Absolute Poetry 2.0
Collective Multimedia e-Zine
Coordinamento: Luigi Nacci & Lello Voce
Redatta da:
Luca Baldoni, Valerio Cuccaroni, Vincenzo Frungillo, Enzo Mansueto, Francesca Matteoni, Renata Morresi, Gianmaria Nerli, Fabio Orecchini, Alessandro Raveggi, Lidia Riviello, Federico Scaramuccia, Marco Simonelli, Sparajurij, Francesco Terzago, Italo Testa, Maria Valente.
« If the music is too loud, you are too old »
[Ted Nugent]
1. Se concerto richiama e concertatum e consertum – ritieni che [oltre alla mera passione] la Musica sia un preciso agire la pòlis? E in questo, quanto – si avvicina/si allontana dall’azione poetica?
Muovere, produrre sensazioni e causare effetti, più che agire direi agitare e in questo direi che si avvicina parecchio dall’azione poetica. C’è qualcuno che da un lato gareggia con chi sta ascoltando e cerca di attrarlo nelle proprie spire a volte riuscendoci ed a volte no. La sfida inizia quando si declama oppure quando si suona/canta ed il risultato che si vuole ottenere è sempre il medesimo: attrarre, inebriare piacevolmente, avvolgere e trattenere per poi lasciare andare al termine con qualcosa di modificato o aggiunto rispetto a prima. Questo vale sia per la musica che per le interpretazioni teatrali, sceniche, poetiche che dir si voglia ma ovviamente la sfida è fatta con mezzi simili ma non uguali ed è SEMPRE “azione”.
Secondo me si differenzia invece non tanto per chi “trasmette” che può essere una persona, due, sei persone davanti ad un leggio, in mezzo ad una scena oppure tra pianoforti, chitarre e amplificatori ma tanto per il porsi dell’ascoltatore che deve ricevere l’onda, in fondo l’onda è sempre simile ma lo scoglio è diverso. Esempio più semplice che possa fare: difficilmente vedrai qualcuno pogare in un teatro ripetendo in coro un verso di un Gabriele d’Annunzio ma sarà normale vederlo fare per un verso di un Steve Harris.
2. Nello specifico: il Metal, declinato nei suoi generi, richiama suoni epici, visioni d’Autore,… Si può parlare di Cultura? Di una forma codificata e volta alla trasmissione?
Di cultura a livello sociale sicuramente sì, è anche sopravvissuta ad altre culture che si sono invece trasformate in qualcos’altro... per quanto riguarda la Cultura invece credo ci sia un discorso più ampio da fare. C’è il grezzume più assurdo come il tornito e rifinito, sia dal punto di vista dell’autore sia dal punto di vista dell’ascoltatore... forse ciò è presente anche in altri ambiti, ne sono quasi sicuro ma in questo momento non è fondamentale. Il fatto è che si tende ad omogeneizzare le due cose magari definendo tutto nella categoria di “semplice rumore” quando invece, come dici tu correttamente, è una delle migliaia di forme di comunicazione che decide di trasmettere X cose, X cliché e pensieri a volte più sfruttati ed a volte meno ma ciò non vuol dire che li sminuisca (quante volte è stato trattato il tema dell’amore nella poesia e nell’arte ? E’ la cosa più semplice da pensare ma più difficile da fare!)
Draghi, spade o fiamme e distruzione... si trova facilmente tutto ciò ma come al solito sta nell’ascoltatore fare una cernita di quello che viene messo sul tavolo, non è tutto meraviglioso e di alta qualità come in qualsiasi altro ambiente ed è stupido anche pensarla così, o che tutto il genere Metal sia superiore agli altri generi musicali. Meglio pensarlo come parte dell’Arte senza élite di genere dato che c’è solo da guadagnarne ed è bello e giusto sia così... con le sue limitazioni e con i suoi punti di forza nella trasmissione di idee ed emozioni che se unito ad altre forme di espressione può ottenere risultati inaspettati.
3. Pregiudizio impone: Metallaro = grezzo ignorante, Poeta = dotto noioso. Trattandosi di cantori e cercando la condivisone: quali sono i limiti di un possibile dialogo? E quale lingua comunica?
Il limite è solo posto dai preconcetti e dalla mentalità degli interlocutori, il primo esempio recente che mi viene in mente riguarda gli Aghast Insane e la collaborazione con lo scrittore Valerio Evangelisti che vede il gruppo basare un brano sul libro “Cherudek” e viceversa vede Evangelisti scrivere un testo suonato dalla band. Altri esempi molto più “alla mano” sono tutti i pezzi e/o dischi basati su testi/libri come Paradise Lost di John Milton oppure le più sfruttate ambientazioni di Tolkien. La lingua è ovviamente l’Arte di cui sopra che ha già di per sé tutto il necessario per far comunicare vari ambienti a parte che non siano volutamente tenuti stagni ma questo lo fanno le persone e non l’argomento in sé.
Credo che per qualsiasi artista sia sempre una bella ed interessante sfida il riproporre un proprio lavoro od una propria interpretazione in maniera diversa dal solito o fuori dai canonici canoni oppure vederla riproposta da altre persone. Con alla base idee di questo tipo il metallaro non è più grezzo o più ignorante di un meno dotto e meno noioso poeta.
4. A vent’anni si tenta la poesia, a cinquanta si pensa che bisognava insistere [Flaiano dixit]. In parallelo: pullula di giovani poeti e di giovani musici – chi e come continua? E ancora: certe espressioni [Brutal i suoni, Bukowski gli scritti, ad es.] sono proprie dell’età ribelle? O è altro, oltre?
Ma l’uomo oppresso è per istinto ribelle e cerca una scappatoia che può essere una beat generation o qualcos’altro fino a quando non riceve una massificazione forzata, è un bel problema legato alla creatura che ha bisogno di vivere in rapporto con altri individui ma vorrebbe contraddistinguersi... Naturalmente degli esseri karmatici al negativo se mi è concesso usare questa espressione.
Chi continua? Forse chi riesce ad introdursi nella massa sociale rimanendo nell’angolo senza voler prevalere? Chi magari non si piega alle basse necessità ed alle facili strade, veloci ma moralmente pietose? Avendo ovviamente qualcosa da dire e da fare in cui crede... Non so dare una risposta precisa, personalmente sono a metà dell’arco temporale e forse tra una decina di anni potrò dire qualcosa di più preciso a meno che tu non sappia già darmi una risposta!
5. Credi al valore poetico delle lyrics e alla comunione di senso-suono?
Ci credo ma non generalizzo, magari fosse tutto “bello” ma non è così e comunque se ci si abitua troppo bene si andrà di nuovo alla ricerca del “più bello” quindi non cambierebbe molto. Alcuni testi musicali sia Metal che non hanno un altissimo valore poetico, giusto per citarne una extra metal “La Donna Cannone” di De Gregori mi affascina parecchio sia per testi, metrica, linee musicali come trovo molto belli alcuni testi dei Dark Tranquillity.
Alla fine la creazione di una poesia o di un testo musicale parte dallo stesso punto, si sviluppa in modo quasi uguale e nel termine si dirama per unirsi in un caso alla sinuosità della carta ed in un altro alla sinuosità delle note. Il senso-suono può essere l’inizio e la fine, due essenze concatenate tra loro ma che non si toccano mai direttamente ma solo dopo elaborate macerazioni mentali e sono sicuramente a due vie: il senso può portare al suono come il suono al senso. Chi plasma inizia, o dovrebbe iniziare, dal senso per arrivare al suono mentre chi ascolta parte dal suono per arrivare al senso che è sicuramente interpretabile in milioni di maniere diverse e credo non possa mai essere uguale per due individui diversi (o forse due volte uguale per lo stesso individuo), panta rei.
6. L’abito fa il monaco?
Nemmeno per il monaco, al limite aiuta a far credere che lo sia...
7. La fusione di testi, strumenti, carisma e performance è: perfetta sintesi? Oppure: qualcosa prevale – sempre?
È perfetta sintesi proprio perché c’è qualcosa che prevale, alla fine parliamo di testi belli o testi brutti ma molto spesso ci lasciamo trasportare da altre cose ed il testo diventa secondario, come parte più importante metterei la musica in sé posto come linee, composizione, ecc.
La performance non la voglio intendere come elevate doti vocali/tecniche come estensione o velocità di plettrata, ma preferisco che sia altro, come affinità sonora con i suoni che circondano, la modularità e l’impatto.
Prendiamo un cantante come Ozzy Osbourne, di per sé ha una voce che non è definibile bella come timbro vocale ma evade talmente dai canoni che diventa stupefacente e direi inestimabile, qualcosa che unito al carisma innato, soprattutto in sede live, può arrivare a dei mix di livelli altissimi.
Ma alla fine non c’è una vera e propria ricetta con le dosi degli ingredienti per creare una miscela perfetta, sicuramente se si va ad analizzare nel dettaglio i grandi pezzi della storia, nel giusto contesto, si nota una esaltazione di uno o di un altro fattore.
8. Esiste una filosofia del metallo? Un’etica? Oltre l’evidente estetica…
Esiste ma non mi piace, preferisco una filosofia teoretica del metallo, la fede e parole simili sono fin troppe volte citate a sproposito e ci si chiude nel proprio bel ghetto da cui si sparla sul resto del mondo e su cui si vuole che il resto del mondo sparli per sentirsi i detentori della verità... Cazzate.
L’etica è parte della filosofia di cui sopra, e chi la fa? La fanno i metallari... quindi varia o è sempre la stessa? L’etica dei metallari l’ho vista buttare bottiglie di vetro a raffica (ed un rotolo di carta igienica) sul palco del Gods of Metal quando arrivò Tommy Lee con i suoi Methods of Mayhem... non che mi sia dispiaciuto, anzi... ma l’etica cosa diceva in quel momento ? Non lo so... Ma parliamo dell’etica dei metallari o dell’etica di Tommy Lee... forse se avesse avuto etica lui non si sarebbe presentato nemmeno...
Mi piaceva l’etica persa del fare le cornine a qualsiasi metallaro che si incontrava per strada... Forse nemmeno (R. J.) Dio sa rispondere alla domanda.
9. Scrivere di Musica Metal implica…
... fregarsene di essere Metal a tutti i costi ma essere consci se si cambia strada.
10. Quale – a tuo avviso – il motore che muta il rumore in Metodo?
Metodo è cercare, riordinare, ordinare il rumore? C’è bisogno di ordinare il rumore quando tutto è rumore e niente deve essere ordinato? L’Aum (Om) è il mantra principale degli induisti, l’inizio... dall’ordine più completo, poiché esisteva solo l’Uno, dall’unico nacque quindi il primo rumore/suono... cosa c’è da mutare allora?
Ringrazio Daniele e si rimanda: il mantra metal
Chiara Daino
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