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Luglio, di Raimondo Iemma

Non dico niente io dico / sono solo una cosa

Articolo postato martedì 18 dicembre 2007
da Lorenzo Carlucci

Segnalo con piacere l’uscita del libro Luglio, di Raimondo Iemma. Inviandomi il libro in lettura, Iemma scrive:

"Il libro, frutto di un lavoro di scavo e sottrazione più che di ’costruzione’, è nato con l’idea di rendere oggetto di poesia la scrittura stessa. Per poi diventare, più semplicemente, il libro dei miei venticinque anni."

Il libro è il primo titolo della neonata collana Festival, diretta da Valentino Ronchi per Lampi di Stampa editore. Il libro può essere ordinato qui . Enjoy.

Lorenzo Carlucci

5 commenti a questo articolo

Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-23 19:01:28|di molesini

Mi piacciono tutti i suoi sbagli.


Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-19 17:16:26|di Al De Santis

La poesia di Raimondo Iemma letta in passato sul web mi ha sempre colpito molto per la sua essenzialità ed il suo rigore interno.


http://http://liberinversi.splinder...

Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-19 12:08:51|

Anche qui: http://davidenota.splinder.com/post...


Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-18 22:08:22|di Lorenzo Carlucci

Sasha

Oggi è avvenuta la mia scena

nello slargo di cemento ho avuto luogo:

teatro di palazzoni, case alte intorno

ridipinte, cablate nuove.

A una cabina telefonica sempre,

per sempre sono. Hanno appena sbaraccato

i chioschi del mercato alimentare

per tutta l’acqua della pulizia strade.

Ed io che chiamo. E un altro chinato

chiama un cane: Sasha!, ripete

Sasha! - e guarda dappertutto

e ancora grida il nome.

Scrivere oppure

Quand’è stato sole per tutto il giorno

sostare al muro del mercato alimentare

pensando a tutti gli anni di sole

è una faccenda dei vent’anni persi,

bruciati, meravigliosi.

Tutto il calore è andato alle pietre.

Mentre luccica la fronte

per l’astro maggiore re del cielo

come un brusio feroce il breve

ansare del petto ritorna

una sussurrata eco. E se le mani sono nere

e vuote come i semi della notte

da venire - se dallo sterro vicino

qualche cane abbaia appena - puoi dirti vivo.

Io non so se voglio scrivere o mi basterebbe

andare per le poche strade che c’è

intorno a dov’è vivo il mio sogno:

quel sogno che fa un uomo

che nel vuoto del mondo ha perso il nome.

E sta tra le scatole rimaste

e le zucche e i pomodori della terra

oramai marci e schiacciati - l’autocisterna

che dell’acqua fa un vapore.

Certe donna all’ora del pranzo

dietro il bancone e la calca mettono un tavolo.

Hanno poche parole e coltelli.

La frutta la mangiano al sole se c’è.

Nella città dov’è morto Pavese,

dove Pavese s’è tolto la vita.

Anche oggi il baccano è finito e si parla

al passato. Di tutte l eparole

possibili ho in bocca una sola.

Non dico niente io dico

sono solo una cosa.

(senza titolo)

Gli anni che saranno stanno in fila

avanti, come intonsa sta la forma

della O. Sono gracile appena se li conto.

Mesi sono fuori che piove un’acqua.

Oggi è stato sole vivo. Un’aria di vento

sul finire. Eppure nulla è esistito

com’è stato. La materia dell’asfalto

sarà una curva brusca appena dal selciato.

Solitario a qualche sera chiamo

il mio nome alto Raimondo.

E’ scuro il cielo all’ora che più amo.

Dà forse l’amore vergogna del mondo.


Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-18 18:27:12|di Christian Sinicco

Lorenzo, riesci a postare dei testi?


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