Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Christian Sinicco (CS): Parlaci dei siti e dei blog dove operi, delle loro caratteristiche, dei problemi inerenti alla fruibilità e delle statistiche, del tuo "programmarti" il lavoro. Se lo spazio che utilizzi è una tua creazione, o se è frutto di una tua idea o di un’idea condivisa con altre persone, parlaci delle tappe che hanno portato alla sua nascita e della forma che hanno preso le successive collaborazioni con altri artisti o critici.
Stefano Massari (SM): da sempre la nostra attività - su web e non solo - muove da un imperativo di non stanzialità . l’idea di partire con un sito canonico ci sembrava pretestuosa e poco adeguata a rispondere a quella che era ed è da sempre la nostra esigenza primaria : cercare il dialogo - cercare interlocutori - cercare l’altro . forse davvero l’unico dogma che deve irrinunciabilmente governare ogni esperienza di poesia . prima di tutto dovevamo misurare presso un mondo quasi totalmente sconosciuto il valore effettivo della nostra visione delle cose - c’era molto da imparare e da capire . forse in un secondo momento sarebbe stato possibile - dopo aver dato il nostro meglio - cominciare a costruire davvero un luogo che si proponesse come punto di riferimento per un certo modo di ‘intendere’ la militanza in poesia . da questo impulso è nato il bollettino FuoriCasa.Poesia . concepito come foglio elettronico - graficamente curato - diretto chiaro ed essenziale - provvisto di un’identità il più possibile non confondibile - da distribuire via mail - gratuitamente - ovunque . non solo dentro gli ‘ambienti’ ma davvero ovunque ce ne fosse stata data l’occasione . abbiamo condotto un vero e proprio assalto con l’obiettivo di creare identità e provocare interazione su larga scala . con l’ordine fondamentale di promuovere qualità poetica - apertura integrale verso qualunque provenienza culturale - precisa scelta dentro quei canoni di necessità e maturità stilistica (anche in corso naturalmente - ma rintracciabile almeno come potenzialità effettiva) che eravamo allora in grado di intercettare coi nostri strumenti - cercando il più possibile anche dentro le più estreme differenze . quindi ripartendo e ridiscutendo proprio dai limiti delle nostre capacità critiche di interpretazione e lettura . ci siamo messi in gioco e a servizio della poesia per crescere - noi per primi - per uscire anche dall’asfissia congenita a proprie pericolose - seppur preziose e mai rinnegate - autoconvinzioni (perché per fortuna il mondo è grande e non c’è al mondo niente di virtuale - neanche nel web) e in ultimo per abbandonare una volta per tutte un contesto purtroppo culturalmente ridicolo - angusto e assurdamente involuto come quello bolognese . ha funzionato . riguardo al blog abbiamo vissuto tre fasi diverse . la prima innescata dalla buona accoglienza ricevuta dal bollettino - oltre alla sensazione - abbastanza precisa - che finalmente anche sulla rete - grazie alla particolarità dello strumento blog - si andava creando tutto un reticolo di interazioni stimolanti tra persone lontane e sconosciute che sul tavolo della poesia andavano quotidianamente a giocarsi la faccia - creando davvero nuove opportunità di confronto e conoscenza . tutto nei limiti che il web naturalmente impone - ma la spinta era ed è fortissima . la seconda fase vide una variazione sostanziale . da luogo di discussione e confronto a vera e propria base per il nostro bollettino - che restava al vertice della nostra progettualità - anche dopo il primo suo difficile ma anche irripetibile anno di vita . il blog stavolta come luogo dove proporre materiali critici e testi poetici con quella maggiore profondità che il bollettino fisiologicamente non consente . fase difficile che ha coinciso con un generale allentamento della nostra presenza in rete . e non solo . per motivi vari . interni ed esterni . fino a maggio del 2006 - quando dopo aver rivitalizzato e rinnovato il bollettino e anche dopo l’esperimento video di SECOLOZERO - che non sarà ripetuto - almeno nel web — siamo arrivati alla fase terza . quella attuale . il MAGAZINE FuoriCasa.Poesia . in qualche modo è sparita la ‘proprietà intellettuale’ . se si può dire . il luogo è davvero stavolta una piazza dove persone da noi scelte (e in questa scelta sta davvero l’unico nostro criterio ‘direttivo’ - e che quindi rappresenta operativamente le ‘direzioni’ in cui crediamo) tra quelle che in questi anni grazie al nostro lavoro e al nostro ‘comportamento’ nell’ambiente - avevamo davvero ‘incontrato’ - artisticamente certo - ma anche umanamente - fattore per noi e credo non solo per noi - assolutamente cruciale -: interlocutori e complici ‘incontrati’ e scelti nel cammino che proponessero e ragionassero a voce alta intorno ai loro ‘oggetti’ di riflessione e ricerca . l’altro obiettivo infatti di questa fase del MAGAZINE FuoriCasa.Poesia - è proprio quello di fornire una piattaforma con un’alta pretesa di autorevolezza intorno agli oggetti - imprescindibili - del fare poesia (o fare arte - prosa cinema e altro - come è visibile) : i libri . parlare quindi non più in modo empirico - col rischio fortissimo di involversi e non costruire - ma assumersi la responsabilità di testimoniare il proprio percorso in atto attraverso la condivisione dei propri incontri e delle proprie letture .
c’è una quarta fase . in atto . un’ulteriore evoluzione . che prevede un commiato definitivo da FuoriCasa.Poesia . un’esperienza che ha concluso il suo ciclo e che ci vedrà giungere al ‘cartaceo’ . fase che farà tesoro di quanto abbiamo imparato sul web - con l’impegno tra gli altri di abbattere i muri (tra l’altro questi sì davvero virtuali - inesistenti - messi lì solo a difendere indifendibili e davvero oramai improponibili tutele - editoriali o accademiche che siano) tra poesia in rete e poesia su ‘carta’ (per capirci) .
CS: Hai mai fatto un’inferenza sui visitatori del tuo sito? Chi credi siano, che tipologie di utenti? In che rapporti sei con i tuoi utenti? Quali argomenti maggiormente li interessano? Quali, in sostanza, le correlazioni tra la rinascita della poesia e la diffusione dell’informazione su internet?
SM: il bollettino ha funzionato molto bene - nel suo ruolo di volano e semina . ha prodotto risultati che sono andati sempre crescendo e che naturalmente hanno trainato i nostri spazi ‘stanziali’ su web . non abbiamo mai effettuato analisi precise sull’utenza che contattiamo . in linea di massima però posso dire con qualche certezza che è molto forte la presenza di un pubblico ‘silenziosamente’ interessato alla proposta poesia : intesa forse più come ‘seme’ di pensiero - modalità espressiva ‘particolare’ del linguaggio davanti a piccole o grandi questioni dell’esistenza . questo certamente è solo un piano ‘iniziale’ . dove la ‘letteratura’ è - anche se praticata - lontana . non è il centro del problema . si tratta di un pubblico vasto totalmente estraneo alle dinamiche di ‘ambienti’ e ‘mode’ . molto curioso . anche sorprendente . per fare solo un esempio spessissimo riceviamo richieste di informazioni sui libri degli autori che pubblicati sul bollettino . un piccolo pubblico che risponde con entusiasmo e condivisione all’idea di essere visitato periodicamente da un ‘foglio’ di poesia . e che a volte - ne ho le prove - va anche a comprarsi i libri . poi naturalmente c’è un diffuso consenso - da parte dei vari protagonisti dei diversi ‘ambienti’ della poesia italiana - che abbiamo raggiunto finora . interlocutori naturalmente imprescindibili . ‘alti’ o sommersi che siano . di moda o non di moda . non so però misurare con maggiore giustezza . non ce ne siamo mai occupati con precisione . ho verificato molte volte anche di persona il gradimento con cui il bollettino è solitamente accolto . ci sono stati anche casi di rifiuti ‘eccellenti’ . mai motivati e quindi non mi permetto di esprimere ‘accurate’ considerazioni - però confesso che è sempre stato triste e anche un po’ ridicolo veder rifiutare il bollettino da parte proprio di quelli che per mestiere dovrebbero ascoltare e leggere - prima di ogni altra cosa . un paio di critici e un paio di redazioni di riviste importanti del nostro ambiente - non famosissime ma importanti - ma sono stati casi rarissimi . magari anche fortuiti . circola in rete una gran quantità di spazzatura che ci si confonde facilmente . tra l’altro un caso addirittura nel tempo è rientrato .
CS: Parlaci dei siti che visiti di più, e dei blog sia collettivi che individuali. Quali i migliori secondo te e perché? Quale critica o pensiero, metodi di lavoro, emergono dall’impegno dei redattori degli altri spazi? Ti sei scambiato delle informazioni utili per il tuo lavoro? Hai collaborato con altri redattori? (Se sì spiegaci come, e se hai interesse in futuro a collaborare con altri redattori ipotizza quello che andresti a proporre e come lo realizzeresti).
SM: conoscevo e seguivo con una certa regolarità già FucineMute e Vico Acitillo . spazi su web molto qualificati - ma devo il mio esordio nei blog a matteo fantuzzi e al suo UniversoPoesia . gli mandai il mio ‘diario del pane’ su consiglio di paola turroni e lui rapidamente e con precisione lo recensì . così intercettai il fenomeno blog . tant’è che aprii anche uno spazio personale - dedicato proprio a quel mio primo libro - con l’intento di raccogliere e conservare eventuali materiali critici e altro . senza nessuna aspettativa particolare . invece l’impatto fu molto forte . successe qualcosa che ancora non so spiegare bene neanche a me stesso . il vero battesimo del fuoco però lo devo a due blog in particolare . l’allora ‘Note in calce’ spazio vitalissimo e irrinunciabile di filippo davoli e poi una vera leggenda : il mitico ‘Oltre il tempo’ di gian ‘ruggito’ manzoni . davvero un luogo incredibile . tutto poteva accadere . era possibile discutere su ogni questione - alta o bassa che fosse - con precisione - grande perizia e non meno accanimento - soprattutto a faccia aperta - ognuno dal suo punto di vista - liberi e non liberi - ipocriti e non ipocriti - tra mitomania ed entusiasmo - tra anarchia e militanza . risse - confronti - addii - ritorni - molto si è consumato in quei mesi pazzeschi che hanno messo a dura prova anche la resistenza di un generoso combattente come manzoni . la quantità di energia vitale circolata in quel periodo sui vari blog che si intrecciavano intorno a ‘oltre il tempo’ - è almeno per me rimasta irripetibile... nel bene e nel male ha dato benzina a molte delle esperienze che sono venute dopo . anche alla nostra.... attualmente mi sembra di assistere a una fase cruciale di consolidamento e progettualità . non mi sottraggo però alla precisione della domanda e comincio dall’inizio : dissidenze di giampiero marano è uno spazio assolutamente indispensabile . vivo ‘dissidenze’ come un lavoro sulle possibili ‘radici’ del presente e ritengo sia la prova - e non l’unica - che su web cominciano ad accadere sempre più spesso - cose di qualità assolutamente non inferiore a quelle che accadono su ‘cartaceo’ . anzi . la contrapposizione è improponibile - oltre che inutile - vista la natura ‘tecnica’ così differente dei due ambiti . ma il valore delle proposte su web non è affatto inferiore e non è più neanche così tanto irrintracciabile - fattore questo sì che prima era di debolezza da parte del web . contributi preziosi a una maggiore rintracciabilità di siti importanti di poesia su web - li stanno dando vincenzo della mea con il suo PoEcast - e fabrizio centofanti anche con uno dei suoi spazi aggregativi intorno al progetto ‘la poesia e lo spirito’ . due bravissimi poeti e critici come sebastiano aglieco e stefano guglielmin - due identità che impreziosiscono potentemente la rete come luogo di poesia - con i loro spazi di intervento (radici delle isole di aglieco e blanc de tu nuque di guglielmin - di cui tra l’altro meritoria anche la sua piccola indagine sulla poesia on web condotta sugli spazi di TELLUS-Folio - sito che leggo spesso - insieme all’ottimo ALLEO di alessandro agostinelli) ma anche con la loro attenta partecipazione al dialogo intorno ai materiali di volta in volta in evidenza nei vari blog . importantissimo mi sembra il lavoro ramificato di biagio cepollaro - anche se su un versante che apparentemente sembra concedersi meno a un dialogo ‘più schietto’ - proprio laddove è prospettata la contaminazione culturale come elemento centrale dell’indagine sui linguaggi della contemporaneità . leggo con molta attenzione sannelli - soprattutto nella sua parte analitica . lo sento distante negli esiti formali della sua parte più creativa - pur riconoscendo in lui una profonda necessità che mi porta ad apprezzarlo sinceramente . vale la stessa divaricazione anche di fronte al lavoro di marco giovenale . necessaria l’ottica di ‘servizio’ e di stimolo anche se - e credo strategicamente - ‘disorganico’ di fantuzzi col suo universopoesia . gianfranco fabbri che nell’ultimo anno è diventato una delle nostre colonne - è cresciuto in modo esponenziale con il suo ‘la costruzione del verso’ . le sue bacheche sono ulteriore prova di alta qualità possibile sul web - del lavoro critico e di ricerca sul fare poesia in questo tempo . fondamentale . così come liberinversi di orgiazzi che secondo me rimarrà nella storia - quando e se qualcuno la farà . il suo è stato un vero capolavoro . proprio quando sono arrivati i primi segni di ‘stanchezza’ - che sul web con i tempi che impone è fisiologico - ha allargato il campo di collaborazioni sulla sua piattaforma - e ha messo in condivisione parte del suo lavoro di scavo nella collaborazione con gli altri fondatori de ‘l’attenzione’ . questa nuova rivista online - un luogo importante e da seguire con interesse . è stato davvero un ottimo stratega - oltre al fatto che è un eccellente lettore di poesia . guardo sempre in ‘casa’ di filippo davoli - che ha una penna molto calda e raffinata su qualunque cosa si metta a scrivere - ma da tempo conduce uno spazio più personale e più slegato dal contesto letterario . peccato perché è stato - e non faticherebbe a tornare ad esserlo - un protagonista assoluto della scena attuale . oltre al fatto che è uno dei miei ‘lirici’ preferiti . leggo da poco ma con curiosità gli spazi di erminia passannanti . seguo sin dall’inizio anche davide nota - sin dai tempi della gru . absolute poetry - lo trovo ricchissimo - ma ancora troppo legato a una certa estemporaneità - che è fattore propulsivo - certamente necessario del fenomeno blog - ma che dovrebbe poi lasciare il posto a un maggiore consolidamento nelle sue migliori linee - com’è accaduto per esempio in nazione indiana . altro luogo di letture preziose . leggo tutto insomma come e quando posso - soprattutto silenziosamente - almeno per ora . in ognuno trovo sempre potenzialità e stimoli importanti . registro ovunque la forte spinta al confronto anche più aspro . rimane l’antico dilemma del ‘primato’ . quel brutto vecchio vizio di benedire o battezzare - soprattutto a seconda delle convenienze e dietro criteri quasi di implicito baratto . niente di nuovo . non sarebbe umano dopotutto . le stesse dinamiche che animano l’ambiente anche fuori dal web . non credo possa risolversi mai questa faccenda e francamente non mi preoccupa più di tanto . mi interessa molto di più la qualità dei materiali che riesco a intercettare sui vari spazi . mi piace molto seguire anche la polemica in rete - che se non scade in rissa cretina e inutile - qualche volta è anche accaduto - è davvero benzina preziosa . gli ambienti si uniscono si dividono - si scontrano poi cambiano . tutto nella norma .
CS: Che importanza riveste il dibattito culturale, anche in rete, o il pensiero critico sulla contemporaneità nella tua realtà di artista e di operatore culturale? Quali i temi che hai affrontato o i problemi che hai contribuito a risolvere? Quali le tue linee guida oggi, e le tematiche che affronteresti con urgenza?
SM: la poesia in rete è davvero in un luogo nutriente e vitale . qualcuno frena . qualcuno relativizza . qualcuno obbietta la troppa presenza di spazi e l’assenza di un migliore setaccio . etc... però il fenomeno è invece in grande maturazione . è cruciale il fatto che sulle riviste così come ora nel web essere pubblicati su uno spazio autorevole e letti da un pubblico attento e qualificato è fondamentale . la variabile ‘impazzita’ del web è che davvero i confini di questo ‘pubblico’ cadono - e possono leggere davvero tutti - con maggiore facilità . questa per la poesia è una questione centrale . noi qui spesso diciamo che la poesia è per tutti - deve esserlo . riferendoci soprattutto all’atteggiamento di chi fa poesia e critica . è capitato proprio in questi tempi a bertoni di essere contestato da daniele piccini per una simile affermazione in un’intervista pubblicata sul quotidiano ‘avvenire’ . quello che non ha capito piccini - pur essendo un critico serio e preparato - è che questa affermazione va e vuole colpire proprio quell’atteggiamento spesso autoproclamatorio - di autotutela e di autoghettizzazione con il quale chi scrive finisce per dimenticare che la poesia è prima di tutto un’esperienza umana - come ogni altra - e che come tale è condivisa - che lo si voglia o no - e che l’interlocutore è vasto - ora più che mai - l’autore oggi davvero deve tener conto di questa vastità - e misurare ogni volta dall’inizio e con ancora più determinazione quella sua insopprimibile necessità ‘individuale’ di usare il linguaggio in quel ‘determinato modo’ . non scrivere per... ma scrivere sapendo che... se autentico il risultato può essere addirittura più oscuro - ma sicuramente più vivo rispetto a quell’esercizio di ‘autoconsenso’ che rischia di diventare la scrittura quando si insegue programmaticamente un canone - o più semplicemente un favore ‘critico’ - di qualunque natura sia . altrimenti non c’è crescita . per un poeta il problema non può e non deve essere il canone . non più . il dialogo con la tradizione - quella morta e quella in atto è certamente fondamentale ma non più del dialogo con il proprio presente . e se lo si guarda con attenzione questo nostro presente - come è giusto che sia - non ha risposte . non le può avere . è una questione ampia che non voglio affrontare in questa sede . ma la rete aiuta proprio i poeti a scendere dal piedistallo - alto o basso che sia - dove istintivamente si piazzano . ritornando al dibattito credo che serva un ponte fra il cartaceo e il web . un ponte dinamico che permetta al web di essere al servizio anche del cartaceo e viceversa . vanno particolarizzati e individuati gli elementi progettuali che ai due ambiti sono più congeniali e messi in interazione . oggi per fare poesia non si può fare a meno del web .. essere recensiti su ‘poesia’ o sul corriere della sera - o su repubblica e invece non su absolute - su liberinversi o su dissidenze etc.. ? non c’è alcuna differenza - anzi - quanti lettori pensiamo che leggano le pagine culturali dei quotidiani ? - il criterio secondo il quale la recensione su quotidiano è più importante di tutte le altre è un valore destinato a crollare - soprattutto per la poesia (si vedano ad esempio come i ‘narratori’ lavorano accuratamente e con grande professionalità dentro i siti web di settore . e come anche lì il dibattito sia ricchissimo’) . inoltre il web crescendo può veramente aiutare la piccola editoria di poesia - se non anche la grande . oramai il dibattito in rete è talmente esteso e seguito che nessuno può dirsi più al sicuro dentro le proprie certificate ‘certezze’ .
CS: Si parla spesso di migliorare la qualità dell’informazione, la comunicazione o il dibattito della poesia in rete, ma i siti non sono molto attrezzati dal punto di vista della multimedialità e sui blog - anche se ciò non accade solo su internet - prevalgono spesso linee oltranziste, si configurano lobby o gruppi di interesse. Quali i problemi della riconoscibilità sociale del poeta in internet? E, dal punto di vista sociale o sociologico, quali a tuo avviso vantaggi e svantaggi che il web ha portato alla poesia e ai poeti? Cosa infine è stato di supporto alla tua attività, anche per ciò che concerne l’autopromozione?
SM: credo di aver già implicitamente e diffusamente risposto a questa domanda . in modo meno frammentato sottolinerei solo l’importanza di immaginare una sorta di alleanza tra operatori - volta alla creazione di un luogo ‘collettivo’ a cui tutti - interni ed esterni - possano fare riferimento . evolvere il principio di ‘aggregatore’ costruendo - anche affidando il lavoro a un webmaster esterno (quindi passando proprio a un rapporto ‘professionale’) un motore ‘attivo’ che promuova raccolga e organizzi informazioni - pianificando anche forme pubblicitarie adeguate - sui blog e siti affiliati . costruire un ‘servizio’ per chi si occupa di poesia su rete . non so se ci sono i numeri o le potenzialità . certo sarebbe un bel punto di arrivo . e rimane comunque da individuare con la massima precisione i criteri in base ai quali ci si può alleare . tutto dovrebbe essere governato dalla volontà di dialogo e confronto continuo . ma siamo umani e quindi oggi è ancora più forte il desiderio di primato . la vedo non impossibile ma durissima in sintesi .
CS: Che importanza riveste su internet il lavoro di "mappatura" delle esperienze poetiche? E’ possibile tracciare un primo bilancio, critico e di autori, e quali le sue eventuali implicazioni a 360°? Quali gli autori interessanti che hai potuto leggere in rete e che ti sentiresti di promuovere anche in altri contesti, alzando la qualità della poesia nelle sue manifestazioni? (Indica i contesti - reading, performance, dibattiti, spettacoli, happening, installazioni... -, indica gli autori e motiva le tue scelte).
SM: sono molti gli autori promettenti o di già riconoscibile qualità che ho avuto modo di approfondire proprio partendo da una conoscenza in rete . quasi tutti quelli che ho cominciato a leggere con partecipazione negli ultimi tre anni . alcuni dei quali anche coinvolti nelle nostre attività . l’elenco sarebbe lungo e a me non dispiace fare classifiche (che restano comunque molto personali - anche quando non devono mancare di responsabilità culturale - quella che tutti abbiamo da assumerci sempre con rigore e massima lucidità - in quanto non siamo soli col nostro ombelico quando lavoriamo) . ci vorrebbe però più spazio e davvero un contesto altro - quindi evito di fare nomi per ora - tenendo fede soprattutto al fondamento che muove il mio cercare : l’opera - in corso o già conclusa . non mi interessano le carriere o le individualità - almeno in prima istanza - mi interessano i testi - i libri - i destini della nostra lingua . che è poi vera sorgente di esistenza . le mappature possono essere di una qualche utilità laddove siano ben chiare le griglie dentro le quali si opera . non credo dabbano mancare di un criterio critico quanto meno ‘generale’ . quello che davvero non tollero più sono i discorsi di piccola sociologia - (che già di suo è scienza davvero bizzarra - in quanto sempre più incardinata a statistiche e campioni) o logos psicocritico che ristoricizza storicizzazioni - generazioni e quant’altro - polverose facilonerie care a tanti - anche purtroppo tra davvero bravi operatori e poeti . ci casco anch’io ogni tanto - e me ne dispiace . quello che mi interessa è infine sempre e solo il confronto sul materiale incandescente del testo e della lingua che genera - che quando la si tocca davvero pare - forse anche solo per un attimo - non avere tempo - né origine . quindi approccio estetico - etico - culturale . alla sociologia da poetese e alla narcisa urgenza della ‘propria storia’ dentro la storia in atto - o ancora peggio alle chiaroveggenze autoproclamanti da profeti in ciabatte - preferirei esercizi durissimi di critica della cultura - per dirla con fortini - o addirittura del limitato ma sacrosanto alto giornalismo culturale - per non dimenticare la preziosa lezione di raboni . allora visto che comunque non ne usciamo e siamo condannati al primato meglio prendere posizione - in questa situazione di empasse - assumersi il compito di fare scelte e indicare direzioni . per vari motivi . una presa di posizione ne genera altre contrapposte . nascono crisi - dibattiti - scontri e alleanze - tutte intorno all’equivoco del primato - ma indirettamente e necessariamente alimentando la qualità e l’autorevolezza del confronto culturale . forse è così che deve andare finché l’uomo resta sotto la soglia pur alta e ambiziosa del suo ‘modello’ umano . come accade globalmente di questi tempi . quindi chiedo scusa ma lascio la domanda sospesa e dirò altrove - a tempo debito - i libri scritti in questi anni da ritenere - a mio certo trascurabile parere - imprescindibili.
La Macchia Nera n.01. Massimo Sannelli
La Macchia Nera n.02. Sebastiano Aglieco
La Macchia Nera n.03. Tommaso Lisa
La Macchia Nera n.04. Massimo Gezzi
La Macchia Nera n.05. Matteo Fantuzzi
La Macchia Nera n.06. Cristina Babino
La Macchia Nera n.07. Alessandro Ansuini
La Macchia Nera n.08. Massimo Orgiazzi
La Macchia Nera n.09. Giampiero Marano
La Macchia Nera n.10. Erminia Passannanti
La Macchia Nera n.11. Silvia Molesini
La Macchia Nera n.12. Stefano Guglielmin
La Macchia Nera n.13. Luigi Metropoli
La Macchia Nera n.14. Manila Benedetto
2 commenti a questo articolo
> La Macchia Nera n°15
2007-01-02 11:23:59|di gugl
sempre denso di spunti, il carissimo Massari. In particolare, mi fa riflettere questo suggerimento: "non scrivere per... ma scrivere sapendo che..."
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La Macchia Nera n°15
2008-07-31 22:04:46|di Rosalba
Sarei la macchia nera n 15?
E che ne é delle altre macchie? Ci vorrà un poco di magia o un potente prodotto antimacchia per farle scomparire! Invece dal rovescio la macchia può essere anche bianca,no?
Farei di tutto per fare scomparire una macchia ma se proprio non é possibile é meglio rivoltare la stoffa. E’ una strategia possibile?
E poi bisogna vedere se la cosiddetta
macchia é un fenomeno naturale, oppure é una vera provocazione o un sofisticato groviglio di parole che aspettano di essere sciolte tra le dita.
Ci vuole solo un poco di succo di limone ...
...e tanto coraggio...tanto coraggio di sostenere che la macchia oggi é proprio la parte pulita
del tessuto,
perché é tutto il resto che é sporco.
Io non sono ubriaca.
Io non sono drogata. Non mi sono mai ubriacata né drogata. Ma non sono certo perfetta. solo che una lampadinetta si é accesa sempre in tempo come una piccola spia nel mio cervello e mi sono fermata in tempo.
Non mi sento un’eroina. Mi sento abbastanza normale.Forse fortunata. Ma io lo sosterrei se ci fosse un dibattito. Le montagne sono una macchia nera di sera e spesso anche macchie viola o verdi di giorno contro la luce abbagliante del sole. E non si bruciano...ma che macchie naturali che sono! e ce n’è una che si chiama addirittura macchia mediterranea .
Ed io mi sento lì dentro...dentro la macchia al rovescio e, forse, nessuno mi vede ma io vedo tante altre cose ...é la serie della macchie che formano un terreno minato e che io cerco di non attraversare...sono molto più grandi di me. ma io salto e volo...
Così pensava Laura seduta vicino la finestra mentre guardava le nuvole passare...le macchie del cielo!"
(fine della prima puntata)Rosalba
Il rovescio della macchia