Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Girovagando in rete mi imbatto in un articolo de "La Stampa" del 19 settembre 2007 a firma di Bruno Ventavoli. Mi incuriosisce il titolo, così leggo. Scopro, come scoprirete voi tra poco se avrete il tempo e la voglia di leggere l’articolo per intero, che a Washington la metro e le sue stazioni sono tappezzate - that’s cool! - con i testi di alcuni poeti italiani. Allora. Leopardi: ok. Ungaretti: ok. Pasolini: ok. Penna: ok (con riserva). Miglino: chi? Mi incuriosisco. Leggo la poesia inclusa nell’articolo: non mi convince. Ne cerco e trovo altre, qui (ne cito due - TELEFONAMI: Come puoi aver nulla / da dire... // Posso amarti dovunque / tu sia. // Telefonami; la seconda è senza titolo: Tu diglielo. / Scusate l’incompatibilità / con i nostri pensieri. / Abbiamo scelto di vivere). E tutto ad un tratto si fa largo in me l’immagine potemkiana del mega-manifesto americano, con sopra impresse a caratteri cubitali le poesie del Miglino. E penso che ci sarà un motivo se Bush è ancora là, e le guerre sono ancore là dove Bush ce le ha portate, e l’oceano che ci divide a noi europei e loro americani sta ancora, sempre, ondosamente, là. E non me ne voglia Miglino, a cui va la mia umana simpatia (anche per la scelta di offrire gratuitamente i suoi e-book), ma se la sua poesia deve rappresentarci a noi italioti, allora ringrazio i laici cieli d’avermi fatto vivere nella pangermanbalcanica Trieszt...
"Io e Leopardi, poeti da metrò"
I vagoni del metrò di Washington ospiteranno gli scritti di cinque italiani fra i quali anche Miglino, poeta underground di Collegno
Giacomo Leopardi. Sandro Penna. Giuseppe Ungaretti. Pier Paolo Pasolini. E poi Enrico Miglino. Miglino? Sì, proprio lui, nato a Collegno, 46 anni fa, uno scrittore molto underground e molto polimate, forse sconosciuto ai più. E come capita talvolta, assai raramente, tipo a chi vince il superenalotto o chi fora una gomma a Roswall mentre atterrano gli alieni, s’è ritrovato nella cinquina che rappresenta la meglio poesia italiana in America. I versi dei suoi colleghi si trovano nelle antologie studiate a scuola, anche nell’era di youtube. Lui, invece, la sua «Tempi fermati» che ha varcato l’Atlantico non l’aveva neanche buttata giù su carta. Esisteva solo sul web, su e-book.
Il miracolo poetico è avvenuto a Washington. Lì la società che gestisce la metropolitana, luogo dove notoriamente si legge parecchio per ingannare i tempi del viaggio, ha deciso di rendere omaggio alla lirica europea tappezzando carrozze e stazioni di poesie. Testi integrali nella lingua originale, e traduzione, parecchio buona, in inglese. Ogni Paese dei 27 Stati Uniti d’Europa è rappresentato da cinque poesie di cinque poeti, tanto per fare un esempio, si va da Baudelaire a Brecht, all’ungherese Petöfi. Versi che contano, che pesano nella nostra cultura. Le scelte sono state operate dalla commissione culturale con sondaggi, votazioni, consultazioni per esportare il «meglio della poesia europea». Una cosa seria, insomma, la European Poetry in Motion. E proprio per questo la sorpresa del nostro connazionale, uno dei pochi viventi del parnaso in metrò, è somma. Ma dato che del poeta il fin è la meraviglia, Miglino è molto divertito, oltre che onorato. Perché l’hanno eletta? «Guardi non me lo chieda, non saprei cosa risponderle - dice -. Pasolini è il mio autore preferito, l’ho letto per anni, fin nelle sue pieghe più profonde. Trovarmi accanto a lui, declamato da attori, letto da migliaia di persone ogni giorno, è un’emozione pazzesca. O devo invece dire che in questo modo mi è crollato un mito? Scelga lei».
E se qualche maligno, sapendo come vanno i concorsi letterari, fa spallucce e sorrisi di sufficienza, pensando a chissà quali santi protettori nell’olimpo poetico, si sbaglia. Enrico Miglino non conosce critici, né recensori, né mogul dell’intelletto. Né tantomeno i selezionatori dell’Unione europea. Lui è uno che ha sempre lavorato duro nei circuiti alternativi. Per scelta e per vocazione. Anche la convocazione nel dream team della poesia italiana gli era completamente sconosciuta. «Ho scoperto che una mia poesia era diventata un tazebao sui mezzi pubblici americani per caso. Stavo facendo una ricerca su internet per mia figlia, e google mi ha portato nel sito che spiegava l’iniziativa. Ho fatto qualche telefonata in giro. E ho capito che non ero su “Scherzi a parte”».
Enrico Miglino scrive da oltre vent’anni. Saggi, racconti, versi. Ha cominciato a occuparsi di informatica negli anni 70, quando era ancora difficile capire che cosa fosse un computer. E con quel sapere binario ha lavorato a lungo nel campo. Competente come un ingegnere, libero come un poeta. Ha girato mezzo mondo per installare reti di telecomunicazioni. Alle Maldive, in Egitto, nella Croazia appena uscita dalla Jugoslavia dissolta. Chi ha voglia di farsi una navigata in Internet troverà decine di sue pubblicazioni. Dal manuale tecnico «Telefonia wireless» a quello scientifico «Con occhi da crostaceo» a racconti come «Il dono del mare» alla fantascienza «Passato imperfetto». E’ il cuore pulsante di blog, collabora con Kult Virtual Press, forse la prima casa editrice elettronica. Nella Torino del Festival Cinema Giovani, non poteva non innamorarsi del cinema. E ha girato documentari aziendali e film a soggetto. L’ultimo è «L’ultima volta che lo vidi», che si può comprare in dvd allegato al suo manuale «Girare un corto in digitale», ovvero teoria e prassi insieme. E poi inchieste giornalistiche vere, importanti, serie, dal disastro ecologico in Liguria quando naufragò la Haven al disastro finanziario della Parmalat quando naufragarono milioni di risparmi.
Insomma è uno che scrive perché sente l’urgenza di farlo, non perché pensa a un editore, al denaro, al successo. Molti suoi libri costano «gratis» su internet. «La scrittura per me è vita, nasce dalla fatica, dal dolore, da cose che hai visto e vuoi davvero comunicare agli altri». Anche la poesia è così, è quella cosa che stilla dalla vita d’ogni giorno. «Non aspetto la musa che bussa alla porta della mia stanza mentre cerco l’ispirazione. Le mie poesie sgorgono da un istante, da un’emozione. Le appunto su scontrini della spesa, su pacchetti di sigarette, sul margine di un giornale. Ho pubblicato una raccolta che si intitolava 160 parole. Era il massimo di spazio consentito una volta negli sms. Io ero in viaggio per l’Italia e li mandavo a un mio amico che fa l’editore. Alle ore più impensate della giornata. Dovunque fossi. Tolto il timore, ciò che siamo è poesia. Tutto è poesia. Un bacio d’amore e una panchina. I cambiamenti, le difficoltà, un volto per strada. Una nuvola che si scioglie. L’imperevedibilità dell’esistere. E’ insomma il tempo che fugge e che vogliamo imbrigliare con le parole. Forse è poco. Ma è l’unica arma che in fondo ci resta. E poi, con quelle parole, ogni tanto accadono miracoli. Anche finire in una metropolitana di Washington, insieme a Leopardi e Pasolini».
Tempi fermati
di Enrico Miglino
L’intensità dei nostri momenti
guarda in una sola direzione
Qualsiasi altra cosa
non sarebbe bastata
a fermare il tempo.
I nostri momenti possiamo osservarli distintamente,
seduti su una cassa di orologi scaduti.
Teniamo nella mano
un piccolo domani,
tutto da vivere.
E ci sentiamo già meglio
13 commenti a questo articolo
Il richiamo delle donne violentate...
2009-03-09 19:16:05|di Maurizio Spagna
Ombre di porci
…L’angolo di una strada ci vede, l’angolo di una casa ci sente,
non restiamo indifferenti alle violenze…
Proteggiamoci!
Cala il silenzio,
ed io me ne stavo poggiato in una strada
sbattuta da ombre di porci:
Quattro presenze sfaccettavano davanti a me
e con la stessa facilità
della mia fumata intellettuale,
da lì a poche ore
avrebbero egoisticamente
messo a nudo le loro gelide vergogne,
su di un corpo di donna
espansiva solo di un fior di dolcezza-
“Il mio pene, è una gran cosa grunisce il maiale”-
Ma non era,
Il mio bene è una gran cosa?”-
Cala l’irrealtà sulla notte,
esce il giornale fumante che sfuma su l’orrenda violenza-
In me entra rabbia e tanta confusione
porto a sollazzo la mia sigaretta,
la finisco, la getto
e la calpesto
indaffarato dal mio acceso nervosismo
di pover’uomo baciato dal bene…
Ma sfiorato dalla realtà
di quattro cavernicoli col pene scantonato
e imprigionati nel peggio
della loro pena-
di Maurizio Spagna
Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
Scrittore e Poeta-
FIRMAVA PAROLE
2008-12-10 12:15:47|di Maurizio Spagna
FIRMAVA PAROLE
(Al di sopra della coscienza,un linguaggio speciale prescritto nel moderno)
Come con te.
Firmava e filmava
L’effetto sgradevole
Delle spiattellate parole
Animate e riviste nel moderno:
Nel disagio abituale delle abitudini,
le scelte eretiche stanno conversando...
Come con te!
Nel disagio abituale delle ricchezze,
Le scelte sciupate odorano di ribellione...
Come con te!
Nel disagio abituale dei profeti squadrati,
Le scelte pronunciate sfregano il pregio...
Come con te!
NOSTALGICO
Il tuo dolce disagio
Firmava e filmava,
Firmava e fermava
Le primitive parole amanti;
Come con te
Concetti con te,
Contrasti di spontaneità,
Contesti poetici di parole,
Incorporate nel firmamento filmato
E impennate di fastidio nell’impensato...
Come l’ultima scelta con te.
A mia morale, a mia risonanza…per te PIER PAOLO PASOLINI.
Con Maurizio Spagna
si è consacrato
Il Rotoversi.com
La cultura poetica in linea con la vita…
Verso i nostri sogni riversi ma scritti per sempre-
Un raccoglitore di poesia on line-
Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
Scrittore e Poeta-
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-02-02 01:50:53|di Enrico Miglino
A Chi mi chiede informazioni circa questa poetry amerikana, beh, vi ho lasciato il mio indirizzo di mail, mi contattate e vi giro la rassegna stampa che ho fatto di tutti gli stati, così per conoscenza... Non è che la commissione si sia sforzata granchè per quanto riguarda le altre "jungle" dell’europa unita (!)
Inoltre vi preannuncio un lavoro "serio" che sto iniziando a promuovere, si chiama stelle della notte, è un misto di immagini, testi, interviste e poesia e se vi interessa vi coinvolgerò anche come blog. Fatemi sapere.
a presto.
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-24 23:53:57|di lorenzo
grande miglino! complimenti!
lorenzo
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-24 20:14:25|di Luigi Nacci
Caro Miglino,
lei è davvero sportivo! Una rarità nella jungla della poesia. Visto che ci legge, potrei chiederle qualche notizia in merito al progetto della metro-poetry? Mi incusriosice. Insomma: hanno veramente tappezzato mezza Washington underground?
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-24 16:41:04|di Enrico Miglino
Che dire? Io sono basito quanto voi. La cosa davvero sconcertante è che la selezione è stata davvero pulita. Ma - a me piace scrivere, scrivo poesie ma non solo, un po’ di tutto direi, e di fatto non mi curo nè della critica nè di ammazzarmi perchè qualcuno compri quello che scrivo. Beh, ripeto, che dire? Un "fuori onda" dell’intervista di ventavoli, che tra l’altro stimo e stimo suo padre che è un personaggio della storia del cinema qui a Torino. Io ho scoperto per caso che ero finito a washinghton. Ho polemizzato - nell’intervista dicevo - sul fatto che l’Italia è l’unico paese che ha dato notizia del fatto solo di fronte al sensazionalismo di un vivente (o sopravvissuto?) agli altri quattro grandi. Poi rifletto, ma leopardi che ci rappresenta di contemporaneo? oggi conta due secoli. E Pasolini, che amo moltissimo, non è un po’ restrittivo? E perchè non fare il quinto con de andrè o trilussa o chi altro ancora... Boh, io davvero non lo so. So che quando penso qualcosa in versi lo metto giù se mi piace, poi ne metto talvolta un po’ insieme e li pubblico in ebook. Cito - e non amo citare - anzi racconto un aneddoto che mi ha colpito, per farsi una riflessione. Quando hanno dato il nobel a Sartre (mi pare, non ne sono sicuro al 100 per cento ma non me ne vogliate), questo bello bello tomo tomo ha rifiutato il premio perchè incoerente con la libertà e la non vincolabilità dell’arte. Resta un fatto, i miei lavori, quelli di letteratura o simili che dir si voglia, si trovano tutti su kultvirtualpress.com e sono tutti rigorosamente gratis.
Però una menzione a questo blog, in cui mi pare di trovare gente che ha pensato andando oltre, un po’ oltre il consueto della retorica e si è posta - come ho fatto io - la domanda. Inoltre, non è un premio , non è niente, è ... forse si, è solo un’americanata. E la commissione era quasi eccitata quando mi ha telefonato per aver visto (sempre per caso) il titolone in prima pagina sulla stampa. Ma quel giorno, niente guerre? Niente crisi di governo? mi avessero chiesto avrei devoluto volentieri la foto in prima magari a qualcosa di più sensazionale, qualcosa che nessuno racconta perchè è davvero scomodo.
ciao a tutti, vi lascio i miei riferimenti, casomai voleste contattarmi.
Enrico Miglino (enrico.miglino@vodafone.it)
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-23 07:40:51|
....ma per piacere, miglino!
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-22 18:42:35|di erminia
la situazione attuale in italia è così tipica e, al contempo, così drammatica e paradossale che forse è un bene che si abbiano soggetti talmente distanziati e triviali da discutere per non affogare nella disperazione civile più profonda.
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2008-01-22 13:27:36|di lorenzo
ecco luigi si dovrebbe capire questo: la natura dell’operazione. "rappresentare" ha molti sensi. quanto è stato posto l’accento (a livello di pubblicità) sulla "rappresentatività"? il diritto a rappresentare dovrebbe essere conferito da terzi. altrimenti resta soltanto l’intenzione di rappresentare. ma questa è libera. davvero sarebbe utile, se si vuole parlare di questo "scoop", sapere qualcosa di più sull’operazione e sulla commissione che ha selezionato i testi.
poi boh... se c’è una mala rappresentazione di una realtà, qualcuno può opporsi. ma chi? la stessa realtà male rappresentata (come sta accadendo)? o un rappresentante (ufficiale?) della realtà mal rappresentata. e chi è questo rappresentante? forse dovrebbe intervenire il governo! il ministro!(?)
ciao,
lorenzo
Commenta questo articolo
Leopardi, Ungaretti, Penna, Pasolini, Miglino. Ehm... Miglino, chi?
2009-04-14 15:28:18|di Maurizio Spagna
PESCE fUOR D’ACQUA
La sociologia del poeta-
… annotata , nuotata e nata
per le persone smarrite nei freddi angoli della società isolata…
Profondo occhio d’origine fluida
Scendi nella strada gelida
Ed avvolgi la miseria ruvida
Di coperte e riluci roventi-
Pesante occhio d’origine austera
Scendi sul giaciglio di pietra
E stringi la povertà tetra
Con mani d’oro lucenti-
Celato occhio d’origine ventrale
Scendi nel tratto infernale
E culla la notte nascosta
Con piani di stelle portanti
Nel fulgido di una giostra
Che appare per nude lacrime nane
E sale…
Verso nuvole di sole
Sale
Farina
e pane-
Vasto occhio d’origine squamato
Scendi nel parco invisibile fatato
Pesca una dignità mancata…
In lenza
E rimedia al viscido perdersi
Trattieni il respiro dell’essenza
Che nulla è pioggia
Nulla è vento
Ma tutto è scivolo agitato d’annegamento-
Al culmine del che sia e spia
L’occhio di pesce fuor d’acqua
Si trascina nel caldo soffio dorsale
Vagando oltre il gelido rimando-
E’ il principio di tutti i cavalcavia
Dalla natura all’immensa scia
E’ lo scopo per comporre
Il bagliore del futuro passato prematuro
Oggi come l’inizio di ogni ritrovo
Esistito per le strade del consueto…
Vestito in prestito-
“In memoria del mio amico “Il Giusto” che consumò la sua identità”
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-
Il richiamo fuor d’acqua...