Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Da Previsioni e Lapsus
Previsioni del tempo
Domani piove, oggi fa caldo
troppo per immaginare la
prossima giornata autunnale.
I meteoropatici fermi
condensati sui divani-letto
si scambiano opinioni sul flusso
dei loro umori: il colore prevalente,
l’andamento lo hanno visto nelle icone
delle previsioni del tempo -
le massime le minime i raggi
la brezza. Non è spicciola certezza
fidarsi, orientarsi il temperamento
su un evento che non sussiste:
a nord soffia libeccio a meridione
scirocco, un tocco di umidità estiva
si porta però via la convinzione
approssimativa.
Ma le previsioni del tempo
vanno sorbite in pillole
per evitare eccessi di illusione:
se domani non piove, i rimedi
per l’artrosi rimarranno nel pacchetto,
i vestiti nuovi ridisposti
nel cassetto: i meteoropatici
sul letto avrebbero di che ridire:
anche le icone dei corpi celesti
si vedrebbero fallire.
Trasloco
Sono cose queste che sposti. Cose:
Accumulo sui mattoni costosi.
Cose disabituate ad essere usate.
Ho portato contenitori capienti
che possiamo riempire di oggetti
sollevati da terra coi guanti e
gettati nel fondo dei recipienti.
Il passaggio
è epocale: dal pavimento
al cartone, dal disuso all’imballaggio:
è un ritorno allo stadio iniziale
che il soffio vitale del disinfettante
accelera – uccide batteri e inibisce
il contagio tra il mio tatto attuale
e quello remoto:
Anch’io domani
trasloco con gli altri cimeli
distinti in base a criteri
di inutilità e possibilità
di trasporto.
Qualcosa è disperso
qualcosa è nascosto qualcosa
è in attesa di disposizione
in un altro cartone e bisbiglia
la cosa che teme accoglienza negata.
La camera è già semivuota.
Ti metti seduta a osservare
la mia frenesia di bilancio:
l’ultimo slancio - il frigo calato
in balcone - ed è ora
di chiudere a chiave gli avanzi
esclusi unanimemente o in conflitto:
domani anche noi saremo in affitto.
Conversazione in ascensore (Scala Omega)
In due nell’ascensore si sta stretti.
È già evidente dalla porta
così minuta che permette
l’ingresso uno alla volta:
io entro, lui aspetta,
cede il passo
- prego, avanti, vada lei. Ringrazio.
Occupo lo spazio calcolato
per non essergli d’impaccio
- scongiurare il contatto. Si chiude la porta
e si parte.
Davanti a noi lo specchio. Si specchia
lui, l’altro, riflette, evitando
i propri occhi
ché quest’incontro gemmerebbe un terzo
e un nuovo coinquilino benché piatto
accrescerebbe l’imbarazzo: saremmo in tre poi in quattro
se eventualmente decidessi anch’io
di seguirlo nella forma o nel riflesso.
Lo seguo. Mi adatto ai suoi gesti. Mi metto
in posizione davanti al riflettore.
Lo vedo scrutarsi imperfezioni
sul proprio duplicato. Scovare cicatrici
acme sproporzioni. Lo vedo sbuffare.
Replico, sbuffo e cerco
le mie anomalie.
Le immagini rifratte
inosservate dirigono
l’immedesimarci
l’inseguimento all’uno – ognuno è imitatore ed imitato,
sceneggiatore e attore di un film
sottotitolato, seguace e antesignano.
Si apre la porta dell’ultimo piano:
Scendo, mi scusi, mi scindo.
Lui prosegue il mio incubo di ascensioni
su piani illimitati, d’altezza inarrivabile
di sconosciuta origine.
Persegue la vertigine
di segnali analogici che indicano
“posizione di cabina numero 3000”,
corporeità già erasa.
Mi scusi, mi scindo, scendo,
- si apre al porta di casa -
ho ancora bisogno di base.
Traghetto
Here is no water but only rock
Rock and no water and the sandy road
(T. S. Eliot)
Che poi
non erano ostacolo i camion
incolonnati a marcia indietro
- siamo granchi in partenza, uomini
forse all’arrivo - col loro calore
di phon che riscalda i capelli
come le ventole sul ponte
del traghetto che ci regge:
se ti sporgi, guarda che è peggio.
La ringhiera protegge,
certo,
lo scarico crea correnti
e alimenta le onde,
ma un senso di fastidio agita
il battello, un corpo estraneo spinge
lo tiene in movimento e la nausea
aumenta.
Devi mangiare,
preannunciare
a te stessa la compressa
che allontani questo male:
Travelgum o Xamamina?
Sulla poltrona sdraiati
accanto al kit di salvataggio,
sulle eliche che ruotano
e respingono l’ingombro.
Che poi, tutto sommato,
non era stancante il tragitto
tra i lampioni di un porto
e le luci dell’altro
quando un megafono autorizzava
a scendere in auto
per preparare
lo sbarco - finalmente la bottiglia
d’acqua fresca lasciata sul cruscotto! -
e qualcuno da poppa si è accorto
che c’era del mare
sotto.
Luciano Mazziotta è nato a Palermo nel 1984, dove tutt’ora vive. Specializzato in Scienze dell’antichità con una tesi in Testi Greci filosofici e scientifici sul rapporto tra medicina e filosofia. Tra il 2006 e il 2008 ha vissuto tra Palermo ed Amburgo, città conosciuta nel 2006 nei panni di studente Erasmus. Nel 2009 ha pubblicato la sua prima silloge di poesie Città biografiche per la casa editrice Zona. Suoi testi sono stati pubblicati sui blog “La dimora del tempo sospeso”, “Via delle belle donne” e "Poetarum silva" di cui è anche redattore. Ha curato la Prefazione del volume miscellaneo che raccoglie i testi dei redattori di Poetarum Silva (Samizdat 2010). Ha partecipato a readings ed eventi letterari di rilievo nazionale quali “La bellezza e la rovina” tenutosi a Palermo nel luglio 2010, ed ha preso parte al V° festival internazionale di poesia di Caltagirone. Nel Dicembre 2010 suoi testi sono stati inclusi nel 21° numero della rivista internazionale di letteratura “Poeti e poesia” diretta da Elio Pecora.
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