anno e mezzo fa, mi si sono presentate due occasioni importanti e quasi contemporanee, ovvero la richiesta da parte dei rispettivi redattori, di far parte di NI 2 e di Absolute Poetry, La partecipazione a questi due blog ha rappresentato e rappresenta tuttora un’occasione importante, direi quasi fondamentale, insieme alle altre attività letterarie ed editoriali che svolgo, soprattutto come creatore e animatore di riviste su carta. Nazione Indiana, per le sue caratteristiche e dinamiche corrisponde infatti alla mia idea di comunità e di open source.
Mi sembra difficile considerare questa esperienza come un progetto chiaro, dal principio. Piuttosto come un “movimento” di conoscenza progressiva del mezzo e delle sue potenzialità. Con una sorta di unione quasi “fusionale” col mezzo, al punto che se ci sono problemi sul server - ultimamente su NI se ne stanno verificando alcuni molto importanti - psicosomatizzi con mal di testa e stato di agitazione. Forse sei troppo giovane per ricordarti Goldrake, ma più o meno con i blog ti succede quello che capitava al fortunato pilota del robot che quando la macchina che abitava, non lui, riceveva un pugno dal mostro, gridava e scuoteva la testa come se l’avesse ricevuto sul grugno. Mi è capitato poi di rileggere i post che da un anno a questa parte avevo messo su NI e devo dire che l’impressione è di aver usato registri molto differenti, dal poetico al pamphlet, dalla prosa a una scrittura più meditata, quasi malinconica, e che alla luce di quanto è successo devo dire che non so se esista veramente un format da blog più che da carta stampata, come alcuni si sforzano di farci credere. Insomma, l’idea che mi sono fatto è che non è possibile irretire la rete con tracciati troppo codificati e strombazzati. E soprattutto che il mezzo stia cercando con te una soluzione al “caso”.

CS: Hai mai fatto un’inferenza sui visitatori del tuo sito? Chi credi siano, che tipologie di utenti? In che rapporti sei con i tuoi utenti? Quali argomenti maggiormente li interessano? Quali, in sostanza, le correlazioni tra la rinascita della poesia e la diffusione dell’informazione su internet?

FF: La fortuna di appartenere a Nazione Indiana consiste anche nella sua diffusione in Italia (il temine mi sembra oltre che più poetico anche più nello spirito del tempo di distribuzione). Il nostro Web Reister, Jan ci fornisce dati incoraggianti sul numero di visitatori e lettori e sul fatto che dalla sua fondazione (NI 1) ad oggi ci sia una crescita costante. Scopro sempre nuovi lettori, nei viaggi che faccio e qualche volta, per fortuna raramente ci si responsabilizza di più. E devo anche dire che la qualità dei testi che ci arrivano in redazione come pro-post per NI, mi fa pensare a dei lettori veramente qualificati. E infatti mi capita, soprattutto per la poesia, di postarli. Tra i meriti del nostro blog credo vada annoverato quello di apertura su diversi campi cercando di non limitarsi al letterario, e con attenzioni rivolte al teatro, alla musica, alle arti visive, alla politica. La presenza di 19 redattori, perfettamente autonomi, e provenienti da esperienze e territori molto diversi, fa si che la “palette” dei contenuti sia molto varia. La poesia occupa un posto importante e talvolta si sente questa dicotomia, come una lettrice ci aveva fatto notare, tra poeti e narratori,dicotomia che è presente in quasi ognuno dei redattori essendo spesso sia l’una che l’atra cosa. In questo Nazione Indiana, anche se non sempre, lo ammetto, tenta di essere il meno autoreferenziale possibile sia sul piano del genere (da letterati a letterati) sia della tradizione (da italiani a italiani). Ci sono dei giorni in cui NI appare come un sito animato da traduttori e questo mi sembra davvero importante da segnalare. Se poi mi soffermo con il mio particolare rapporto al lettore di blog è di un tipo abbastanza preciso. Il mio post è il frutto di un’attenzione particolare, a un’opera, a un fenomeno, a un fatto, e tra le righe si indovina- almeno spero- l’invito a ragionare insieme. Per esempio oggi ha senso parlare di Avanguardia? Se si, come credo, in che modo? E ragionandoci insieme ci si rende conto primo se la questione meritasse la pena di essere discussa, e due se è possibile immaginare una soluzione.

CS: Parlaci dei siti che visiti di più, e dei blog sia collettivi che individuali. Quali i migliori secondo te e perché? Quale critica o pensiero, metodi di lavoro, emergono dall’impegno dei redattori degli altri spazi? Ti sei scambiato delle informazioni utili per il tuo lavoro? Hai collaborato con altri redattori? (Se sì spiegaci come, e se hai interesse in futuro a collaborare con altri redattori ipotizza quello che andresti a proporre e come lo realizzeresti).

FF: Proprio perché sono contrario al poetically correct direi che Nazione Indiana è veramente tra i migliori, e lo dico da lettore dei post altrui. Per altri siti posso citarti alcuni a cui ho collaborato e che seguo con molto interesse come il francese Cythere Critique , Liberinversi, Absolute(ly),Ulisse, e trovo ricchissima l’antologia sonora presente su Vico Aticillo. Con qualche difficoltà, soprattutto ultimamente, leggo Vibrisse cui va comunque riconosciuto il merito di svolgere una vera attività di aggregazione. Dimenticavo Primo Amore e Carmilla, dove soprattutto nel primo, si dedica alla poesia una grande importanza. L’idea di rizoma che nell’organizzazione di NI abbiamo adottato, si unisce a quella dei flussi, per cui mi piace pensare alla blogosfera italiana come a un arcipelago, minacciato talvolta da tsunami giuridico amministrativi o da derive personalistiche, ma questo è un altro discorso. Così come merita un altro discorso che è estremamente ricco e complesso ed è il mio sodalizio con Biagio Cepollaro. Con lui si fa di tutto, dal blog al libro on line, dalla lettura “alla Scala” a Milano alla performance in gallerie o spazi pubblici. Una storia cominciata con Baldus e Paso Doble in pieni anni 90, e che continua oggi con la Cepollaro edizioni e Sud.

CS: Che importanza riveste il dibattito culturale, anche in rete, o il pensiero critico sulla contemporaneità nella tua realtà di artista e di operatore culturale? Quali i temi che hai affrontato o i problemi che hai contribuito a risolvere? Quali le tue linee guida oggi, e le tematiche che affronteresti con urgenza?

FF: Io di linee non prendo nemmeno quelle degli autobus, figuriamoci le poetiche...Trovo molto coraggio nei tentativi fatti da Marco Giovenale insieme al gruppo GAMMM, e certi orientamenti che affiorano da Absolute. Però devo dire che mi sento più vicino alle riflessioni di Andrea Inglese (vedi su NI le ultime sull’Avanguardia oggi) o di un Francesco Marotta, che mi sembrano serene e lontane da un livello cerebrale che a volte nasconde semplicemente le proprie angosce o la propria solitudine. Tra i meriti di questa nuova storia “collettiva” c’è sicuramente quello di aver rotto l’isolamento in cui si trovavano molti poeti e creato una vera e propria rete in cui l’incontro con la persona è predominante su quello della poetica ed è un gran bene. Più che le riflessioni mi interessa l’energia dei poeti in rete e una novità profonda sta in questo dialogo fuori dai denti tra scrittori provenienti da diverse generazioni e orizzonti estetico - formali. E a meno di non essere impiegati all’Enel è difficile immobilizzare l’energia. Mi preoccupa invece la parola “professionalità”. Mi ricordo a tal proposito di una bellissima lezione di Vittorio Russo su Tetrarca e della sua insistenza sulla definizione di poeta artigiano. Di come l’idea romantica del poeta ubriaco che scrive di getto la poesia così come sarà, perfetta e compiuta, sia un falso storico. Che una poesia ha bisogno di attenzione, di cura, di meticolosità e precisione da artigiano - la mia linea poetica si apparenta invece all’inesattezza. Però non la confonderei questa “artigianalità” con la professionalità. Anzi dirò di più. La parola professionalità è in genere una delle più grandi prese per il culo del capitalismo moderno. Ragioniamoci sopra un attimo. In letteratura la professionalità si traduce con vivere della propria penna. Trovatemi uno, dico uno solo che non faccia parte di una fortunatissima e sparuta schiera di autori, che possa vivere della propria scrittura. E non dico della scrittura in generale (giornalismo, pubblicità, documentazione, corrispondenza amministrativa) ma della propria propria. E lo stesso vale per le altre arti. Vorrei che qualcuno mi spiegasse perché Gigi Esposito che fa il fotografo di matrimoni e battesimi e dunque vive della propria fotografia dovrebbe essere professionale e dunque superiore in qualche modo a Luca Anzani che è un fotografo eccezionale e che lavora in una fonoteca? Questo passaggio professionalità-soldi-verità che talvolta emerge anche da certi discorsi dei narratori quando si interrogano su popolare e avanguardia appiattendo la questione su “quelli che vendono e chi resta marginale”, non mi è ancora chiaro. Il blog per rispondere alla tua domanda è una “cosa” che vale molto e costa poco, pochissimo.

CS: Si parla spesso di migliorare la qualità dell’informazione, la comunicazione o il dibattito della poesia in rete, ma i siti non sono molto attrezzati dal punto di vista della multimedialità e sui blog - anche se ciò non accade solo su internet - prevalgono spesso linee oltranziste, si configurano lobby o gruppi di interesse. Quali i problemi della riconoscibilità sociale del poeta in internet? E, dal punto di vista sociale o sociologico, quali a tuo avviso vantaggi e svantaggi che il web ha portato alla poesia e ai poeti? Cosa infine è stato di supporto alla tua attività, anche per ciò che concerne l’autopromozione?

FF: Agli incontri per soli poeti preferisco quelli tra allevatori o imbianchini. Lì, trovo più da imparare mentre in certi festival la tocchi con mano una certa “reciproca diffidenza” per non parlare del livore da escluso o della presunzione da primi della classe che talvolta anche in rete, si manifesta. Ai poeti, come ho recentemente detto a Parma in occasione di un incontro, non si deve domandare la santità e la purezza che non è richiesta ai critici o ai narratori, sennò dovremmo bruciare le opere dei migliori, da Rimbaud a Celine, o a Ezra Pound, che proprio santi non erano. Detto questo, potrei anche trovarmi d’accordo con Andrea Cortellessa quando confessa la propria simpatia verso dei poeti non soltanto poeti, ma anche uomini e donne straordinari. E devo dire che l’elenco di poeti italiani contemporanei con cui ho grande piacere di ritrovarmi, è lunghissimo. Però non capisco questa sindrome da complotto, poeti come massoni, suvvia siamo seri, la vita è altrove mica sulle riviste specializzate in Poesia!!!

CS: Che importanza riveste su internet il lavoro di "mappatura" delle esperienze poetiche? E’ possibile tracciare un primo bilancio, critico e di autori, e quali le sue eventuali implicazioni a 360°? Quali gli autori interessanti che hai potuto leggere in rete e che ti sentiresti di promuovere anche in altri contesti, alzando la qualità della poesia nelle sue manifestazioni? (Indica i contesti - reading, performance, dibattiti, spettacoli, happening, installazioni... -, indica gli autori e motiva le tue scelte).

FF: Una mappatura, certo, però assoluta, come il progetto che lanciai qualche tempo fa su Absolute e Nazione Indiana, Page Blanche à la poesie, che valeva e vale tuttora come provocazione all’ideologia antologizzante tutta fondata sul doppio fronte degli inclusi e degli esclusi. Io sono più per un approccio ludico, tipo : tana, libera tutti!


La Macchia Nera n.01. Massimo Sannelli

La Macchia Nera n.02. Sebastiano Aglieco

La Macchia Nera n.03. Tommaso Lisa

La Macchia Nera n.04. Massimo Gezzi

La Macchia Nera n.05. Matteo Fantuzzi

La Macchia Nera n.06. Cristina Babino

La Macchia Nera n.07. Alessandro Ansuini

La Macchia Nera n.08. Massimo Orgiazzi

La Macchia Nera n.09. Giampiero Marano

La Macchia Nera n.10. Erminia Passannanti

La Macchia Nera n.11. Silvia Molesini

La Macchia Nera n.12. Stefano Guglielmin

La Macchia Nera n.13. Luigi Metropoli

La Macchia Nera n.14. Manila Benedetto

La Macchia Nera n.15. Stefano Massari

La Macchia Nera n.16. Rossano Astremo

La Macchia Nera n.17. Luciano Pagano

La Macchia Nera n.18. Davide Nota

La Macchia Nera n.19. Vincenzo Della Mea

La Macchia Nera n.20. Luca Paci

La Macchia Nera n.21. Martino Baldi

La Macchia Nera n.22. Andrea Margiotta

La Macchia Nera n.23. Gianfranco Fabbri

7 commenti a questo articolo

La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 14:03:19|di Gabriele Pepe

Ringrazio Francesco per lo spirito con cui ha affrontato questa sua intervista, sarà che anch’io non sopporto ’sta figura del poeta sacerdote, portatore di chissà quali verità più o meno rivelate, per non parlare di quelli in contatto diretto, beati loro, con lo spirito santo. Ma non solo anche quelli che credono di fare la rivoluzione o che attribuiscono alla poesia un peso che in realtà esiste solo nella loro testa. Troppo spesso mi sono trovato accanto, in incontri o letture varie, a sedicenti poeti che se la tiravano uh se se la tiravano... :o))

Ho sempre creduto al poeta artigiano che con lungo e meticoloso lavoro di assemblaggio e labor limae costruisce la sua poesia. Ma forse sono io che non essendo capace mi attacco a queste fantasie. Mah...

pepe


La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 12:42:38|di Christian

Era stata postata per errore (è la n° 24) a posto della n°23 di Fabbri, per tre ore circa.


La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 12:40:46|di Christian

Insomma viva Goldrake! Qualcun altro somatizza? No, perché è correlato a recenti polemiche, e mi sa Francesco che la bisogna aprire una sede di blogger anonimi:-)


La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 12:37:16|

ma questa intervista non era già stata postata tempo fa??


La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 11:39:08|

Innanzitutto precisiamo che non ho la patente e che l’unica machine con cui dialogo (proprio qui in questo momento ) è la machine à laver della Lavomatic accanto- all’internet point.
Il rapporto alla "macchina" vd Rete, è estremamente complesso, per quanto mi riguarda. La prima cosa che ho trovato difficile all’inizio era l’esperienza di una parola a metà strada tra un’informazione fredda, precisa, importante (testi di autori che non conoscevo, analsi critiche, riflessioni politiche) e un’emotività di panza che poteva diventare insulto, attacco, polemica. Da questo punto di vista certe esperienze di post (etica del pompino, o mi chiamo Roberta) sono state forti al punto che decisi un’auto sospensione. Durata poco più di di un mese, due... Perchè la macchina ti "possiede", e presto si aprirà una sede di Bloggers Anonimi come per gli alcolisti. Per quanto riguarda la capacità della macchina (quella che ti fa navigare) devo dire che traduce in una quasi realtà la pulsione al nomadismo, intellettuale, ma anche politico e letterario. L’unica netiquette che chiedo a me stesso è di non mentire,(di non fare il tattico, per intenderci) di credere nel post che metto anche se la velocità del gesto chiede molta attenzione. Col tempo ho anche imparato- spero- ad essere più preciso...Poi c’è il discorso della fragilità. Perchè un insulto personale, immotivato, grondante livore e astio (vd Vibrisse, post, Rimozione di Stefania Nardini, ti fa male. )Razionalmente ti dici, vabbè quello è un pirla, che si firma con il nick, che ti stava aspettando al varco, che non gli daresti una lira se lo incontrassi (un pugno invece si) eppure ti ha fatto male. Com’è possibile?
effeffe


La Macchia Nera n° 24
2007-02-10 00:01:04|di dio senza reggiseno

compito a casa per effeffe:
"Mi interessa il rapporto che hai con la "macchina", [...] Se puoi, approfondisci."
:-)


La Macchia Nera n° 24
2007-02-09 19:43:25|di Christian

Francesco, una domanda. Mi interessa il rapporto che hai con la "macchina", quando perdi il controllo, come la guidi o pensi di guidarla. Se puoi, approfondisci.


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