Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
Segnalo con piacere l’uscita del libro Luglio, di Raimondo Iemma. Inviandomi il libro in lettura, Iemma scrive:
"Il libro, frutto di un lavoro di scavo e sottrazione più che di ’costruzione’, è nato con l’idea di rendere oggetto di poesia la scrittura stessa. Per poi diventare, più semplicemente, il libro dei miei venticinque anni."
Il libro è il primo titolo della neonata collana Festival, diretta da Valentino Ronchi per Lampi di Stampa editore. Il libro può essere ordinato qui . Enjoy.
Lorenzo Carlucci
5 commenti a questo articolo
Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-19 17:16:26|di Al De Santis
La poesia di Raimondo Iemma letta in passato sul web mi ha sempre colpito molto per la sua essenzialità ed il suo rigore interno.
Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-18 22:08:22|di Lorenzo Carlucci
Sasha
Oggi è avvenuta la mia scena
nello slargo di cemento ho avuto luogo:
teatro di palazzoni, case alte intorno
ridipinte, cablate nuove.
A una cabina telefonica sempre,
per sempre sono. Hanno appena sbaraccato
i chioschi del mercato alimentare
per tutta l’acqua della pulizia strade.
Ed io che chiamo. E un altro chinato
chiama un cane: Sasha!, ripete
Sasha! - e guarda dappertutto
e ancora grida il nome.
Scrivere oppure
Quand’è stato sole per tutto il giorno
sostare al muro del mercato alimentare
pensando a tutti gli anni di sole
è una faccenda dei vent’anni persi,
bruciati, meravigliosi.
Tutto il calore è andato alle pietre.
Mentre luccica la fronte
per l’astro maggiore re del cielo
come un brusio feroce il breve
ansare del petto ritorna
una sussurrata eco. E se le mani sono nere
e vuote come i semi della notte
da venire - se dallo sterro vicino
qualche cane abbaia appena - puoi dirti vivo.
Io non so se voglio scrivere o mi basterebbe
andare per le poche strade che c’è
intorno a dov’è vivo il mio sogno:
quel sogno che fa un uomo
che nel vuoto del mondo ha perso il nome.
E sta tra le scatole rimaste
e le zucche e i pomodori della terra
oramai marci e schiacciati - l’autocisterna
che dell’acqua fa un vapore.
Certe donna all’ora del pranzo
dietro il bancone e la calca mettono un tavolo.
Hanno poche parole e coltelli.
La frutta la mangiano al sole se c’è.
Nella città dov’è morto Pavese,
dove Pavese s’è tolto la vita.
Anche oggi il baccano è finito e si parla
al passato. Di tutte l eparole
possibili ho in bocca una sola.
Non dico niente io dico
sono solo una cosa.
(senza titolo)
Gli anni che saranno stanno in fila
avanti, come intonsa sta la forma
della O. Sono gracile appena se li conto.
Mesi sono fuori che piove un’acqua.
Oggi è stato sole vivo. Un’aria di vento
sul finire. Eppure nulla è esistito
com’è stato. La materia dell’asfalto
sarà una curva brusca appena dal selciato.
Solitario a qualche sera chiamo
il mio nome alto Raimondo.
E’ scuro il cielo all’ora che più amo.
Dà forse l’amore vergogna del mondo.
Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-18 18:27:12|di Christian Sinicco
Lorenzo, riesci a postare dei testi?
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Luglio, di Raimondo Iemma
2007-12-23 19:01:28|di molesini
Mi piacciono tutti i suoi sbagli.