Il Poetry Slam è sostanzialmente una gara di poesia in cui diversi poeti leggono sul palco i propri versi e competono tra loro, valutati da una giuria composta estraendo a sorte cinque elementi del pubblico, sotto la direzione dell’Emcee (Master of Cerimony), come dicono in America, mutuando il termine dallo slang Hip Hop.
Ma lo slam è poi, in verità, molto di più, ed è in questo ‘di più’ che sta la ragione del suo dilagante successo in America, Canada, Inghilterra, Germania ed ora anche in Italia.
Lo slam è un modo nuovo e assolutamente coinvolgente di proporre la poesia ai giovani, una maniera inedita e rivoluzionaria di ristrutturare i rapporti tra il poeta e il ‘pubblico della poesia’. Lo slam è sport e insieme arte della performance, è poesia sonora, vocale; lungi dall’essere un salto oltre la ‘critica’, lo slam poetry è un invito pressante al pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere, a superare un atteggiamento spesso tanto passivo quanto condiscendente, e dunque superficiale e fondamentalmente disinteressato, nei confronti della poesia.
Lo slam inoltre riafferma, una volta per tutte, che la voce del poeta e l’ascolto del suo pubblico fondano una comunità, o meglio una TAZ (Temporary Autonome Zone), come direbbe Hakim Bey, in cui la parola, il pensiero, la critica, il dialogo, la polemica e insieme la tolleranza e la disponibilità all’ascolto dell’altro sono i valori fondamentali.
Insomma, lo slam dimostra, con la sua stessa esistenza e il suo diffondersi, l’indispensabilità della poesia nella società contemporanea e soprattutto il suo essere arte adeguata ai nuovi e mutati contesti antropologici proposti dal terzo millennio, specie se portata fuori dai libri e dalle incrostazioni scolastiche. Come ha detto nell’esordio di un suo quasi-manifesto Marc Smith, il poeta americano che nel 1987 a Chicago ‘inventò’ il Poetry Slam, «la poesia non è fatta per glorificare il poeta, essa esiste per celebrare la comunità; il punto dello slam non sono i punti, il punto è la poesia»
Questa presentata a Monfalcone è la prima antologia europea di Poetry slam realizzata in Italia, un testo completo che presenta, oltre ai testi dei poeti, un’introduzione di Lello Voce, il primo ad introdurre lo slam in Italia, un’intervista inedita a Marc kelly Smith, l’inventore dello Slam e due resoconti ‘storici’ che fanno il punto sulla situazione attuale, uno di Rayl Paztak, il più importante EmCee tedesco, dedicato allo Slam in Europa, e uno di Sparajurji Lab che narra le vicende dello slam in Italia. Oltre a questo, il testo è accompagnato da un Cd con le registrazioni audio delle performance dei poeti antologizzati.
Slam!
Antologia dello slam europeo
A cura di Sparajurji Lab
Introduzione di Lello Voce
Con interventi di Marc Kelly Smith, Rayl Patzak e Sparajurji Lab.
Testi e contributi audio di: Francesca Beard, Bastian Boettcher, Henry Bowers, Eduard Escoffet, EsseZeta, Kat Francoise, Katrin’d, Rosaria Lo Russo, Giovanna Marmo, Luigi Nacci, Nii Parkes, Pilote Le Hot, Stefano Raspini, Tiziano Scarpa, Luigi Socci, Sparajurij, Tracy Splinter, Xavier Theros, Mark-Uwe Kling, Sara Ventroni, Lello Voce, Der WoordDansers
Edizioni No Reply / Maledizioni www.noreply.it
2 commenti a questo articolo
Le presentazioni del Festival:
Slam! - Prima antologia europea del Poetry Slam
2007-02-23 16:10:18|di sparajurij
alcune correzioni tipografiche dall’elenco degli autori:
Pilote le Hot
Mark-Uwe Kling
Der WoordDansers
inoltre manca Rosaria Lo Russo
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Le presentazioni del Festival:
Slam! - Prima antologia europea del Poetry Slam
2007-02-23 16:14:16|di sparajurij
ovviamente anche Tracy Splinter e non Sprinter e poi Eduard Escoffet e poi sarebbe stato meglio non cominciare proprio questa correzione.
insomma il libro va comprato se volete leggere i nomi reali.