Absolute Poetry 2.0
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Luca Minola, NEI MIGLIORI OCCHI

di Italo Testa

Articolo postato sabato 23 ottobre 2010

Luca Minola è nato a Bergamo il 7 Dicembre 1985, dove tuttora vive.
E` iscritto alla facoltà di “Scienze Umanistiche” ad indirizzo letterario, nella stessa città.
Alcune sue poesie sono state pubblicate sulla rivista “Poeti e Poesia“ nel 2009.
Le poesie qui pubblicate fanno parte della raccolta dal titolo NEI MIGLIORI OCCHI.


ESTATE 1


Legno su legno
sono le mani
che tornano a cercarti.



ESTATE 3


A parte le mani
tutto si riflette trattenuto
e mortale.
Non si è fatto niente
per le mani che chiedevano
a riposo.
I semi cercano ancora,
da toccare a tratti
come ciechi.


Morte non è crescere nelle tue mani.



ESTATE 4


Per Elio Pecora

Pronunci la notte,
in brevi parole la


cresta delle onde
alte nei migliori occhi.


Con le febbri è stato
il mare fino a ieri.


Che la terra faccia terra,
siamo estate.



ESTATE 5


Nei cortili
con le mani alle racchette.


Si vendeva carne all’alba
sopra le vette del respiro
la punteggiatura dei bisonti.


Respirano gli scialli
delle loro vecchie
risate sentite dai bambini,
uno alla volta nella felicità.


Vengono dorate le foglie
a pieni polmoni.



NEI MIGLIORI OCCHI 1


Le coroncine di
fiori, tutti i bucaneve.


Il giorno dei morti
è arrivato.


Come i figli e le foglie
ritornano a loro,
le piccole coroncine, seguono
nel meglio del giorno.



NEI MIGLIORI OCCHI 3


La città era tutta
stesa nei panni
quando scrissero: cielo
andammo incontro
alla schiena dei monti,
era impossibile
rendere cielo il cielo.



MARE 3


Per Mario Benedetti.

Sono gli occhi nella musica che ballano,
vedono il vuoto, saziano le dita.
Le orecchie ascoltano,
in verità è il cuore,
sentiero, strada, luogo nudo,
sospeso nel tempo nuovo.
Non si riesce, non cammina il paesaggio
l’orizzonte in te in migliaia di passi,
è un tempo con le foglie
è un tempo che non trovo
parole per scrivere e dire
quale parte degli uomini vuoi descrivere, tu,
tu non li hai sentiti dirsi la morte.




FERITA 1


Occhi bendati, asfalto,
gomma bruciata e papaveri.


Tutte le mani festeggiano.


Riposa la strada
il sonno dei morti.


Reso alla vita, mia vita mortale.



FERITA 2


Si alza un fruscio d’ulivi,
tenera tenebra,
è chiesto il senso,
la rigidità di ogni
molletta.
I prati nel colore
la scuola svettante,
pareti di cielo
a lato del mondo,
è chiesto delle
cose nuove il nome.



PARTENZE 1


Perché morte non è data
né di spirito né di resti
a chi non è corpo che cade.



2 commenti a questo articolo

Luca Minola, NEI MIGLIORI OCCHI
2010-10-25 22:39:57|di Mirko

nn sapevo fossi un poeta... caspita belle! complimenti!


Luca Minola, NEI MIGLIORI OCCHI
2010-10-25 21:13:17|di Catone

Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dopo quell’età continuano solo i poeti e i cretini.


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