Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Christian Sinicco (CS): Parlaci dei siti e dei blog dove operi, delle loro caratteristiche, dei problemi inerenti alla fruibilità e delle statistiche, del tuo "programmarti" il lavoro. Se lo spazio che utilizzi è una tua creazione, o se è frutto di una tua idea o di un’idea condivisa con altre persone, parlaci delle tappe che hanno portato alla sua nascita e della forma che hanno preso le successive collaborazioni con altri artisti o critici.
Giampiero Marano (GM): “Dissidenze”, il sito di critica, letteratura e civiltà che ho creato nel 2004, deve questo nome a una raccolta di scritti di Franco Fortini, pubblicata postuma dalle edizioni del “Manifesto” con il titolo di Disobbedienze. Da Fortini riprendo l’idea fondamentale secondo cui la critica non è affare da specialisti ma un sapere che investe l’intero universo della Kultur. Di qui le diverse proposte del blog, che ramificandosi accoglie saggi, traduzioni di poesia, interviste, recensioni, interventi dedicati all’attualità politica e culturale, testi di giovani autori italiani, e infine articoli, piuttosto omogenei in termini di orientamento pur nella loro varietà, sui temi della scuola pubblica, della comunità, della religione: per un totale di circa cinquecento post in due anni (i miei personali non superano, credo, il 15-20%), fino a pochi mesi fa editi con cadenza quotidiana e ora settimanale.
CS: Hai mai fatto un’inferenza sui visitatori del tuo sito? Chi credi siano, che tipologie di utenti? In che rapporti sei con i tuoi utenti? Quali argomenti maggiormente li interessano?
GM: I visitatori di “Dissidenze” non rispondono a un identikit preciso e definito: gli argomenti trattati sono disparati e, a quanto ne so, possono interessare lo studente liceale come il cultore di poesia, l’attivista no global come lo studioso di mitologie comparate, ecc. Ammesso pure che categorie o distinzioni così astratte abbiano senso e tenuta.
CS: Quali, in sostanza, le correlazioni tra la rinascita della poesia e la diffusione dell’informazione su internet?
GM: Il connubio poesia-internet si presenta con un doppio aspetto: uno storico-contingente, legato alla ben nota restrizione degli spazi editoriali cui fa da relativo contrappeso l’accessibilità del nuovo medium comunicativo; l’altro ontologico (se così posso dire), effettivamente imperscrutabile se si dimentica come e quanto, fin dal principio, i progressi della tecnologia siano stati scortati da un’ombra, da un’aporia irrisolta di cui a suo modo è voce anche la poesia.
CS: Parlaci dei siti che visiti di più, e dei blog sia collettivi che individuali. Quali i migliori secondo te e perché? Quale critica o pensiero, metodi di lavoro, emergono dall’impegno dei redattori degli altri spazi?
GM: L’elenco comprenderebbe almeno una trentina di blog personali o collettivi degni di interesse, ciascuno con la sua specificità, con il suo percorso o addirittura la sua storia... così su due piedi mi è difficile parlarne come vorrei. Oltre ad “Absolute Poetry”, di cui sono collaboratore, e a un classico come “Nazione Indiana”, posso citare un po’ a caso qualche nome fra quelli che leggo più volentieri: “Blanc de ta nuque” di Guglielmin, “LiberInversi” di Orgiazzi, “Gammm”, “Il primo amore”, “UniversoPoesia” di Fantuzzi, “L’Ulisse”, “Carta sporca” di Nota. Un tratto comune a molti di questi siti è rappresentato dal desiderio di uscire da schemi precostituiti, di non arretrare di fronte alle continue sollecitazioni della nostra epoca: e così si spiega perché qualche intellettuale di regime sembra piuttosto spaventato dal binomio cultura-internet.
CS: Ti sei scambiato delle informazioni utili per il tuo lavoro? Hai collaborato con altri redattori?
GM: In passato ho avuto contatti e scambi di materiali con altri redattori, ma in modo sporadico e non sistematico, cioè senza giungere a un vero e proprio coinvolgimento nell’attività del sito. Per quanto riguarda il futuro ho in cantiere alcuni progetti... vedremo.
CS: Che importanza riveste il dibattito culturale, anche in rete, o il pensiero critico sulla contemporaneità nella tua realtà di artista e di operatore culturale?
GM: Per me l’attenzione al Contemporaneo, in tutte le possibili accezioni della parola, costituisce l’essenza stessa del pensare.
CS:Quali i temi che hai affrontato o i problemi che hai contribuito a risolvere?
GM: Nel blog ricorre l’idea, esplicita o implicita, che la funzione della critica sia quella di porsi come la coscienza infelice della modernità: infelice e dissidente non per partito preso, naturalmente, ma in quanto persuasa dalla tragica evidenza del male e dell’ingiustizia. A volte, per un eccesso di rigidità che è difetto di rigore, la critica può riprodurre, sebbene capovolte, le stesse categorie mentali che vorrebbe contrastare: per come la concepisco, la dissidenza non agisce frontalmente sullo stesso piano dei suoi antagonisti ma si muove nel senso di una radicalità obliqua... è un’infezione che si espande, un virus latente, in attesa...
CS: Quali le tue linee guida oggi, e le tematiche che affronteresti con urgenza?
GM: Oggi le linee guida del sito sono le stesse di sempre - potrei riassumerle con una specie di slogan: contro la dittatura dello Sviluppo-senza-progresso è necessaria una forma di resistenza, completamente diversa dai modelli del passato, nella quale la poesia può giocare un ruolo di sorprendente importanza. Una tematica che vorrei affrontare in particolare riguarda le conseguenze, distruttive anche per il rapporto letteratura-comunità, del processo (comunque irreversibile) di scristianizzazione dell’Europa, già in atto quando, più di un secolo fa, Zarathustra annunciava la morte di Dio.
CS: Si parla spesso di migliorare la qualità dell’informazione, la comunicazione o il dibattito della poesia in rete, ma i siti non sono molto attrezzati dal punto di vista della multimedialità e sui blog - anche se ciò non accade solo su internet - prevalgono spesso linee oltranziste, si configurano lobby o gruppi di interesse. Quali i problemi della riconoscibilità sociale del poeta in internet? E, dal punto di vista sociale o sociologico, quali a tuo avviso vantaggi e svantaggi che il web ha portato alla poesia e ai poeti? Cosa infine è stato di supporto alla tua attività, anche per ciò che concerne l’autopromozione?
GM: Da almeno due-trecento anni a questa parte la relazione possibile tra poesia e società si configura unicamente come un conflitto, uno scontro violento: per reggerlo occorre lavorare sui grandi paradigmi culturali, scendere in profondità, elaborare forme di opposizione ben più sostanziali di quelle teorizzate e praticate nel Novecento. Perciò, mentre credo che la riconoscibilità e il punto di vista sociale siano illusioni micidiali, l’esperienza personale mi ha semmai dimostrato che uno dei vantaggi offerti dal mare magnum del web è proprio quello di permettere la formazione di comunità “invisibili” ma non per questo inefficaci.
CS: Che importanza riveste su internet il lavoro di "mappatura" delle esperienze poetiche?
GM: Attualmente su internet, ma anche fuori dalla rete, non esiste un lavoro di scavo analitico intorno alle esperienze cui ti riferisci. Con pochissime e circoscritte eccezioni. E’ vero che per definizione la “critica ufficiale” è latitante e arriva sempre a cose fatte, ma dall’altro lato, cioè nei giovani, colgo spesso i segni di un preoccupante rifiuto della speculazione, della theoria critica, percepita in fondo come un’intrusione indebita, sgradevole, da respingere perfino quando si offre nei nudi termini di una chance creativa ulteriore rispetto alla poesia. A furia di revisioni, sdoganamenti, riesumazioni più o meno consapevoli e responsabili, è tornata in voga la dottrina crociana dell’intuizione lirica... Meglio ricordare le parole di Dante nella Vita Nuova: “E acciò che non ne pigli alcuna baldanza persona grossa dico che né li poete parlavano così sanza ragione, né quelli che rimano devono parlare così non avendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono”.
CS: E’ possibile tracciare un primo bilancio, critico e di autori, e quali le sue eventuali implicazioni a 360°?
GM: Perché no, avendo tempo e voglia? Non penso che la nuova generazione sia migliore e più decisiva delle precedenti, ma neppure intendo cedere di un solo millimetro alla vulgata che parla di una poesia ormai agonizzante, per non dire morta e sepolta. Le implicazioni a 360 gradi di un simile lavoro sono realmente imprevedibili, non siamo in grado di sapere cosa potrà accadere a lungo termine.
CS: Quali gli autori interessanti che hai potuto leggere in rete e che ti sentiresti di promuovere anche in altri contesti, alzando la qualità della poesia nelle sue manifestazioni?
GM: Attraverso internet ho conosciuto, prima di (o senza mai) leggerli su cartaceo, i testi di Francesco Marotta, Erminia Passannanti, Nevio Gàmbula, Adriano Padua, Rossano Astremo (diversi altri mi sono certamente sfuggiti...): questo solo è sufficiente a dimostrare l’imprescindibilità del web, nonostante i limiti e le contraddizioni che lo caratterizzano, per la ricerca del critico militante.
La Macchia Nera n.01. Massimo Sannelli
La Macchia Nera n.02. Sebastiano Aglieco
La Macchia Nera n.03. Tommaso Lisa
La Macchia Nera n.04. Massimo Gezzi
La Macchia Nera n.05. Matteo Fantuzzi
La Macchia Nera n.06. Cristina Babino
La Macchia Nera n.07. Alessandro Ansuini
La Macchia Nera n.08. Massimo Orgiazzi
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