Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Caro Roberto,
sai che ti ho stimato molto, ho molto apprezzato il tuo lavoro di divulgazione sui temi delle mafie e il tuo Gomorra mi è parso un libro egregio. E l’ho detto.
Sai che ho polemizzato con te su faccende letterarie – quando me ne è parso il caso.
Lo abbiamo fatto con civiltà e reciproca attenzione.
Sai che non ho mai partecipato al pettegolezzo mediatico su di te, né ad alcun tentativo di delegittimarti.
Sai che ti ho rispettato. Il rispetto è una cosa molto importante, è decisiva nei rapporti tra esseri umani. E’ un dato politicamente decisivo, peraltro.
Sai che veniamo dalla stessa terra, siamo emigrati entrambi, io per lavoro, tu per le odiose minacce di chi quella terra meravigliosa sta uccidendo.
Sai che abbiamo le stesse radici, che siamo cresciuti con gli stessi odori, gli stessi sapori, gli stessi orizzonti, i medesimi soli e mari.
In nome anche di quella Città che del fascismo si è liberata da sola, massacrata com’era dalla dittatura e dalle bombe americane, senza aiuto né da truppe alleate, né da camorristi, sento l’obbligo, però, di dirti – oggi – anche altro…
Caro Roberto, forse sai che già due volte ho dissentito da tue dichiarazioni politiche pubbliche, che entrambe le volte ho definito le tue posizioni ‘vergognose’: una volta a proposito di quanto dicevi a proposito di una supposta ‘democrazia’ dello stato di Israele, l’altra appena l’altro ieri, dopo aver letto la tua lettera agli studenti, che con pessimo gusto recava in calce il copy della tua agenzia letteraria… ed è di questa lettera che voglio parlarti, oggi.
Vedi Roberto, potrei tediarti con una serie di ragioni che già conosci, ricordarti che la violenza vera è quella che facciamo ogni giorno al futuro di quei ragazzi, che la violenza vera è costringere l’altro alla violenza perché possa sopravvivere, manifestante o celerino che sia, sottolineare come, ancora una volta, si sia risposto alle proteste e alle richieste di ascolto di migliaia e migliaia di persone – e ben prima che qualsiasi avvisaglia di violenza fosse all’orizzonte – con Zone Rosse, cavalli di frisia, manganelli schierati, scudi, blindati.
Come se ci preparasse a far la guerra.
Potrei ricordarti che gli unici davvero certamente ‘travisati’, in piazza, sono loro: celerini, finanzieri, carabinieri, celati dietro caschi e celate, resi anonimi da divise tutte uguali, e pure da anni tutti attendiamo che infine questo Stato Liberale legiferi e faccia come si fa nei luoghi civili, stabilendo l’obbligo di riconoscibilità anche per gli operatori dell’ordine pubblico, mediante il numero di matricola apposto sul casco, così che infine ognuno abbia la piena responsabilità di ciò che fa, che non ci si debba poi rifugiare nella triste litania delle mele marce.
Potrei ricordarti Carlo, Federico, Stefano, ma anche tanti altri prima, basti solo il nome di Giorgiana, ma è una sineddoche, l’elenco delle vittime delle forze dell’ordine, un elenco che ormai comprende anche tanti nomi stranieri, venuti da lontano a crepare qua, è tristemente lungo, in Italia, quasi quanto quello dei servitori dello stato periti compiendo il loro dovere contro le Mafie.
Potrei farti anche altri nomi: Bolzaneto, la Diaz, potrei scrivere un bel racconto-inchiesta, una ‘faction’, come si dice ora, sui festeggiamenti e i balli e i canti neo-fascisti ascoltati nella sede del Porto di Genova, durante il G8, ricordarti certe comunicazioni radio appena dopo l’omicidio di Carlo.
Ma sono cose che già sai. Anche se non ti ho mai sentito dirle, non pubblicamente almeno.
Proprio perché le sai, proprio perché quei ragazzi che erano in piazza a Roma sanno che le sai quella lettera mi è sembrata in qualche modo un tradimento.
La Camorra, Roberto, non è solo la causa del nostro fottuto sottosviluppo, ne è anche l’effetto e i responsabili di quel sottosviluppo sono tutti politici.
E’ contro di loro che marciavano pacificamente quei ragazzi, quei precari, quei terremotati, quegli attivisti dei Centri sociali, che non sono un covo di terroristi, ma spesso costituiscono l’unica alternativa culturale al vuoto pneumatico che questo regime sta costruendo attorno ai nostri figli, attorno a noi, ai nostri vecchi, a ogni nostro sogno.
E avevano il diritto di arrivare a protestare sin sotto ai Palazzi di quel Parlamento che sta lì proprio a rappresentare la loro libertà e la loro dignità di uomini e donne liberi.
Che vita è quella che supinamente accetta ogni Zona Rossa che il padrone di turno decide di istituire?
Chi è più disonesto, incalzava il vecchio Bertold, chi fonda una banca, o chi la deruba per dar da mangiare ai propri figlioli?
Quando la coesione sociale va in frantumi, perché la politica è totalmente asservita agli interessi di una Casta di pochi Mandarini, chi è il responsabile della violenza che inevitabilmente ne seguirà?
Queste cose le sai, ma nella tua lettera non le hai dette, hai preferito parlare di ‘imbecilli’ con il cappuccio, di fantomatici black block, prendertela con i maledetti anni 70 (che poi, credimi, son mica stati così orribili, non solo orribili, quanto meno…), ecc…
Poco male, ma ora lascia che ti dica cosa mi aspetterei da te: hai un potere mediatico enorme, hai il rispetto e la stima di milioni di persone…
Bene: usali oggi per spiegare a tutti quelli che vanno in divisa nelle nostre piazze, che così non si fa, che non si picchia, non si tortura, non si uccide, spiega loro che forse alcuni di quei ragazzi sembreranno strani, o minacciosi, ma che non hanno niente a che vedere con i delinquenti, che stanno solo inseguendo un sogno, che hanno nostalgia del futuro.
Spiegagli che quei ragazzi che loro picchiano, che inseguono, che disprezzano, stanno provando a salvare anche il loro di domani, il domani di chi in quel momento li arresta, li contrasta, li scaccia con violenza dalle strade.
Che non sono hooligani neonazisti da stadio, che cercano la violenza per la violenza, per il gusto della sopraffazione, spiegagli che sono lì perché lo hanno scelto in libertà, utilizzando la loro ragione, la loro speranza, la loro voglia di vivere una vita degna, che sono lì proprio perché quella rabbia, di cui tu anche parli, se covasse troppo sotto le ceneri diventerebbe davvero pericolosa, che sarebbe da imbecilli se restassero a casa, che è sano, è maturo, è degno chi esprime la propria indignazione e il proprio dissenso….
Spiega loro che la Democrazia si nutre di Conflitti e sa trasformarli in Futuro.
Spiega loro che quei ragazzi potrebbero essere i loro figli: gira Pasolini a testa in giù, Roberto! Quando, se non adesso?
Spiegalo Roberto, fallo bene, come sai fare tu, dillo a tutti loro che non è detto che essere un celerino vuol dire per forza dover essere fascista e che i loro nemici veri non sono quei ragazzi ma chi, per paghe da fame, li getta per le strade a caccia di chi è più debole, o senza mezzi gli chiede di combattere contro le Mafie.
Fallo subito, non c’è molto tempo, fallo bene, e dillo chiaro o anche molto di quanto sostieni a proposito di camorra non avrà più molto senso…
Un saluto
Lello
6 commenti a questo articolo
Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-19 22:09:51|di Lello Voce
Ecco che arriva qualche segnale di ravvedimento...
Non è ancora quello che in molti chiedevamo, ma è già un Saviano diverso da qualche giorno fa...
http://tv.repubblica.it/copertina/s...
temo che dovremo accontentarci, per adesso
Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-19 01:40:37|di rasputin stefano enea virgilio
grande lello, cantagliele a quel leccakulo Di saviano. con 3 o 4 milioni di euro in tasca qusto non dovrebbe neanche sentirsi uno di sinistra! EH NO! CARI COMPAGNI LA PREGIUDIZIALE ECONOMICA E’ FONDAMENTALE! CHI POSSIEDE ENORMI CAPITALI NON PUO’ NE’ ESSERE DI SINISTRA NE’ ANTICAMMORRISTA. e chi ci crede che poi la camorra c’e’ l’abbia con saviano. anzi la camorra sta’ con chi cia’ i soldi. e saviano cia’ gli sghei.
basta con i compagni ricchi! chi supera i duEMILA EURO DI REDDITO MENSILE VADA CON I FASCISTI!
10 milioni di poveri ci sono in italia e molti magari votano a destra perche’ hanno capito che quelli di sinistra son piu’ ricchi! bastardi la verita’ e’ senza reddito!
forza rAGAZZI! CACCIAMO I PADRONI DALLA SCUOLA! E GLI SCRITTORI CON LA PUZZA AL NASO E AL PORTAFOGLIO!
Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-18 16:30:56|di Marco Giovenale
Condivido le annotazioni di Lello. E aggiungo che oltretutto un numero di infiltrati tra i violenti c’è sempre. E’ la storia d’Italia. Ma è vero pure che la violenza peggiore non è quella in strada; è quella consumata a suon di corruzione politica e compravendita di deputati in parlamento; e di devastazione culturale, distruzione del territorio, furti legalizzati, in auto blu, razzismo diffuso e istituzionalizzato da leggi, annullamento di diritti civili, resa alle mafie, ’leghizzazione’ di regioni intere, regalie al Vaticano, privatizzazioni, smantellamento di strutture pubbliche (scuola, università, sanità) degli ultimi 17 anni di abisso che l’attuale governo ha innescato e rappresenta, e che una sinistra inetta o connivente non ha saputo in nessun modo (pur potendo) contrastare, e ha anzi favorito.
A pagare il tracollo del paese - a vantaggio di un pugno di criminali con fortune investite fuori d’Italia - è un intero popolo, o quel che ne resta; intere generazioni. I danni sono adesso incalcolabili, e tutto suggerisce che negli anni che vengono il piano inclinato condurrà tutto ancora più in basso...
Se la sinistra non si riorganizza in questo momento di disintegrazione (e caduta del consenso verso i vertici del partito dei corrotti), le prossime elezioni saranno la pietra tombale sulla fossa che questi ultimi anni hanno scavato.
Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-18 12:01:52|di enrico dignani
Repubblica italiana.
Sembra opportuno.
La politica,
tutto l’arco costituzionale,
va sospeso,
per incapacità manifesta
a ripristinare una situazione
di normale virtuosa
amministrazione pubblica.
La dialettica furbesca
che promuove il saccheggio,
la corruzione e quant’altro
con destrezza,
è la politica della politica.
Un bel gigantesco resit
fatto da militari
e da buoni ed appropriati tecnici.
Cos’altro ci resta?
Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-18 11:23:02|di divino scrivere
Condivido e sottoscrivo!
barbara.
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Lettera a Roberto Saviano (con una piccola richiesta in coda...)
2010-12-20 09:29:15|di Luigi
Il problema principale è che l’enorme potere mediatico, di cui parla Voce, il Saviano lo deve gestire bene per due ragioni: la prima è che può perderlo in un batter d’occhio (è inutile pensare a rivoluzioni popolari etc. etc.: morto (mediaticamente) un Saviano, se ne fa un altro e tutti sono contenti); la seconda è che le conseguenze e le reazioni non "politiche" (lettere di risposta varie ed eventuali) ma "fisiche" che potrebbe provocare un’affermazione qualsiasi di Saviano fanno di ogni sua uscita un atto di responsabilità infinitamente più grnade di quelunque altra persona "normale". Pensate cosa sarebbe potuto accadere se Saviano avesse scritto: bravi ragazzi, è così che si lotta per la libertà. Probabilmente Roma starebbe ancora bruciando.
Certo, Saviano se lo poteva risparmiare il pappone di retorica della sua lettera e starsene zitto, ma chissá forse voleva abbassare i toni della "rivolta" perché ha finito col credere che davvero i milioni di fan che ha fan(no) quello che dice lui (nel senso che crede davvero di poter influenzare gli studenti mandando una letterina via REpubblica).
Vabbé, siamo alla frutta. Certo, la violenza non è auspicabile, però se da due anni manifesto e non mi caga nessuno un po’ i Maroni girano. E allora che si fa?
Mi sono goduto un sogno diurno di 5 minuti: fronte studentesco e fronte polizia l’uno davanti all’altro. La tensione è altissima. Sembrano tutti pronti all’attacco quando la polizia alza un fascione, un messaggio rivolto agli studenti dicendo loro: "non ci piace picchiare la gente e prendere botte per 1200 euro. Tra voi potrebbero esserci i nostri figli". E poi gli studenti si avvicinano ai poliziotti, stretta di mano, fiducia nel potersi dare le spalle l’un l’altro per girarsi tutti dallo stesso lato, quello del Parlamento... Poi è squillato il telefono...
Luigi B.