Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine

Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce

Redatta da:

Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.

pubblicato martedì 19 novembre 2013
Blare Out presenta: Andata e Ritorno Festival Invernale di Musica digitale e Poesia orale Galleria A plus A Centro Espositivo Sloveno (...)
pubblicato domenica 14 luglio 2013
Siamo a maggio. È primavera, la stagione del risveglio. Un perfetto scrittore progressista del XXI secolo lancia le sue sfide. La prima è che la (...)
pubblicato domenica 14 luglio 2013
Io Boris l’ho conosciuto di sfuggita, giusto il tempo di un caffè, ad una Lucca Comics & Games di qualche anno fa. Non che non lo conoscessi (...)
 
Home page > e-Zine > La Macchia Nera n°25

La Macchia Nera n°25

Andrea Inglese - Avviare una fenomenologia della lettura

Articolo postato giovedì 15 febbraio 2007
da Christian Sinicco

Christian Sinicco (CS): Parlaci dei siti e dei blog dove operi, delle loro caratteristiche, dei problemi inerenti alla fruibilità e delle statistiche, del tuo "programmarti" il lavoro. Se lo spazio che utilizzi è una tua creazione, o se è frutto di una tua idea o di un’idea condivisa con altre persone, parlaci delle tappe che hanno portato alla sua nascita e della forma che hanno preso le successive collaborazioni con altri artisti o critici.

Andrea Inglese (AI): Opero principalmente sul blog collettivo Nazioneindiana. Non seguo troppo da vicino la faccenda delle statistiche, ma ho più o meno capito che NI è un sito abbastanza “popolare”, ossia con molti e disparati visitatori. Viene in genere collocato fra i più seguiti blog letterari nazionali.

Il mio lavoro su NI segue tre direttrici principali: pubblico miei testi poetici e narrativi (raramente), miei testi di carattere saggistico (più spesso) e testi, in genere prose o poesie, di altri scrittori.

Lo spazio che utilizzo ha una lunga storia, legata a un progetto avviato da Antonio Moresco, Carla Benedetti e Tiziano Scarpa, assieme ad altre persone, tra le quali il sottoscritto. L’idea di base era quella di trovare una modalità d’intervento “a caldo” sulla realtà, da parte degli scrittori, che non fosse quello troppo vincolato e circoscritto della tradizionale rivista letteraria. Credo che il blog abbia mantenuto grosso modo queste caratteristiche, anche se sono mutati i presupposti o le idee-guida dell’intervento. Ma fare una ricostruzione delle tappe, dei momenti critici, delle inclusioni, ecc. implicherebbe un lavoro troppo impegnativo.
CS: Hai mai fatto un’inferenza sui visitatori del tuo sito? Chi credi siano, che tipologie di utenti? In che rapporti sei con i tuoi utenti? Quali argomenti maggiormente li interessano? Quali, in sostanza, le correlazioni tra la rinascita della poesia e la diffusione dell’informazione su internet?

AI: Alla domanda sulla tipologia di visitatori di NI e sui loro interessi, non so rispondere. Da un lato, gli elementi che ho provengono dai commentatori. Ma i commentatori sono un numero estremamente ristretto rispetto ai visitatori, e non sono quindi veramente rappresentativi. Dall’altro, le persone che si mettono in contatto con me, condividono in genere i miei interessi e il mio modo di trattare questioni d’attualità o letterarie.

Non credo che vi sia rinascita della poesia. Credo semplicemente che internet faciliti la circolazione di testi poetici che già esistevano e si scrivevano. Quello che se mai potrebbe rinascere è un dibattito più serio, accurato, intorno ai testi. Questo ovviamente non sempre si realizza. Spesso il dibattito sui blog di poesia o sulla poesia nei blog è davvero di scarso interesse. Ma anche questo è una cosa normale. I testi davvero buoni sono rari (anche se la media è in genere alta), e ciò vale anche per i commenti. Quelli buoni sono rari.

CS: Parlaci dei siti che visiti di più, e dei blog sia collettivi che individuali. Quali i migliori secondo te e perché? Quale critica o pensiero, metodi di lavoro, emergono dall’impegno dei redattori degli altri spazi? Ti sei scambiato delle informazioni utili per il tuo lavoro? Hai collaborato con altri redattori? (Se sì spiegaci come, e se hai interesse in futuro a collaborare con altri redattori ipotizza quello che andresti a proporre e come lo realizzeresti).

AI: Frequento davvero pochi siti letterari, altrimenti non avrei più tempo né per scrivere né per leggere libri. Oltre a Nazioneindiana, vado sul sito di Biagio Cepollaro, che è una miniera straordinaria per quanto riguarda la poesia. Poi faccio un salto su GAMMM, o Carmilla, o il Primo Amore o Absolute Poetry, o l’Ulisse, la rivista in rete, curata attualmente da Broggi, Testa e Salvi.

Di Absolute Poetry sono anche redattore. Ma da un po’ di tempo non posto più nulla. Invece, una collaborazione che mi sta appassionando è quella che mi è stata proposta da Biagio Cepollaro e si è concretizzata in una rivista di critica più o meno trimestrale intitolata “Per una critica futura”, di cui sono curatore. L’ambizione è grande: vorrebbe essere un luogo che raccoglie la critica dei poeti estremamente attenta ai singoli testi, e un tentativo di avviare una fenomenologia della lettura. Siamo per ora al numero due. È scaricabile dal sito di Biagio Cepollaro (www.cepollaro.it).

CS: Che importanza riveste il dibattito culturale, anche in rete, o il pensiero critico sulla contemporaneità nella tua realtà di artista e di operatore culturale? Quali i temi che hai affrontato o i problemi che hai contribuito a risolvere? Quali le tue linee guida oggi, e le tematiche che affronteresti con urgenza?

AI: Questa è la domanda che più mi piace. Anche se trovo orrenda la definizione di “operatore culturale”. La rete significa, per me, raggiungere un pubblico numeroso ed in piena libertà. La cosa non è per niente scontata. Il mio pubblico naturale sarebbero i lettori di poesia. Pochi. E i lettori di saggi specialistici di stampo universitario. Pochi. Con la rete, possono invece raggiungere molti più lettori, e questo mi consente anche di esprimermi in forme di saggismo militante. Cosa ovviamente rischiosa, perché si è esposti costantemente ai rischi del peggior dilettantismo. Oppure, e le cose sono legate, alla ubris dell’intellettuale umanista, di cui non posseggo più né mandato sociale né requisiti. Ma è rischio, a mio parere, doveroso da correre. E un compromesso che ho realizzato tra la scrittura e la militanza politica. Non sono un militante politico, e in ogni caso non credo che sarei mai un buon militante politico. Ma l’intervenire su certi argomenti, mi permette di dare un minimo contributo a favore di un cambiamento dello stato di cose.
La mia linea guida attuale è questa: analisi dei nostri padroni e dei loro errori ed orrori. Quindi attenzione agli Stati Uniti, al loro progetto strategico globale nell’ambito della politica estera, e attenzione ai disastri del loro modello di società, nell’ambito della politica interna.
Conoscenza e diffusione di quegli autori che hanno osato insidiare il tabù del progresso scientifico e teconologico, ponendo problemi come quello della decrescita, della rinuncia, della limitazione dei nostri parametri di sviluppo. Campo sterminato e insidioso, non scevro da fantasie regressive. Eppure campo decisivo per affrontare assieme il dilemma della guerra globale, della distruzione dell’ecosistema e delle politiche neoliberiste di impoverimento delle persone. Una delle principali difficoltà di questo approccio, che vuole muoversi per orizzonti ampi di riflessione, è l’eccessiva fascinazione per le grandi e astratte teorie, che allontanano l’attenzione dalle più concrete lotte, intorno a legislazioni, negoziati sociali, mobilitazioni di protesta.
Non ho ancora idea come l’aver parlato di certe questioni su un blog come NI possa aver contribuito in qualche modo ad un ampliamento della consapevolezza collettiva. Ma credo che il punto di partenza incontestabile sia questo: quando si può, appena si può, dove si può, cercare di prendere la parola per combattere la crescita dell’ignoranza, dell’oblio selettivo, della menzogna comoda. E questo discorso non riguarda me in quanto poeta o scrittore, ma in quanto comune cittadino.

CS: Si parla spesso di migliorare la qualità dell’informazione, la comunicazione o il dibattito della poesia in rete, ma i siti non sono molto attrezzati dal punto di vista della multimedialità e sui blog - anche se ciò non accade solo su internet - prevalgono spesso linee oltranziste, si configurano lobby o gruppi di interesse. Quali i problemi della riconoscibilità sociale del poeta in internet? E, dal punto di vista sociale o sociologico, quali a tuo avviso vantaggi e svantaggi che il web ha portato alla poesia e ai poeti? Cosa infine è stato di supporto alla tua attività, anche per ciò che concerne l’autopromozione?

La mia strategia autompromozionale numero 1 è questa: non scoraggiarmi se il riconoscimento sociale non arriva, o arriva pochissimo, o comunque insufficiente rispetto alle mie aspettative. La poesia, di per sé, è un genere estremamente minoritario. È un dato di fatto. E questo vale anche per il poeta più celebre a livello nazionale. Se sgozzi tuo nipote, conquisti immediatamente più pubblico e più possibilità di contratti con qualche importante editore.

La mia strategia autopromozionale numero 2 è cercare di scrivere bene, meglio, alla perfezione. Naturalmente non ho idea precisa di cosa questo voglia dire. Ma mi rendo conto che uno matura nella scrittura, e che l’impatto che i propri testi hanno sui lettori cambia, e può crescere notevolmente.

CS: Che importanza riveste su internet il lavoro di "mappatura" delle esperienze poetiche? E’ possibile tracciare un primo bilancio, critico e di autori, e quali le sue eventuali implicazioni a 360°? Quali gli autori interessanti che hai potuto leggere in rete e che ti sentiresti di promuovere anche in altri contesti, alzando la qualità della poesia nelle sue manifestazioni? (Indica i contesti - reading, performance, dibattiti, spettacoli, happening, installazioni... -, indica gli autori e motiva le tue scelte).

AI: Io non separerei il mondo dei poeti in rete, dal mondo dei poeti che non sono in rete. I poeti oggi hanno anche la rete come loro strumento e questa è un’occasione molto importante, perché l’editoria lascia sempre meno spazi aperti alla poesia. Senza la rete, vita quasi clandestina per i poeti. Ma poi, e questo lo scoprono tutti prima o poi, il lavoro fondamentale non riguarda il veicolo secondo, rete o libro, lettura o pubblicazione, ecc. Il lavoro fondamentale riguarda il proprio testo, il proprio oggetto, il proprio gesto.

Il mio modo di promuovere i poeti che trovo interessanti è soprattutto quello di pubblicarli su NI, che non essendo un sito di sola poesia, fornisce loro l’occasione di essere letti da un pubblico più vasto. L’altro modo di promuovere dei poeti, è per me di tradurli. Mi riferisco ovviamente a poeti non di lingua italiana, ma francesi e inglesi. Le sole lingue da cui mi sono azzardato a tradurre.
Ho poi organizzato un incontro alla Casa della poesia di Milano, su incarico di Giancarlo Majorino. Ho invitato sei poeti a leggere i loro testi. E a maggio ho organizzato una nuova lettura con altri sei poeti. Ma questa è una situazione più eccezionale.


La Macchia Nera n.01. Massimo Sannelli

La Macchia Nera n.02. Sebastiano Aglieco

La Macchia Nera n.03. Tommaso Lisa

La Macchia Nera n.04. Massimo Gezzi

La Macchia Nera n.05. Matteo Fantuzzi

La Macchia Nera n.06. Cristina Babino

La Macchia Nera n.07. Alessandro Ansuini

La Macchia Nera n.08. Massimo Orgiazzi

La Macchia Nera n.09. Giampiero Marano

La Macchia Nera n.10. Erminia Passannanti

La Macchia Nera n.11. Silvia Molesini

La Macchia Nera n.12. Stefano Guglielmin

La Macchia Nera n.13. Luigi Metropoli

La Macchia Nera n.14. Manila Benedetto

La Macchia Nera n.15. Stefano Massari

La Macchia Nera n.16. Rossano Astremo

La Macchia Nera n.17. Luciano Pagano

La Macchia Nera n.18. Davide Nota

La Macchia Nera n.19. Vincenzo Della Mea

La Macchia Nera n.20. Luca Paci

La Macchia Nera n.21. Martino Baldi

La Macchia Nera n.22. Andrea Margiotta

La Macchia Nera n.23. Gianfranco Fabbri

La Macchia Nera n.24. Francesco Forlani

1 commenti a questo articolo

La Macchia Nera n°25
2007-02-16 09:48:36|di b.georg

"cercare di scrivere bene, meglio, alla perfezione. Naturalmente non ho idea precisa di cosa questo voglia dire. Ma mi rendo conto che uno matura nella scrittura, e che l’impatto che i propri testi hanno sui lettori cambia, e può crescere notevolmente."

bello.


Commenta questo articolo


moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Un messaggio, un commento?
  • (Per creare dei paragrafi indipendenti, lasciare fra loro delle righe vuote.)

Chi sei? (opzionale)